Benvenuto su Satisfiction   Click to listen highlighted text! Benvenuto su Satisfiction

Il sorriso di Cassandra

I personaggi di questo racconto sono di pura fantasia, qualsiasi riferimento anche qualora appaia preciso e circostanziato a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale e di pura fantasia e nell’intento dell’autore non offensivo, non reale e comunque non attinente a questo continuum spazio-temporale e quindi incapace di ledere posizioni o diritti altrui, a tacer del fatto che l’autore non condivide nemmeno una parola di quanto scritto.

#

Lui ci parla ancora

Ci sono sere tristi al Bar Bianciardi.

Avrei voglia di sedermi al bancone e chiedere al barista un doppio whisky, chiacchierare con lui e bere fino a barcollare.

Capirete quanto ciò sia poco agevole se il barista sono io.

O meglio potrei anche parlare da solo visto che in letteratura imparare a farlo dà un bel vantaggio, soprattutto se con sé stessi si impara a litigare.

Ma bere no.

Bere riesco a farlo solo in compagnia.

O con gli amici, con i quali in poco tempo posso scolare bottiglie intere, oppure con un barista di fiducia.

Il barista è il sacerdote di Bacco che ascolta ogni peccato e poi ti assolve versando con gioia generosi boccali di nettare alcolico.

E stasera da buon barista non mi sottrarrei al mio compito se solo entrasse dentro un cliente.

E, allo stesso modo, se non entrasse me ne farei una ragione abbassando un poco prima la serranda visto che il sonno non mi manca.

Mentre sto per rassegnarmi la porta si apre ed entra un signore con un impermeabile verde e un cappello grigio scuro.

<<Un succo di pompelmo!>> mi chiede.

Mentre si avvicina gli chiedo se è sicuro di bere del pompelmo vista l’ora e lui mi risponde: <<Io ti ringrazio, mi fa piacere che ti preoccupi però fatti i fatti tuoi>>.

E mentre parla sento la sua inflessione indimenticabile, allora lo guardo bene in faccia e lo riconosco: << Presidente!>>.

<<Non urlare, son qui in incognito>> mi risponde.

<<Ma Presidente, non era morto?>>

<<Ecco, infatti, cosa potrebbero pensare i clienti se gira voce che adesso parli anche coi morti?>>.

<<Ormai di vivi siam rimasti in pochi>>.

Mi guarda, sorride e poi dice: <<Se fossimo stati coetanei e ti avessi conosciuto ai tempi in cui ero ministro ci saremmo divertiti>>.

Sorrido anche io e chiedo: <<Perché?>>.

<<Perché i vivi son sempre stati pochi e quando si incontrano si fanno compagnia>>.

<<Lo devo prendere come un complimento?>>

<<Ma si capisce! Però ricordati che stai facendo degli errori>>.

Lo guardo e gli chiedo: <<A cosa si riferisce Presidente?>>.

Allora parte: <<Li ho letti i tuoi racconti. Fai dei bei titoli, e poi però insinui delle idee sperando che le capiscano quelli che non capirebbero neppure se certe cose le scrivessi chiare>>.

Gli chiedo cosa dovrei fare e allora lui mi risponde: <<Dovresti avere più coraggio. Ad esempio, cosa hai scritto in questi mesi che possa muovere qualche coscienza?>>.

<<Le coscienze le hanno i vivi…>> rispondo.

<<Ma i vivi hanno meno bisogno di leggere dei morti e molto probabilmente non ti leggono>> fa una pausa e continua <<Se poi ti leggessero non è che non ti darebbero ragione ma penserebbero che hai scoperto l’acqua calda>>.

<<E quindi cosa dovrei fare?>>

<<Devi scrivere per i morti! Non li vedi tutti questi Lazzari da resuscitare?>>

Mi viene da ridere ma mi trattengo e gli chiedo: <<Come faccio a scrivere per i morti e resuscitare le loro coscienze, mi sembra impossibile>>.

<<Con tutti i libri che hai comprato non ti vergogni>>.

Allora gli chiedo se mi sta controllando o se monitora i pagamenti della mia carta.

<<Quello lo può fare anche la tua banca, figurati io che qui dall’altro mondo posso fare anche di più di quel che potevo da ministro dell’Interno>> e ride scoprendo i denti.

<<Ma Presidente, cosa dovrei scrivere?>>.

Mi guarda divertito e mi dice: <<Se io non avessi mai fatto politica e avessi letto tutta la Commissione stragi, alla tua età avrei scritto dei racconti bellissimi>>.

<<Ma di cosa dovrei parlare? Della Stazione di Bologna, di Moro o di Ustica?>>.

<<Per carità, su quelle cose hanno scritto già in troppi, e poi riguardano troppa gente permalosa, pensa a qualcosa di più vicino e attuale>>.

<<Per esempio?>>.

<<Ma ti sei mai chiesto come mai nel 1992 l’intera classe politica è stata travolta dagli scandali delle tangenti?>>.

<<Perché rubavano?>>.

