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Daniel Kraus anteprima. Whalefall

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Un ricordo nitido: “«Steinbeck la chiamava “l’ora della perla”.» È il tramonto, il crepuscolo del tramonto, una lucentezza nitida. Papà sta parlando di Vicolo Cannery di John Steinbeck. Se giri in centro per Monterey, non puoi fare due passi senza vedere qualche cartello o vetrina di negozio che sbandiera questo libro”.

Una lotta disperata: “Erogatore e bombola non funzionano se la cassa toracica non può espandersi, e la morsa del calamaro è come cemento fresco. Attraverso il corpo di gelatina dell’animale Jay percepisce il tambureggiare di tre piccoli pugni. Lo sa cosa sono. I calamari giganti hanno tre cuori. Jay ne ha solo uno. L’uomo contro l’oceano. Non è una lotta alla pari. Non lo è mai stata”.

È in libreria Whalefall di Daniel Kraus (Edizioni E/O, € 17,60, pp. 320 con traduzione dall’inglese di Andrea Cassini).

Daniel Kraus è un autore prolifico di romanzi e graphic novel. Ha scritto insieme a George A. Romero I morti viventi, un libro concepito come continuazione dell’universo del celebre regista, scomparso prima di completarne la stesura, e che ha ricevuto importanti elogi dalla critica. Con Guillermo del Toro ha firmato La forma dell’acqua, bestseller del New York Times alla base del film premiato con l’Oscar. Le sue opere, tradotte in oltre venti lingue, gli sono valse numerosi riconoscimenti.

Spinto da un’ossessione disperata, Jay Gardiner si avventura nelle acque profonde dell’Oceano Pacifico, di fronte a Monastery Beach, per rintracciare i resti del padre scomparso. È ben consapevole dell’improbabilità di questa impresa, ma è convinto che solo affrontando l’abisso potrà liberarsi dal senso di colpa che lo perseguita dalla tragica scomparsa del genitore, avvenuta l’anno precedente. L’immersione inizia nel migliore dei modi, finché l’apparizione di un calamaro gigante non trasforma tutto in un incubo: come se non bastasse, l’arrivo di un capodoglio affamato rende la situazione ancora più disperata. Intrappolato tra i tentacoli del mostruoso cefalopode, Jay viene trascinato nella bocca della balena. Realizza così che gli rimane solo un’ora di ossigeno: sessanta minuti per affrontare i propri demoni e trovare la via di fuga dalla pancia della creatura.

Whalefall di Daniel Kraus è un romanzo che cattura l’essenza dell’avventura e dell’emozione in modo travolgente. La storia si sviluppa attorno a una delle paure più antiche dell’umanità: essere inghiottiti da una balena, e lo fa in un modo che raramente è stato raccontato così bene. Non è solo un avvincente thriller marino, ma anche un’esplorazione toccante del rapporto complesso tra padre e figlio.

Kraus intreccia abilmente dettagli scientifici con elementi surreali e di fantasia, creando un racconto che è sia realistico che incredibilmente evocativo. La descrizione dell’ambiente marino è così viva che sembra di essere immersi in quelle acque profonde e misteriose insieme al protagonista.

Whalefall non è solo una storia di sopravvivenza, ma anche una riflessione sui legami familiari e su come le nostre esperienze ci plasmano. È un romanzo che commuove, spinge a riflettere e, allo stesso tempo, mantiene il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. Daniel Kraus si conferma un narratore straordinario, capace di trasformare una trama avventurosa in un racconto di immensa profondità emotiva.

Carlo Tortarolo

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207 bar

Centocinquanta metri più a nord c’è un asilo, il Bay School Parent Co-Op, un edificio basso color magenta incastonato fra alti alberi verdi. È chiuso, gli scivoli di plastica rossa del giardino slavati in un rosa pallido, niente mocciosi che si rincorrono. Jay ne è felice. Non ha tempo per invidiarli. I suoi unici parchi giochi da bambino sono stati pontili pieni d’alghe, moli invasi dal muschio e barche puzzolenti di zolfo.

Esce dalla Highway 1 ed entra nel piazzale della scuola, schiacciando croccanti foglie cadute con gli pneumatici. Ma che diavolo? Ci sono macchine pure qui. Solo quattro, ma sono comunque quattro in più del previsto. Jay parcheggia, contento per la copertura dell’ombra. Il pick-up alla sua destra ha due loghi blu sulla fiancata, NOAA e NMFS – National Oceanic and Atmospheric Administration e National Marine Fisheries Service.

«Porca puttana.»

Jay dà una botta sul volante con le mani aperte. La sua classica sfortuna. Novantanove giorni su cento ci si può immergere a Monastery Beach senza neanche un testimone. Oggi invece dev’esserci stato… cosa, un qualche tipo di disastro ambientale? Jay guarda a sinistra e si sente scottare la pelle: un SUV a strisce arancioni con la scritta UNITED STATES COAST GUARD.

«Ma che cazzo.»

Mitt Gardiner detestava un sacco di cose, persone, idee e filosofie, ma niente lo irritava più di quelli che lui chiamava i Sudici della Guardia costiera. Jay odia avere la stessa opinione di suo padre: ogni volta che accade brucia come un’infezione. Ma disfarsi di quella sfiducia ereditaria nei confronti della Guardia costiera sarebbe come estrarsi da solo la milza.

Jay non ha bisogno di uno psicologo, lo sa che è una stupidaggine. Probabilmente qualcuno è annegato a Monastery Beach la scorsa notte e la Guardia costiera sta cercando i resti. I sospetti di Jay nascono dalla regolarità con cui i Sudici della Guardia costiera assillavano suo padre, e da tutte le volte che aveva assistito alle sfuriate di Mitt. Ricorda nitidamente una volta in cui tratteneva le lacrime mentre Mitt aggrediva un Sudicio, reo di avergli fatto una multa per una qualche infrazione veniale.

E quindi un impiegatuccio come te vorrebbe spiegare a me cos’è meglio per l’oceano? Io ci sono nato sull’acqua! (Il che non era vero, a sentire nonna Gardiner. Era andata in travaglio mentre si trovava su una barca, ma Mitt era stato partorito in un ospedale come un qualsiasi essere umano: che umiliazione.)

Ogni volta che Mitt faceva una delle sue scenate, Jay era l’unico spettatore che stava lì a sopportarle, tremante e piangente, per poi beccarsi il disgusto del padre per la sua reazione infantile. Anzi, no, non era l’unico. Il pubblico era composto anche da gabbiani, lontre, otarie, squali, di tanto in tanto persino una balena.

Quelle creature non si scomponevano mai per le filippiche di Mitt.

Non l’avrebbe fatto neanche Jay, d’ora in poi.

Con la NOAA e la Guardia costiera nei paraggi, qualcuno potrebbe impedire a Jay di immergersi.

Ma un sommozzatore esperto conosce dei modi per non farsi beccare.

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