L’imprevedibile può succedere in un attimo. Arriva anche quando ne hai sentore. Annusi il presagio, ma resti fermo, impotente. Reagire, dinanzi a ciò che non può più cambiare nulla, sarebbe una sconfitta nel fallimento. Allora, lasci stare sebbene vorresti farti spazio nell’unico piccolo spiraglio di lotta per rimettere ordine nelle pieghe più inclinate della vita, quelle che prima o poi la deformano e non poco. Ma non ce la fai. E ti maledici per questo conservando per sempre colpa e dolore. Sarà, così, una fine senza fine. Il ricordo può essere come un martello pneumatico, perforante. Il fracasso che trasmette non se ne va con le ore e ti inganna anche quando pensi di essere arrivato ad una tregua, ma è tutto tranne riposo. I segreti, quelli a cui non hai saputo dare una sterzata definitiva e che ti hanno fatto diventare complice di qualcosa di indicibile, fanno male. Se fossero belli li condivideresti. Si tacciono quando raccontano storie che non devono essere né menzionate né sospettate. E intanto, si allarga il vuoto che creano. Fanno nero nell’anima. Le ferite, che nessuno vede anche se sgorgano in incomprensibili malumori, si fa presto a incasellarle nelle mille circostanze del quotidiano. Tutto si camuffa e si confonde. Arriva sempre il momento della resa. Crolli e racconti, anzi confessi. Prima sussurri. Lo dici a te stesso per prendere coraggio, per trovare poi la forza di rivelarlo a chi di dovere. Il peso non è da spartire, nossignore.
In Tutti i nostri segreti di Fatma Aydemir per Fazi editore (pp 318) ti addentri tra silenzi e colpe. Hüseyin, ormai in pensione, ha realizzato il suo sogno: dopo trent’anni di duro lavoro nelle fabbriche tedesche, ha comprato un appartamento a Istanbul per farvi ritorno con la famiglia. Mentre cammina lungo i corridoi dipinti di fresco, ha un infarto e muore pronunciando un nome, “Ciwan”. Nei giorni successivi la moglie ed i quattro figli accorrono in Turchia per prendere parte al funerale. Emine, la moglie di Hüseyin, taciturna e addolorata, parla con i parenti una lingua che i figli non conoscono e, insieme al marito, ha custodito per una vita intera il più terribile dei segreti. Un segreto che verrà portato a galla e che riaprirà ferite antiche cambiando addirittura il destino dei figli che vivono tra il peso delle tradizioni e il desiderio di libertà.
Il romanzo racchiude un dramma familiare. La narrazione è toccante e si srotola tra silenzi e segreti. La scrittura è intima, soffocata dal peso del grido di dolore che i protagonisti, ognuno a propri modo, vive per ciò che ha incassato dall’esistenza.
Lucia Accoto