Dove va Miche quando non pensa, quando cerca di evadere dalla realtà che, da un momento all’altro, può trascinarla nel suo passato e costringerla a rivivere immagini troppo dolorose per essere accettate? Dove va Miche per non gridare al mondo la disperazione di una vita spezzata, fatta di solitudini da tenere tutte per sé? Dove va Miche per non odiare quel mondo che le ha tolto tutto prima ancora di darle qualcosa? Va dove nessuno può accedere. Perché ci sono porte che non hanno chiavi, che nemmeno il nulla del mondo può attraversare. L’unica possibilità è annebbiarsi, confondere la memoria e smarrire il ricordo, per allontanarsi dal peso dell’esistere e non sentire più il dolore.
Così vive Miche, sospesa tra il tempo e il proprio corpo: una ragazza di ventisei anni in fuga dal suo passato. Cresciuta nel quartiere-ghetto di Rione Verde, ha conosciuto l’abbandono, la violenza, la solitudine. E se è vero che ognuno trova il suo modo per placare i “propri attriti col mondo”, lei, per sopravvivere, ha scelto di nascondersi, indossando abiti oversize e sfuggendo a qualsiasi legame affettivo. Passare inosservata, senza fare rumore. E così scorrere via, senza toccare o essere toccata da nulla, lasciandosi scivolare nell’oblio e nella necessità di non esserci. Ci sono esistenze sospese, che rifuggono il passato e sfiorano appena il presente, per non farsi spaventare dalla vita. Annullarsi per sopravvivere, per salvarsi da se stessi prima ancora che dagli altri. Miche, uno scarto nella sua vita fatta di scarti.
Ma tutto cambia quando incontra Jenny, una giovane donna intraprendente ed esuberante che, dopo averle trovato un primo impiego, le propone di gestire insieme un autogrill. In quel non-luogo fatto di passaggi, popolato da clienti eccentrici e destini in transito, Miche inizia lentamente a ricomporre i cocci della sua anima frantumata. Fino a quando una notizia la catapulta in una stanza d’ospedale, dove riemerge il volto di Giacomo, l’amico d’infanzia che credeva di aver perduto per sempre. E con lui tutto ciò da cui stava cercando di scappare.
Miche lo sa: fare i conti con il proprio passato è rischioso, ti ci puoi perdere e non trovare più la via d’uscita. E così, quello che ha cercato di dimenticare, di cancellare dal suo corpo e dalla sua mente, improvvisamente ritorna con tutta la sua onda d’urto. Ora non può più far finta di nulla: ciò che è stato non scompare, non si cancella. Lo si può solo accettare e lasciarselo alle spalle. Sarà sempre parte di noi, ma possiamo scegliere se permettergli di inghiottire tutto o affrontarlo, dargli un nome – “perché un nome mai pronunciato è come se non esistesse” – e relegarlo in un angolo dell’esistenza, per lasciare spazio alla vita.
Autogrill è il romanzo di esordio di Alessandra Gondolo, pubblicato da 8tto Edizioni per la nuova collana B8ttoni – che accoglie storie che sembrano cucite addosso, che parlano una lingua familiare ma che sanno al tempo stesso portarci nei luoghi dell’inatteso. Un romanzo ricco di stratificazioni. È una storia di formazione, ma anche di amicizia profonda, di rinascita e sorellanza che attraversa la fragilità dell’essere umano e mostra la forza che nasce ai margini, nelle periferie, laddove spesso non arriva lo sguardo di nessuno.
Un romanzo che attraversa i non-luoghi, fisici e dell’anima, dove tutto si sospende per trovare riparo e, forse, regalare la possibilità di fermarsi e ascoltarsi. Per trovare il coraggio di riscrivere la propria storia.
Marinagela Cofone