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Francesca Legittimo. Olga Berggolts. La Madonna dell’Assedio di Leningrado

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La dicitura “biografia-romanzo” presente in copertina, a indicazione sincera del genere letterario cui far appartenere il testo che ci si appresta a leggere, avrà sicuramente fatto storcere il naso ai puristi, dell’una e dell’altra fazione. Eppure, al di là dell’oggettiva indicazione, la cosa si potrebbe “difendere” (a patto che ce ne sia il bisogno e no, per il sottoscritto, che il libro lo ha letto e pure ha partecipato attivamente a una sua presentazione, l’otto novembre scorso a Verona, presenti l’autrice e l’editor, curatrice e traduttrice Marilena Rea, non ce n’è affatto) affermando che, effettivamente, la vita di Olga Berggolts (1910-1975) pare davvero quella del personaggio scaturito dalla penna di un abile romanziere.

Ma invece si è trattato di una persona in carne ed ossa, nello specifico una poetessa e scrittrice, ma passata alla storia per una ragione ben precisa e “diversa”: durante il lunghissimo assedio di Leningrado da parte delle truppe tedesche, durato 872 giorni (dall’otto settembre 1941 al 27 gennaio 1944), dai microfoni della radio nazionale sovietica Olga, ogni singolo giorno, rincuorò gli assediati, cittadini stremati dalla guerra, dalla violenza e dal freddo, tenendo loro compagnia raccontando delle proprie giornate oppure leggendo stralci delle sue opere, in prosa, in poesia o passi dei suoi celeberrimi Diari che fossero. Per i leningradesi, presto, la voce di Olga Berggolts divenne misura del fatto che, nonostante le atrocità del conflitto in generale e dell’assedio in particolare, ancora un minimo, misero barlume di speranza ci poteva essere, e questo risiedeva proprio nel sentire quella donna parlare in radio giorno dopo giorno. Di lì a poco, quella degli abitanti di Leningrado (ma anche dei sovietici più in generale) nei confronti di Olga si trasformò in una vera e propria devozione, talmente sentita da venir equiparata addirittura a quella per la Vergine Maria (la devozione per la quale è davvero assai radicata nei paesi di tradizione cristiano-ortodossa): da qui l’epiteto di “Madonna dell’Assedio di Leningrado”.

Certo, per quanto ciò di cui sopra sia narrato seguendo tutti i crismi della ricerca storica (che si fa rigorosamente sui documenti, come quelli consultati, naturalmente in lingua originale, da Francesca Legittimo, docente di Lingua, Letteratura e Cultura russe in diversi istituti a ordinamento universitario), parrebbe di trovarsi di fronte quasi a un santino, ad una entità sovrannaturale, ad un’eroina senza macchia e senza paura, piuttosto che ad un essere umano, creatura per ciò stesso pregna di debolezze, fragilità e mancanze. Ed ecco intervenire, allora, l’assoluta onestà intellettuale dell’autrice – che possiamo vedere personificata nella narratrice e co-protagonista del testo (la protagonista è, in tutto e per tutto, Olga Berggolts), Primavera, detta Vera – quando ci narra della discesa della poetessa negli oscuri meandri dell’alcolismo, del suo sentirsi in certo qual modo una donna incompiuta a causa di diverse maternità o nemmeno portate a compimento o terminate anzitempo, della sua visita alle patrie galere sovietiche per comportamenti contrari alla morale (la convivenza more uxorio con un uomo ancora sposato), il suo disamoramento per il comunismo già in pieno Secondo Conflitto Mondiale (quello che Stalin ha preferito definire, perlomeno da un certo periodo in poi, la Grande Guerra Patriottica), per quanto non palesato, per ovvie ragioni di compartecipazione ai drammi della popolazione, prima del termine dello stesso.

Infine l’ultimo smacco, quello della sepoltura, del quale, però, di più non dirò, per non togliere a nessuno il piacere della scoperta derivante dalla lettura.

Un testo che procede rapido, in due parti graficamente distinte: in corsivo la narrazione della e sulla co-protagonista, Vera, in stampatello quella della protagonista, Olga, in prima persona; forse, in fin dei conti, l’unica vera indulgenza al romanzesco sta proprio nel far parlare in prima persona chi oramai da cinquant’anni non è più a questo mondo. Ecco, appunto: il libro è datato 2024, ma quest’anno che è da poco iniziato si celebrerà il cinquantenario della morte di Olga Berggolts (il 13 novembre); un motivo in più per partire da questo libro per fare conoscenza di una figura purtroppo da molti relegata nelle serie inferiori della Storia.

Alberto De Marchi

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Francesca Legittimo, “Olga Berggolts, la Madonna dell’Assedio di Leningrado”, Queen Kristianka Edizioni, 2024, 226 pagine, 18 euro

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