<<Per piacere, sei un ragazzo intelligente, dopo tutti questi anni ancora credi che quei politici fossero ladri e che invece quelli di adesso siano onesti e competenti?>> mi dice.

<<Presidente, quello che so e che si dice è che questa classe politica è stata investita e travolta dalla caduta del muro di Berlino>>.

<<Esatto ma ti sei mai chiesto come mai?>>.

<<Perché non c’era più il muro di Berlino e quindi non c’era più necessità di tenere insieme le strutture della guerra fredda compresa la nostra politica?>>.

<<Certo che tu per non aver capito niente ne hai letta di roba>> sorride.

<<Ma perché Presidente?>>.

Mi guarda e mi chiede: <<Qual è la struttura alleata occidentale più importante della guerra fredda?>>.

<<La NATO>>.

<<Giusto. E dimmi quando sarebbe stata chiusa di preciso?>>.

<<Mai, almeno così mi risulta>>.

<<Esatto. Ma tu non stavi dicendo che cadendo il muro di Berlino non c’era più necessità di tenere insieme le strutture della guerra fredda?>>.

<<Certo Presidente!>>.

Fa silenzio e mi guarda: <<E non credi che questa idea possa essere venuta anche ai politici italiani dopo il 1989?>>.

Penso un attimo e poi rispondo: <<Mi vuole dire che la nostra classe politica venne rottamata perché voleva rottamare la NATO?>>.

<< La NATO si sarebbe dovuta sciogliere per raggiunto fine sociale quando nell’ 89 è caduto il muro di Berlino. Questo lo disse Andreotti anni dopo a Cagliari alla base della Maddalena. “Perché alla base di un’alleanza militare vi è la necessità di sapere da chi ci si deve difendere” disse. E sai anche che tra Andreotti e Craxi c’era una buona intesa>>.

<<Sì, ma non ho mai indagato troppo quel periodo perché avevo solo quattordici anni>>.

<<Era un periodo duro, subito dopo la mia Presidenza, in cui ho dovuto fare di tutto per tenere insieme lo Stato, rischiando di esser processato per attentato alla Costituzione>> mi dice e poi si ferma.

Mi fissa e poi riprende: <<Hanno sempre accusato la NATO e gli alleati di avere reso l’Italia un Paese sovrano solo a metà…e avevano ragione>>.

<<In che senso Presidente?>>

<<Nel senso che avrebbero dovuto lasciarlo sovrano solo per un terzo, per un quarto…>> replica.

<<Ma perché Presidente?>>

<<Perché quando gli italiani si sentono sovrani fanno le cose nell’unico modo che conoscono>>.

<<Quale modo?>>.

<<All’italiana>> risponde e ride. Poi continua: <<Vedi io vengo dalla Sardegna e quindi italiano lo sono per scelta. Ma lo sai che ho passato la metà della mia carriera politica a rimediare alle cazzate che facevano gli altri e delle quali a volte si vantavano pure?>>

<<Mi faccia un esempio>>.

E lui: <<No. Ma, per esempio gli italiani da soli non avrebbero neppure fatto l’unità d’Italia. Quando il Regno di Sardegna, perché Vittorio Emanuele II era Re di Sardegna, ha fatto l’Unità d’Italia non l’ha fatto da solo. Tu credi che senza la flotta inglese le mille giubbe rosse sarebbero potute arrivare fino in Sicilia?>>.

<<In effetti di questo si è scritto molto Presidente>>.

E lui continua: <<Devi dire a Fasanella che è stato molto sfortunato a fare uscire il suo libro Nero di Londra in questo momento>>.

<<Perché Presidente?>>.

<<Perché già la sinistra fa fatica ad accettare che la responsabilità del fascismo fosse degli alleati inglesi. Figurarsi quanto potrebbe piacere alla destra (per così dire) che ora governa, di sentir raccontare che il Duce era un pupo in fasce allevato e supportato dalla perfida Albione con l’apporto decisivo della Massoneria>>.

<<Con i problemi cha abbiamo credo che la politica sia su altri fronti, Presidente>>.

<<I problemi che avete li avete perché la politica certi fronti non li presidia più. Dal 1989 i politici non hanno saputo ricostituire il Paese, non hanno saputo riprodurre una classe dirigente. Non hanno avuto più una narrazione da riproporre all’elettorato>>.

<<In che senso Presidente?>>.

<<Non essendoci il rischio del comunismo quelli che si turavano il naso han smesso di votare DC e i comunisti non avevano più il paradiso in terra oltre cortina. Ma non è tutto>>.

<<Cosa vuol dire Presidente?>>.

<<Le idee! non ci sono le idee! Non c’è la coltivazione di una società virtuosa, c’è solo arroganza, che va poi a braccetto con l’incompetenza. Abbiamo una Costituzione che serviva a rendere il Paese ingovernabile quando né DC né PCI si fidavano l’un dell’altro>> e continua <<E l’abbiamo mantenuta praticamente uguale anche ora che invece servirebbe garantire a chi governa i poteri per farlo>>.

