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Daniela Marra. Le spine del Rosa

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Approda nella collana “contemporanea”, presso Colonnese Editore, un nuovo avvincente romanzo della scrittrice napoletana Daniela Marra, “Le spine del Rosa” Una storia di passione e d’arte nella Napoli del ‘600. L’antropologa napoletana, già voce raffinata del giornalismo culturale italiano e attiva in Italia come esperta e consulente di arte, drammaturga riconosciuta, saggista apprezzata e sceneggiatrice premiata per recenti produzioni indipendenti di respiro internazionale, prova a dialogare con i lettori offrendo loro un’opera intensa e originale dedicata all’immortale Salvator Rosa, artista ribelle e visionario del seicento napoletano, sul quale la scrittrice a lungo si è documentata nel tempo, conversando “oniricamente” – ma in modo costante e concreto – con l’uomo e l’artista, attraverso ricerche e letture di documenti inediti, saggi, e in ultimo sopralluoghi personali in quella Napoli di ieri e di oggi.

Questo romanzo, all’epoca manoscritto, ha attirato subito la nostra attenzione, per la scelta originale dell’autrice di raccontare la vita di Salvator Rosa, attraverso una narrazione capace di raccontare una vita e un mondo attraverso una storia corale che vede sulla pagina le lettere romanzate del figlio dell’artista Augusto, e altre voci parallele innestate nella narrazione con sapienza narratologica e sincerità argomentativa. Una struttura in prosa mossa, che permette al lettore di lasciarsi incantare dal percorso umano e artistico di un protagonista tanto geniale quanto misterioso, eppure dolcemente tormentato e in ultimo umano e immortale al contempo, da più angolazioni focali, con un ritmo che tiene insieme memoria storica, presente sociale e indagine emozionale umana. A rendere interessante l’intero concluso in forma di libro, è anche la capacità di intrecciare episodi storici, tensioni culturali e dimensione personale, senza appesantire il racconto con nozioni esclusivamente tecniche, ma lasciando spazio a suggestioni vere, ambiguità filosofiche umane e conflitti universali cari a molti lettori contemporanei. Un romanzo che restituisce un’epoca senza volerla spiegare o giudicare in alcun modo, lasciando al lettore il piacere di entrarci dentro e viverla con cuore e mente attraverso gli odori e i colori di botteghe d’arte, una pressante censura politica metafora di questi tempi, e amori travolgenti e passionali ammalianti, ma caotici e veri quanto le inquietudini che attraversano i secoli per un artista vero che tutti avremmo voluto conoscere per un minuto o cent’anni, e che pure è sfuggito a molti nel tempo, e che ora torna – qui e ora in queste pagine – per mostrarci attraverso la sua vita, la sua arte, il suo mistero, il suo corpo, la sua mente e una Napoli viva e morente come il suo tumultuoso eppure meraviglioso afflato artistico che è metafora della più grande domanda umana: vita e morte, al netto delle guerre interiori e universali, che senso hanno dato e daranno al nostro cammino umano?

Mario Schiavone 

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