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Giuseppe Zucco. I poteri forti

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L’illusione che l’acme del mondo letterario sia scrivere un romanzo di successo è ben frequente, spesso, infatti, si giudica uno scrittore dal numero di romanzi che consegna agli scaffali delle librerie. La realtà è ben diversa, forse è proprio l’universo narrativo del racconto, costellato da pulviscoli stellari di storie e micro-storytelling, a mettere in luce la cifra stilistica e tematica di un autore. Spesso le antologie di racconti vengono malamente ignorate dal pubblico, nonostante gli sforzi di prodighi editori nel confezionare un prodotto di qualità, quindi stringere tra le mani I poteri forti di Giuseppe Zucco è un piccolo miracolo, specchio che è ancora possibile dimostrare a chiunque che la narrativa breve può corrompere, irradiare aurore perturbanti e far innamorare i lettori.

I poteri forti di Zucco è un’antologia di cinque racconti, di cui l’ultimo intitola l’intera silloge, ed è difficile incasellare il genere in cui la narrativa di Giuseppe Zucco prende vita. Si potrebbe parlare di narrativa fantastica, viste le atmosfere rarefatte e alienanti che avvolgono i cinque racconti ma la definizione sfuggirebbe di netto a una precisa comprensione del testo. Urge parlare di letteratura ultra-realistica, dove in questo caso gli elementi del fantastico vengono innestati per donare veridicità al testo. Non è forse  corretto dire, su un piano sottile, che la letteratura amputata della sua natura immaginifica è un mondo impoverito dalla potenza del sogno? Della psichedelia interiore? E un mondo senza il meraviglioso, o come suggerisce la critica letteraria anglosassone “sense of wonder”, possiamo definirlo reale? Quindi invito a leggere I poteri forti senza paraocchi letterari, di lasciarsi cullare e poi distruggere dalla narrativa di Zucco, che con le sue stoccate allucinanti e psicotrope  riesce a far sanguinare la realtà. La semantica muore, corrosa dal sorriso demoniaco di una moglie che nel cuore della notte partorisce incubi neri per un marito distrutto dall’irrazionalità. Questa è la premessa del racconto Giuditta, che nel suo nome predice il fato di ogni cosa. 

Il racconto Giuditta, che apre la raccolta de I poteri forti, è forse uno dei più emblematici e rappresentativi per presentare le atmosfere estranianti del libro pubblicato da NN Editore. Premetto che tutti i racconti sono scarnificati dalle tipiche coordinate che ci si aspetta di trovare, Zucco ci priva dei nomi dei personaggi e dei luoghi, ci condanna a una mancata iconografia dell’orientamento e ciechi vaghiamo in una metastasi urbana dove uomini e donne senza nome ci avvinghiano ai loro desideri oscuri. È proprio questo spaesamento che congiunge il piano materiale del racconto a vertici metafisici o profondità telluriche. L’autore è capace di ispirare una calibrata isteria nei personaggi, di farli sprofondare in una evanescente follia interiore come Edgar Allan Poe era solito fare nei suoi lavori del grottesco e dell’arabesco. C’è la patina del Sottosuolo di Dostoevskij e dell’oscurità metropolitana di Maupassant, l’afflato filosofico di Jung, in un susseguirsi di archetipi e subconsci messi a nudo. Ogni racconto di Zucco è estasi e necrosi dell’animo, salvezza e condanna, paura e desiderio, Timore e Tremore di Kierkegaard, un aut aut labirintico in cui perdersi.

Tornando a Giuditta, il racconto d’apertura, non posso anticipare troppo della trama come è inutile spiegare nel dettaglio gli altri racconti, ma è necessario chiarire che qui sarete alla presa con  perfette atmosfere caravaggiesche (ovviamente parliamo della Giuditta di Caravaggio con il suo Oloferne). La scrittura di Giuseppe Zucco è un perpetuo chiaroscuro, un velo di zone d’ombra che avvolge ogni fraseggio, i racconti si intersecano in un’estetica della corporalità della notte, del tetro, come se l’assenza di luce fosse una presenza fisica e tangibile. Incredibile a dirsi ma l’autore è stato capace di trasporre in narrativa l’esecuzione pittorica di Caravaggio, siamo  de facto in presenza di una sinestesia vivente come se i racconti di Zucco fossero attori fisici in un palcoscenico  spettrale, dove agiscono e vivono al ritmo della luce che osa rischiarare il mondo celato dalle ombre.

NN Editore confeziona un’antologia unica nel panorama delle raccolte di racconti in Italia, un must have per gli amanti della literary fiction a tinte bizzarre. Un caleidoscopio lucidissimo sulle sfere della ragione che ancora non comprendiamo.

Cristiano Saccoccia

 

I poteri forti

di Giuseppe Zucco

NN Editore

17 euro

176 pagine

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