Questa è la storia con i retroscena dell’intervista che nel 2085 feci al professor Guidi, noto divulgatore scientifico che ha fatto conoscere i misteri della scienza a diverse generazioni di italiani.
<< Professor Guidi, noi di Top Elite, il giornale della classe dirigente, siamo qui con Lei che non ha bisogno di presentazioni per chiederle qual è il segreto principale del suo lavoro>>.
<< Dottor Rossi, la prima cosa che serve è la passione>>.
<< E mi dica, a cosa serve la passione?>>.
<< La passione serve a liberare la mente e concentrarsi sul lavoro, senza farsi abbattere dai fallimenti che pure si possono incontrare sulla strada>>.
<<E poi? Cos’altro serve?>>.
<< Ci vuole costanza e forza di volontà>>.
<< Si spieghi meglio>>.
<< Vede, in un mondo che ci chiede di essere sempre più produttivi, l’intellettuale e il divulgatore devono dare continuità alla propria opera, anche se a volte non è facile>>.
<< Come mai?>>.
<<Perché a volte manca l’ispirazione>>.
<<Ah certo, l’ispirazione, bel problema>>.
<< Ma a volte non avere l’ispirazione non significa non sapere che cosa scrivere o che cosa proporre ma significa non aver voglia di farlo>>.
<< E quindi?>>
<< Quindi ci soccorre la nostra forza di Volontà>>.
<< Ci sono altri segreti per avere successo?>>.
<< Certo ci vuole un’estrema chiarezza per farsi comprendere da tutti e non lasciare indietro nessuno>>.
<< Molto bene professore, vogliamo parlare della sua prossima trasmissione alla quale credo stia ancora lavorando?>>.
<< Certo, anche se come saprà, non possiamo parlare di tutto, comunque potremmo considerare questa mia intervista una piccola anteprima>>.
<< Grazie mille possiamo sapere come si chiamerà la trasmissione?>>.
<< Sì, la trasmissione si chiamerà: Come mai da neonati eravamo molto più piccoli di adesso?>>.
<< Nome davvero evocativo e lo scopo della trasmissione immagino sia quello di parlare dello sviluppo dell’uomo>>.
<< No, principalmente, parleremo delle differenze tra neonato e adulto>>.
<< Mi potrebbe fare un esempio?>>.
<< Va bene, una delle puntate della trasmissione si chiama: I diti e fa riferimento al modo colloquiale con i quali vengono ormai da anni chiamati>>.
<<Capisco, e a questo riguardo come si svolge la trasmissione>>.
<<La trasmissione si svolge all’insegna della semplicità e della chiarezza>>.
<<Ci spieghi>>.
<< Ad esempio confrontiamo la lunghezza delle dita del neonato con quella delle dita di un adulto e facciamo lo stesso con larghezza e poi traiamo le conclusioni>>.
<<Cioè?>>.
<< Cioè, concludiamo che nell’adulto l’unghia è molto più lunga, più larga e più spessa mentre nel neonato è più sottile, stretta e corta>>.
<<Interessante>>.
<<La stessa cosa facciamo con le dita anzi I diti e spieghiamo che in quelli degli adulti l’osso è molto più lungo, c’è molta più pelle e le dita sono molto più larghe>>.
<< Ottimo e le sue trasmissioni, tra l’altro, sono molto seguite>>.
<< Esatto abbiamo oltre il 40% di share e questa è la prova che la cultura passa anche attraverso la televisione e che si può fare televisione di qualità>>.
<<Professore La ringraziamo per l’intervista e speriamo che ci permetterà di tornare a trovarla in futuro per darci delle anticipazioni sui suoi progetti>>.
<<Senza dubbio, grazie a lei per l’attenzione e la disponibilità>>.
–
Qui finisce l’intervista ufficiale e poi io e il professore abbiamo iniziato a discutere informalmente.
<<Allora la verremo a trovare il prossimo anno>>.
<<Fate pure, ormai non mi vergogno neanche più>>.
<<Che vuol dire?>>.
<< Secondo Lei? Ha idea della melma che devo raccontare alla gente? Sono tutti imbecilli, da almeno 50 anni>>.
<<Si riferisce all’esigenza di mantenere un’esposizione semplice?>> dico.
<<Mi riferisco che abbiamo assistito ad un’involuzione controllata>>.
<<In che senso?>>.
<<Abbiamo inventato da anni dispositivi tecnologici che quando individuano, tramite le ricerche sui browser, che alcuni soggetti stanno sviluppando QI superiori a 95 fanno partire azioni correttive tramite contenuti sessuali per creare distrazioni e distogliere da ogni pensiero>>.
<< E secondo Lei è un male?>> chiedo.
<< Mi fa pensare che se tutta questa tecnologia serve a farci diventare più stupidi delle scimmie allora forse era meglio non averla neppure>>.
<< Ma l’intelligenza è una libertà che può portare all’estinzione>> ribatto.
<< Quindi le pensa che le guerre siano dovute a troppa intelligenza e non alla stupidità?>> mi chiede.
<< Credo che troppa intelligenza possa far proliferare ordigni in grado di essere utilizzati con spregiudicatezza da persone stupide>>.
<< Per questa ragione invece di aumentare il numero delle persone intelligenti abbiamo deciso di aumentare quello delle persone stupide?>> mi domanda.
<<Troppe persone intelligenti non sono controllabili e sono pericolose soprattutto quando hanno a disposizione moltissimi strumenti tecnologici>>.
<<Questo posso anche capirlo, ma non lo trovo giusto, ci doveva essere un altro modo>>.
Gli rispondo: <<Questo è il modo migliore, d’altronde cosa vuol farci, non tutti vengono lasciati in questa condizione, alcuni vengono elevati, come lei>>.
Mi guarda triste e dice: <<E gli altri?>>.
Lo guardo e concludo: <<Li lasciamo a lei, gli insegni pure a misurarsi i diti>>.