<<Ma Presidente, sul 1992 cosa mi stava dicendo?>> lo interrompo.

<<Ti stavo dicendo, che quando è cambiato il mondo i politici invece di capire quale doveva essere la politica da perseguire han pensato di affossare la NATO>>.

<<Ma perché?>>

<<Perché si voleva uscire dal ruolo di sconfitti bellici e tornare liberi quando veramente liberi non si era mai stati neanche prima. Figurarsi come si poteva esserlo nel momento in cui non si aveva né un progetto politico né il rapporto con gli elettori>>.

<<E quindi?>>

<<Quindi il risultato è stato che di quel tempo La NATO è l’unica cosa che è rimasta>>.

<<Adesso se non ci fosse la NATO sarebbero guai però Presidente>>.

<<Ragazzo mio, Voi dovete fare in modo di far sì che non scoppi una guerra nucleare ma allo stesso tempo fare in modo che l’America non si isoli di nuovo come vorrebbero certi repubblicani e smetta di fare il poliziotto del mondo>>.

<<Ci si prova>>.

<<Ma ci vorrebbero i politici per questo e oggi, senza vere scuole di partito e senza formazione avete solo dei politici “fatti in casa”. Pensa che sui giornali è uscito che un vostro ministro avrebbe detto che la Russia è un Paese del Mediterraneo>>.

<<Presidente, non era Kissinger che diceva che il 90% dei politici rovina il buon nome di tutto l’altro 10%?>>replico.

<<Ho sempre detto che avere imbecilli in Parlamento è la prova che siamo in una democrazia rappresentativa perché se ci sono nel popolo devono anche essere rappresentati. Bisogna però che quel dieci percento di politici in gamba ci sia. E non c’è perché per farlo ci vuole formazione. Vedi, le api quando devono fare una regina gli danno da mangiare la pappa reale. Mentre noi la pappa reale abbiamo smesso di farla>>.

<<Come la vede la situazione oggi?>>.

<<Come la devo vedere, andrà male, anzi malissimo>>.

<<Perché?>>.

<<Perché ancora non vi siete svegliati, non avete capito che ci vuole una visione del futuro per dare un futuro alla politica. Invece non c’è e l’integrazione europea è ingessata. Ma dico io, come fa una comunità che è nata come CECA (comunità europea del carbone e dell’acciaio) ad andare in crisi nell’approvvigionamento di materie prime?>>

<<Cerchiamo di farci sentire in Europa>>.

<<Ma l’ultima volta che vi hanno sentito è quando avete abolito la povertà>>.

<<Allora non le chiedo cosa ne pensa delle modifiche al reddito di cittadinanza>>.

<<Non lo so, bisogna aspettare un po’ di tempo per capire ma penso che alla fine non lo toglieranno perché se lo togliessero darebbero alla sinistra un seguito militante che non ha più>> fa una pausa e riprende <<Ma sarebbe anche il colmo se la gloriosa Destra fosse intimorita dai terribili reggimenti “divanati”>> e sorride divertito.

<<Presidente, che consigli darebbe al governo oggi?>>.

<<Di ripristinare subito l’immunità parlamentare prima che i magistrati abbiano il tempo di arrestare qualcuno>>.

<<E poi?>>

<<Subito divisione delle carriere in Magistratura>>.

<<Ma sempre con i magistrati ce l’ha Presidente?>>.

<<Assolutamente no. Ma la prova di quel che ho sempre detto e della condizione della magistratura la vediamo in questi giorni con la notizia dell’assoluzione di un magistrato per “ignoranza inevitabile della legge”>>.

<<Perché è sicuro che andrà male?>>.

<<Perché la sinistra che è l’unica che sia riuscita a raggruppare una classe dirigente in grado di far andare bene il paese, non prova neppure a farlo perché è troppo difficile e conviene molto di più lasciare andar le cose come vanno>>.

<<E la destra?>>.

<< La destra secondo me avrebbe pure la voglia di far andare meglio le cose, il problema è che non ha ancora selezionato o raccolto una classe dirigente all’altezza del compito>>.

Subito dopo mi guarda: <<Senti, adesso non ti posso dire chi mi aspetta ma ho da fare e devo andare via, quanto ti devo?>>.

<<Lasci stare Presidente per questa volta offro io>>.

<<Allora ti devo passare a ritrovare prima o poi>>.

Gli faccio un’ultima domanda: <<Presidente secondo Lei come sarà l’Italia tra vent’anni>>.

<<Sarà spopolata ragazzo mio>>.

<<Che vuol dire?>>

<< Ci rimarranno sì e no trenta milioni di italiani>> e poi si infila il cappello, mi saluta e si dirige verso la porta. Prima di arrivarci si ferma, mi guarda e dice: <<Ma non preoccuparti, avranno tutti il sussidio, anche i magistrati, anzi loro lo avranno doppio>> ride, mi saluta con la mano, si gira e se ne va.

Click to listen highlighted text!