“San Francesco” di Alessandro Barbero (Editori Laterza, 2025 pp. 448 € 20.00), uscito il 16 settembre, offre un profilo inedito e inatteso del Santo, attraverso una scrupolosa e sapiente analisi storica, racchiude la trama viva e corrente del contesto etico e culturale, coglie il rigore di un messaggio alternativo in un andamento narrativo originale e incisivo. L’autore racconta, nell’accurato ed emozionante registro letterario, il carattere ruvido e obliquo delle vicende, rivela la figura di San Francesco nella vulnerabilità ineluttabile dei suoi limiti, in un canone interpretativo tormentato, differente rispetto alla simbologia di un effige teologica rappresentata classicamente dalla fede e dalla preghiera, consegna la difficoltà e il disagio di un uomo esitante, ostacolato dalle incertezze e dalla sofferenza. Alessandro Barbero chiarisce la sua esegesi derivando l’origine delle sue affermazioni dai primi approfondimenti biografici francescani, illustra una versione carica di incoerenza e contrasti, nella conferma di una rivelazione ingombrante e insidiosa in cui il vacillante presagio del dubbio incarna una realtà suggestionata, condizionata dai tempi, aggiorna la mitologia di una agiografia controversa, lo scardinamento di una tradizione comune espressa nell’identità religiosa. L’autore ripercorre l’episodio significativo in cui l’Ordine Francescano, dopo la morte di Francesco, stabilisce di eliminare le idee e i valori già diffusi sul Santo per sostenere un’esposizione ufficiale della sua esistenza, esclusiva e riconosciuta unicamente nel tratto distintivo e liturgico della commissione della Legenda maior di Bonaventura da Bagnoregio. Questa particolare rimozione incornicia il contesto disorientante di un drastico intervento di dimenticanza, sotterrata per anni, rinnova l’immagine di Francesco consacrata solo nella venerabile e compiuta spiritualità, senza il sospetto delle perplessità e lo smarrimento dei patimenti, offuscando la luce delle parole dei primi seguaci. Alessandro Barbero riproduce la luce della scoperta, nel recupero di contenuti verificati, accoglie le voci estinte, ascolta e comprende la radicale rivoluzione di un uomo combattuto, considerato nella discussa capacità della lotta e della resistenza contro le avversità. Il Francesco di Alessandro Barbero rintraccia la linea umana, imperfetta e frammentaria, naturale e compassionevole di un individuo pensante, nella benevola previsione di ogni atto rivoluzionario, nell’esaltazione e nel clamore della sua evangelizzazione peregrina, abbraccia comportamenti degni di delicata gentilezza e condotte di severità esistenziale. Incrocia il cammino dello sconforto e il sentiero delle sconfitte, lungo le sue innovatrici e ribelli scelte, dalla scissione nella vita sociale, dalla rinuncia al denaro per la povertà assoluta, contestando il paradigma della società medievale, dai conflitti interni nell’Ordine e nei suoi seguaci, dalla consapevolezza del supplizio del corpo, consumato dalle malattie e dalle ferite dell’anima. Alessandro Barbero, con la sua scrittura nitida e accattivante, conquista il lettore, custodisce l’attenzione mirabile intorno alla riflessione umana e divina per tutte le pagine del libro, passo dopo passo, in un rituale tremolante di fragilità, dipinge un ritratto autentico, delineando Francesco come persona singolare ma irrequieta, insofferente e preoccupata, vincolata alla verità storica dell’epoca, annullando l’emblema consolante e rincuorante di ogni sacra e devozionale proiezione. Il libro contiene una riflessione intellettuale e carnale sul valore trascendente dei principi e delle decisioni, include argomenti di natura sociale e politica, sottolinea il ruolo di Francesco, come viandante errante della vita, spoglio e abbandonato dalle sicurezze, dominato dall’instabilità emotiva, dall’istintivo e profondo scontro sull’atavico e compromesso legame tra la memoria e il potere, richiama il presente e amplifica la sua attualità.
Rita Bompadre