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Il complesso dei pesci balena

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Stavamo guardando il cielo insieme per la prima volta.

<<Credi nell’esistenza di Dio?>>

<<Abbastanza>>

<<Se fosse stato Dio a creare l’Universo secondo te sarebbe in grado di trovarci?>>

<<Certamente, se ci ha creato sa anche dove siamo>>.

<<E se si fosse scordato saresti in grado di spiegargli dove siamo in modo da venirci a salvare?>>

<<Vuoi provare?>>

<<Ok>>

<<Tu fai Dio?>>

<<Va bene>>.

<<Hai presente l’Universo?>>

<<Tutto?>>

<<Sì tutto l’Universo.>>

<<Che debbo farci?>>.

<<Prendi una parte, la più grossa, al centro, noi la chiamiamo “Complesso dei superammassi dei pesci Balena”>>.

<<E poi?>>.

<<Poi avventurati lì dentro e punta il superammasso di Laniakea detto “dei cieli immisurabili”>>.

<<Una volta lì che dovrei fare?>>

<< Dovresti spingerti ancora al suo interno verso il Superammasso della Vergine>>.

<<E quindi?>>.

<<Lì dentro c’è un gruppo di Galassie che per comodità noi chiamiamo locale, in mezzo a quelle si trova la Via Lattea>>.

<<Finalmente! È finità?>>.

<<Veramente no, al suo interno ci sono diverse braccia, devi prendere quello di Orione>>.

<<Poi ci siamo?>>.

<<Non ancora. Una volta lì devi arrivare alla cintura di Gould, cercare una nube dentro una bolla e con un po’ di fortuna alla fine vedrai un piccolo sistema solare con alcuni pianeti. Il terzo in orbita a partire dal sole è il nostro, la Terra>>.

<<La strada è un po’ lunga però>>.

<<Ma ti ci ho portato alla fine>>.

<<Non sono convinta, ci sono troppi nomi da ricordare, se uno non li sa come ti riesci a spiegare?>>.

<<Per quello posso sempre spiegarmi a gesti>> e la bacio.

Mi abbraccia <<Se penso a quanto siamo così piccoli mi chiedo se i nostri problemi li hanno anche oltre la cintura di Gould>>.

<<Non tutti di certo ma questo bacio sì. Si merita di essere citato nelle cronache di mondi morenti e di quelli appena nati e di viaggiare oltre lo spazio-tempo>>.

<<Fino a dove?>>.

<<Fino all’origine di tutti gli universi osservabili>> e la ribacio.

Poi la guardo silenzioso.

<<Perché mi fissi? Cosa c’è?>>.

<<Invidio il cielo e i poeti perché riescono a mostrare l’assoluto a chi fa anche fatica a capire il relativo>>.

<<Mi fai ridere lo sai?>>.

<<Mi piace parlare con te e farti ridere>>.

<<Di cosa vorresti parlare?>>.

<<Parliamo degli uomini e dell’amore. Che cosa siamo noi?>>.

<<Secondo te cosa siamo?>>.

<<Forse giocattoli rotti>>.

<<Spiegati meglio>>. Lei mi guarda pensierosa.

<<Troppi amori vissuti in planata, troppe storie finite forse? >>.

<<E quindi?>>

<< Riusciamo ancora a concepire quella malattia irrazionale che ci stringe uno verso l’altro senza sentire ragioni?>>

<< E cosa sarebbero i rapporti per te?>>

<< Erano bisogni pulsioni e slanci che univano chi si accoppiava per tutta la vita. Era diventare parenti senza esserlo mai stati>>.

<< Un po’ inquietante ma bello>>.

<<E in mezzo c’erano le forme, gli odori, gli odii e le di lotte di chi sta assieme per sempre>>.

<< Sempre è una parola difficile>>.

<< E c’era un’identità condivisa da due che nel loro rapporto decidevano o accettavano uno dei tanti modi di essere famiglia>>.

<< E ora questo non c’è più?>>.

<< Allora anche i matrimoni tra i ricchi duravano tanto!>>.

<< Ti manca quel tempo?>>.

<< Mi manca quello che c’era, che andava oltre il bene che emaniamo naturalmente e che ci gira attorno senza trovare chi possa impegnarsi a riceverlo e accudirlo>>.

<< Davvero?>> mostra interesse.

<< E se non trova a chi donarsi ci si rivolta contro>>

<<E cosa fa?>>

<< Ci toglie il necessario, ci dona il superfluo e ci lascia nudi>>.

<< E questo surriscalda l’ambiente immagino>> Lei mi guarda e provoca.

<<Nudi senza il senso del Noi>>.

Gli sguardi si incontrano di nuovo.

Quando ho amato una ragazza, ogni volta, in quei momenti in cui gli occhi si incontrano e ridono rispecchiandosi di pura gioia, ho sempre visto trasfigurarsi la stessa donna, sempre Lei, sempre lo stesso volto uguale, colmo di gioia, che mi guarda.

E quando ricambio quello sguardo ogni volta non so se sto guardando una donna o sto guardando Dio.

Se Dio fossi io le volte che mi metto dopo tutto il resto, dopo gli altri?

E se quando mi chiedo perché Dio permette che i bambini soffrano non lo vedessi soffrire proprio negli occhi dei bambini. Come posso alleviare le sofferenze di Dio, dargli gioia e vederlo sorridere in un bimbo?

Si dice che siamo il cancro della Terra per far sembrare etico questo nostro continuare a sterminarci.

Ma a volte della terra siamo il sale.

Sono andato troppo oltre, Lei se ne accorge ma non parla.

<<Ti piaccio?>> intanto mi avvicino.

<<Sì>> dice sfrontata.

<<Vuoi fare l’amore?>>.

<<Non ti posso dire no>>.

<<Perché mi ami?>>.

Mi guarda divertita, avvicina gli occhi e sussurra dolcemente: << Perché sono il tuo robot>>.

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