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Andre Dubus. Riflessioni da una sedia a rotelle

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giriamo in tondo nella notte e veniamo consumati dal fuoco.

Se lasciamo andare le parole di Andre Dubus, se le facciamo scorrere dentro di noi, se ci avviciniamo quel tanto che basta alla sua ferma volontà di descrive dei momenti precisi della sua vita, capiremo che questa sua intima chiacchierata tra amici, è un commovente, crudo e virile dono che ci ha fatto. Non ci ha risparmiato nulla, non ha mai mentito e ci ha portato dove ha voluto, fuori dall’ombra, nella sua intimità, in quel luglio del 1986, quando un’automobile lo investì devastandogli il corpo : “nel tardo autunno di quell’anno, ero in un letto d’ospedale a casa mia, con la gamba destra ingessata…, la gamba sinistra amputata sopra il ginocchio”.

Siamo abituati a pensare alla forza di un uomo guardando alla sua fisicità, alla sua prestanza, raramente riusciamo a valutarla nella malevole sorte che può colpirlo, nella prostrazione fisica e mentale. Eppure quell’uomo, quel tipo di uomo che è stato Andre Dubus ha saputo resistere, ha intessuto di santità la sua esistenza feriale. Una forma non clamorosa di santità.

Ed è così grande il suo sguardo sulle cose e così forte la sua voce che egli non si è mai tirato indietro e negli altri ha saputo trovare conforto e generosità,“e in quel pomeriggio d’aprile illuminato dal sole, quei momenti di violenza, ingiustizia, paura e amore, quando i miei due amici si misero al mio fianco e rimasero con me, aspettando”.

So che avremo sempre bisogno di chi porti avanti il fardello,  poco gratificante per molti, poco esaltante,  ma meritevole per tutti coloro che vivono senza clamori, nel nascondimento. Per tutti quelli che sono una maggioranza, che sono uomini e donne comuni.

Riflessioni da una sedia a rotelle è un libro a cui ritornerò negli anni, andrò a rivedere le parti che ho sottolineato, valutando le mie scelte e guardando oltre. Saprò di aver conosciuto un uomo le cui parole rimarranno in me e nei miei figli. Esse saranno come un sigillo, come una musica, come una luce che quando viene non concede pause.

Edoardo M. Rizzoli

Andre Dubus.

Riflessioni da una sedia a rotelle

trad. Nicola Manuppelli

ed. Mattioli 1885

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