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Ezio Sinigaglia. Contrattempi

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Ezio Sinigaglia è un classico.

Questa frase io l’ho sentita dire più di una volta. È opinione comune, tra chi scrive, chi lavora nella letteratura, che Ezio Sinigaglia sia un classico.

Questa frase, questa convinzione, certamente vera, è anche falsa, è invalidante.

Da un lato, dire che Ezio Sinigaglia è un classico significa riporlo sopra uno scaffale, significa archiviare uno scrittore ancora vivo, ancora capace di produrre.

Quando Carmelo Bene sosteneva di essere un classico, di essere un capolavoro, sorrideva. Malizioso gli sfuggiva il divertimento, il sorriso che gli procurava il gioco della provocazione. Ma questo era, una provocazione. Sento, invece, dire questa cosa del classico, attribuita a Sinigaglia, come un qualcosa che possiamo dare per assodata, come a dire: certo, Ezio Sinigaglia è un classico e, in quanto tale, non ci stupisce la sua bravura, non ci sorprende.

Invece dovrebbe.

Dovrebbe sorprenderci ancora, dovremmo accoglierla con rinnovato stupore, proprio perché è ancora vivo, proprio perché può ancora fare meglio, o fare peggio, proprio perché può cadere e si può rialzare.

Mi dispiace sempre vederlo beatificato. Si beatificano i morti e lui è vivo.

Dall’altro lato, però, considerarlo un classico, significa equipararlo ai grandi, a quelli che sono rimasti, che il tempo non ha saputo cancellare, significa porlo dentro una prospettiva eterna, dentro un solco enormemente più ampio e questo è giusto.

È evidente a ogni pubblicazione e, forse, lo è ancora di più in Contrattempi, dove troviamo, per la prima volta, il Sinigaglia poeta.

Si tratta di tre poemetti a tema amoroso.

Scritti in terzine e ottave, i versi si incastrano tra rime, assonanze e consonanze.

Raffinatissimo in prosa, sempre capace di giochi di parole arguti, in poesia non potevamo aspettarci un autore meno complesso e, mi verrebbe da dire, meno colto.

Sperimentale nella tradizione, Sinigaglia inventa delle ottave tutte sue, sinigagliane, uniche per musicalità e per virtuosismo.

Scritte verso la fine del secolo scorso, Pietre Vive Editore, esuma queste poesie, affiancandole alle opere pittoriche di Anna Salmoni.

Paradosso editoriale, tutto quello che scrive Ezio Sinigaglia, tutto quello che, quasi ogni anno, viene pubblicato, sembra appartenere a questo tempo e a un altro, più lontano. I suoi scritti sembrano sempre ritrovati e da scoprire.

Resta un mistero egoisticamente confortante che le opere di Sinigaglia non siano ancora state pubblicate da editori enormi, che si debbano sempre cercare, ordinare, che i commessi delle librerie di catena ci guardino con quella diffidenza che non riservano ai Faletti, ai De Giovanni e ai Volo, quando gliele chiediamo. Ci fa sentire, tutti noi che condividiamo lo stesso destino librario con questo grande autore, come salvi.

Pierangelo Consoli

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Ezio Sinigaglia, Contrattempi, Pietre Vive Editore 2025, Pp.50, Euro 10

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