Nel gennaio del 1966, sei anni dopo il suo debutto alla regia, François Truffaut iniziò a lavorare a quello che fu il suo primo film a colori e in inglese: un adattamento di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, romanzo ambientato in un futuro in cui i libri sono proibiti, e tutte le copie possedute illegalmente vengono data alle fiamme dai pompieri.
Nonostante la nomination per il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia, Truffaut incontrò non poche difficoltà a causa delle dimensioni della produzione e della sua incapacità di parlare molto l’inglese, finendo per litigare anche con Oskar Werner, l’attore principale della pellicola, con cui ebbe rapporti decisamente tesi. Queste informazioni sono disponibili grazie a un diario, che Truffaut annotò tutti gli alti e bassi della parte “più triste e difficile” della sua carriera cinematografica.
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Venerdì 21 gennaio
Sapevo che Fahrenheit aveva dei difetti, come tutti i film. In questo caso sono i personaggi a non essere molto reali o molto forti, e questo a causa dell’eccezionalità delle situazioni. Questo è il pericolo principale delle storie di fantascienza: tutto il resto viene sacrificato a ciò che viene postulato. Sta a me combatterlo cercando di renderlo vivo sullo schermo.
Una cosa molto spiacevole a cui non avevo pensato è l’aspetto militare del film. Tutti questi pompieri con elmetto e stivali, ragazzi eleganti e belli, che pronunciano le loro battute. La loro rigidità militare mi dà molto fastidio. Come ho scoperto durante la lavorazione de Le Pianiste – i gangster erano per me persone non filmabili – così ora mi rendo conto che in futuro dovrò evitare anche gli uomini in uniforme.
Gli avvocati della Universal a Hollywood volevano che non bruciassimo i libri di Faulkner, Sartre, Genet, Proust, Salinger, Audiberti, ecc. “Limitatevi ai libri di pubblico dominio”, hanno detto, per paura di procedimenti futuri. È assurdo. Ho chiesto il parere di un avvocato qui a Londra e mi è stato detto: “Nessun problema. Continui pure a citare tutti i titoli e gli autori che vuole”. Ci saranno tanti riferimenti letterari in Fahrenheit 451 quanti in tutti gli undici film di Jean-Luc messi insieme.