Benvenuto su Satisfiction   Click to listen highlighted text! Benvenuto su Satisfiction

Angela De Francesco. Lo straordinario viaggio di Stella ed Eugenio

Home / Recensioni / Angela De Francesco. Lo straordinario viaggio di Stella ed Eugenio

Quella mattina l’orso Eugenio se ne stava con la schiena appoggiata al tronco dell’albero vicino alla sua tana e guardandosi attorno esclamò soddisfatto: – La mia tana è pronta per l’inverno! Brrr, il freddo si fa sentire dal Polo! È quasi Natale, ma la neve non si è ancora vista! E mentre si rilassava, desiderò avere delle ali per poter volare in alto.”

Inizia con un desiderio e con una sensazione Lo straordinario viaggio di Stella ed Eugenio (Editoria Ikonos), racconto illustrato di Angela De Francesco. Il sogno di staccarsi da terra, di riscoprirsi leggeri, di guadagnare un migliore e più profondo punto di osservazione sul mondo e sulle sue vicende terrene, si unisce a una sensazione di freddo, di rigidità, di assuefazione e di abitudine a prassi consolidate, a lunghi letarghi del corpo e dello spirito. Un orso di nome Eugenio e una bambina di nome Stella, un incontro annunciato improvvisamente da “uno scricchiolare di foglie secche”. Un incrocio di strade e di vissuti apparentemente estranei e inconciliabili, difficoltà rese plasticamente, e visivamente, da quegli “occhi fissi [della bambina] su un oggetto che teneva in mano”. Il telefono, simbolo della tecnica e dell’infinita potenza umana, rende provocatoriamente impossibile il riconoscimento di sé e dell’altro. Si resta intrappolati in una rete, tanto digitale quanto fisica, condannandosi progressivamente a una reciproca incomprensione, anestetizzando la fantasia e l’istinto: “- Il cellulare è il mio amico! – Non usi la fantasia? Gli uomini inventano tante cose con la fantasia. – Fantasia? Ho il cellulare, non mi serve! – rispose infastidita Stella.”

Con il cellulare vado in rete”: bastano pochi secondi per “trasmettere informazioni alle persone e farle comunicare”. Il Pianeta si lascia avvolgere e stringere da “onde elettromagnetiche”, un abbraccio che ricorda all’orso “una trappola”, una rete fatta di corde e funi, da cui difficilmente si può scappare e che “per molti è stata la fine”. Una rete misteriosa, che non si lascia afferrare, celata alla vista e al tatto, quasi una magia o una stregoneria. Alla magia, tuttavia, Stella non crede affatto. La meraviglia e l’attesa non trovano spazio e tempo nei pensieri della bambina, ripiegata e incatenata a un presente senza bellezza e speranze, scandito dalle cose da fare, dagli oggetti da possedere, da un’esistenza definita quantitativamente, attraversata da un semplice accumulo di dati.

Babbo Natale non esiste! […] Non crederci! Ti prendono in giro!”: parole dure, una sfida lanciata dalla ragione alla fantasia, un addentrarsi lungo i sentieri di un bosco vivo, “tutto un via vai di scoiattoli, lepri e ricci impegnati nella ricerca delle provviste”. Il racconto diviene così un viaggio di formazione, “alla ricerca di Babbo Natale nelle terre del Nord, fra neve, pinete, animali e piante di quei luoghi”, riscoprendo nel cammino il valore dell’amicizia, della gratitudine e della generosità. Perché, talvolta, per ritrovare se stessi, occorre perdersi, “prende[re] la rincorsa […] lanci[arsi] in volo, sfreccia[re] in aria sopra gli abeti [e] vola[re] fra i fiocchi di neve”.

Luca Bugada

Click to listen highlighted text!