“Bisogna considerare che noi siamo fatti soltanto di polvere. Non è un punto di partenza molto confortante, e non dobbiamo mai dimenticarlo. Ma anche ricordandolo, ricordando cioè che abbiamo avuto poco o nulla, per cominciare…”.
PKD, Leo Bulerò, dopo il suo ritorno da Marte
Le tre stimate di Palmer Eldritch
Per anni mi sono detto che non avrei mai letto di certe cose, che quel tempo era passato ed inutile, che mi sarebbero bastate le immagini d’archivio, le foto sbiadite ed i libri dell’università. Non sarei andato oltre i racconti di mio padre, che all’epoca era un giovane medico e che si trovò come molti a dover fare una scelta o a subirla. Giuro che quel periodo non mi è mai andato a genio, non l’ho capito, l’ho studiato un poco e non l’ho digerito. Non è stato niente per me, non è stato un male, non è stato triste, non è stato mio. E’ stato nelle vite degli altri ed ha provocato dolore anche a chi non c’era.
“Il tempo di vivere con te” scritto da Giuseppe Culicchia ed edito da Mondadori, ha cambiato le carte in tavola; ha sparigliato tutto ed è stata una lettura vitale.Necessaria. Un bene, per usare delle parole semplici, come avrebbero dovuto essere quegli anni e quei giorni negli occhi di un bambino.
Io sono nato nel 1976 e in quell’anno, nella notte tra il 14 e il 15 dicembre, la Polizia di Stato fece un blitz a casa dei genitori di Giuseppe Walter Alasia, che tutti chiamavano semplicemente Walter. Morirono due poliziotti( il maresciallo Sergio Bazzega e il vicequestore di Sesto San Giovanni Vittorio Padovani), morì un anno, morirono la spensieratezza e l’innocenza di un bambino che aveva undici anni e che guardava a quel cugino, che era come un fratello, come ad un eroe. Vennero falciate delle vite, vennero “il mostro” e le contraddizioni. Morì Walter.
Giuseppe Culicchia ha mediato i ricordi di quegli anni con il suo essere adulto , è riuscito a comporre un libro personalissimo e toccante, come lo sono le foto di famiglia quando le allarghiamo su un tavolo e ricerchiamo quegli attimi del passato che sono come scintille nel tempo.
Un racconto intimo. Questo è “il tempo di vivere con te”. Un libro che ha bisogno del pudore di chi legge. Io non sapevo nulla di Walter, non ho visto i suoi occhi, le sue braccia non mi hanno stretto, non ho cantato nessuna canzone con lui e non ho giocato nessun gioco. La parola Brigate Rosse è solo qualcosa che è nei libri. Ma alla fine mi è sembrato di essergli così vicino ed ho capito, io che proprio non volevo sapere niente di quegli anni, che “ il suo modo di lottare lui l’aveva scelto non per morire ma per vivere, vivere libero”.
Edoardo M. Rizzoli