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Alessandra Selmi. La prima regina

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Alcuni destini sono segnati. Tutto è già scritto, tranne la fine. L’epilogo è così indefinito che nemmeno la certezza dei nobili natali può fare leva su quello che sarà in ultimo. E quando le cose indesiderate accadono, allora constati che sei come tutti gli altri, anche se sei una testa coronata. Anzi, sarà addirittura peggio per via di quegli interessi che non corrispondono al volere e valore dello Stato. Si è padroni di un regno, ma non della propria vita. Strano, eppure è così. Nasci con un titolo per averne poi un altro che corona una vita intera. Non succede a tutti, solo ai predestinati. A volte, c’entra anche la fortuna che, oliata con gli ingranaggi dell’ambizione, porta a qualcosa se pur minima rispetto a tutto ciò che è importante nel quadro di una monarchia. Ogni pensiero, dettaglio, alleanza, azione, decisione, silenzio ed editto è il frutto di un calcolo, di una strategia dettata da un ragionamento votato allo Stato, alla dinastia reale ed infine ai sudditi. Rompere un anello che aggancia altri in una catena di imprescindibili doveri significherebbe rompere lo specchio del rispetto, delle leggi, del consenso popolare, della fama politica da sovrano. I privilegi, la ricchezza con i suoi agi e sfarzi, da una parte e dall’altra le rinunce e anche le umiliazioni, quelle private che poi diventano di dominio pubblico spifferate da lingue a cui piace spettegolare per sfogo, invidia e passatempo, fanno da cornice ad una storia che si costruisce lentamente. Sebbene tutti i tasselli, costruiti con dovizia di impegno, di sacrificio e di imposizioni accettate senza alcuna riserva, si incastrano alla perfezione rimane fuori sempre qualcosa che è sfuggito al controllo o che si è lasciato andare per altre dinamiche che sfiorano le questioni di Stato o che ne sono strettamente collegate. Eppure, si può perdere tutto nel briciolo di un attimo.

In La prima regina di Alessandra Selmi per Nord edizioni (pp 382) entri nel pieno della Storia. Giugno, 1868. Nina fa ingresso per la prima volta nella Villa Reale di Monza. Lei è una semplice sguattera, dovrà occuparsi della camera della principessa Margherita, da pochi mesi moglie dell’erede al trono d’Italia. Per Nina non è un sogno, ma un incubo perché presto si rende conto si essere uno strumento nelle mani altrui, una pedina nel labirinto di intrighi. L’incontro con un anziano maggiordomo di Casa Savoia, però, le cambia la vita. La ragazza impara a leggere e a scrivere, studierà, troverà l’amore e nel corso degli anni si affiancherà alla regina Margherita. Fino al giorno in cui dovrà fare una scelta. Così come le scelte della sovrana sono state sempre impeccabili, frutto di un ruolo a cui si è preparata sin da bambina.Eppure, la regina senza la corona del re è come tutti, in balia degli eventi, anche di quelli imprevedibili e tragici.

Il romanzo è magnifico. La narrazione è magnetica, affascina il lettore dall’inizio alla fine con un’intensità sempre maggiore, pur già notevole sin dalle prime battute. La storia è impeccabile specie nella costruzione della personalità dei protagonisti che diventano un vero quadro nel pannello di un racconto che emoziona e che proietta il lettore a profonde riflessioni di vita. La scrittura di Alessandra Selmi è arte.

Lucia Accoto

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