La forza d’animo è sorprendente. Pensi di esserne estraneo invece scopri di avere quell’energia che manca ai più. Non ci hai mai pensato. Poi, arriva sempre il momento in cui bisogna rimboccarsi le maniche, diventare ciò che non si è stati o che non si immaginava di essere. Le disgrazie e le tragedie della vita cambiano molte cose, specie il carattere. Lo rafforzano, se hai animo di andare avanti. Cadere è normale, poi è necessario rimettersi in piedi. Lo devi a te stesso, ma anche a coloro che ti hanno insegnato quello che all’inizio non comprendevi in quanto i significati più importanti li comprendi appieno quando ti arrivano addosso. Affetti che non ci sono più, che hai amato perché la famiglia non puoi tradirla chiudendoti nella cupa apatia che crea solo danni. Il pensiero di quel bene perduto consegna lo slancio per caricarti di fiducia. Una sorta di prolungamento del filo invisibile che unisce per sempre i legami. O procedi con coraggio oppure arranchi. Le scelte vanno fatte con consapevolezza quando si è nelle condizioni di decidere. Certo, le cose possono anche andare storte, ma almeno hai provato a cambiarle. Hai fatto quello che dovevi, forse pure di più. Impari a conoscere la resilienza che è la lotta dell’esserci, sempre e comunque. Resisti nella sopravvivenza, tanta è la ferocia nel non mollare la presa della vita che chiama ad ogni respiro, soprattutto a quelli più affannati. Stringi i denti affinchè con le battaglie quotidiane tu possa arrivare a vivere, con decoro dignitosamente anche nell’ambizione più ardita.
E’ un diritto che a volte diventa un lusso.
In Le sarte della Villarey di Elena Pigozzi edito da Mondadori (pp 234) ti affacci in una storia fatta di Resistenza e di coraggio. Ancona, 1943. La guerra distrugge case e famiglie. Lo sa bene Laura, che a diciotto anni è rimasta sola con il fratello Milo. La madre è morta e il padre è a combattere in Grecia e da tempo non dà più notizie. Sarà Alda, vedova forte e generosa che ha cresciuto da sola quattro figlie e che lavora come sarta e factotum alla caserma Villarey, ad aiutare la ragazza. La porta con sé in caserma affinchè impari un mestiere e le dia una mano. E mentre Laura scopre cose nuove, la Storia subisce cambi repentini: la caduta di Mussolini, l’armistizio di Badoglio, l’Italia spaccata in due. Quando il 15 settembre Ancona è occupata dai tedeschi, alla Villarey vengono rinchiusi più di tremila soldati italiani, in attesa di essere deportati in Germania nei campi di lavoro nazisti. Alda si rifiuta di accettare una situazione del genere ed escogita un piano per l’evasione perfetta.
Il romanzo è tratto da una storia vera. La narrazione conquista il lettore per la grande carica emotiva. Alcuni passaggi sono ripetitivi. Ma la prosa in sè contiene l’equilibrio, indispensabile, tra capacità stilistica e fascino creativo. La scrittura è intensa, combattiva quasi quanto la forza delle protagoniste che non si abbandonano alla rassegnazione, ma con lucidità e animo audace si fanno rifugio di speranza.
Lucia Accoto