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Ines Testoni. Essere eterni. Manifesto contro la morte

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In un tempo segnato dall’incertezza e dalla precarietà esistenziale, Ines Testoni — docente di Psicologia sociale e di Psicologia delle relazioni di fine vita, perdita e morte all’Università di Padova, nonché direttrice del master Death Studies & the End of Life e del corso di perfezionamento in Creative Arts Therapies — affronta il tema della morte con un approccio che si può definire, senza esitazione, rivoluzionario.

Nel suo testo, denso e audace, l’autrice intreccia con rara maestria il rigore della riflessione filosofica e la vibrazione dell’esperienza personale. Le voci di Spinoza, Nietzsche, Freud e Marx si alternano ai frammenti autobiografici, in un dialogo continuo tra pensiero e vissuto che restituisce al saggio la vitalità del racconto. L’equilibrio tra la dimensione teorica e quella narrativa è sostenuto anche da uno stile che si muove con eleganza tra il linguaggio specialistico e la potenza evocativa dell’immagine: un registro duplice, capace di mantenere il lettore sospeso tra la precisione concettuale e la profondità emotiva del dire.

In Essere eterni. Manifesto contro la morte, (Il Saggiatore, 2025, 360 pagine, 22,80 euro) l’autrice è convinta che il terrore della fine sia il più potente strumento di dominio mai escogitato dal pensiero occidentale. La riflessione su cui si costruisce l’intero testo nasce da una domanda apparentemente semplice: perché abbiamo così paura di morire? L’autrice risponde senza esitazione: temiamo di morire perché nella morte scorgiamo un annientamento.

Seguendo il pensiero di Emanuele Severino, uno dei più importanti e radicali filosofi italiani del Novecento, secondo cui non è possibile che l’essere umano diventi nulla, la Testoni ci accompagna verso la liberazione da una convinzione paralizzante che blocca i nostri passi. Il terrore della morte rappresenta l’origine di tutte le nostre paure, ed è proprio lì che il potere trova terreno fertile in cui immettere le radici del controllo. Il concetto di immortalità interroga il nostro rapporto con il tempo, con la perdita e con il significato stesso dell’essere, e il più delle volte ci lascia soli e senza risposte. Il vuoto che sentiamo crea uno spazio d’azione per religioni, movimenti, scienza contemporanea che propongo strumenti efficaci per salvarsi dalla morte attuando un subdolo dominio sulle menti.

La Testoni ci mostra una collettività che non riesce a fare i conti con il concetto di eternità; che accoglie teorie populiste e complottiste per l’incapacità di guardare cosa vi sia oltre la vita e nel tentativo di mettere a tacere l’angoscia. La Testoni chiama a raccolta filosofia, psicologia, spiritualità, letteratura, per far luce su uno dei più discussi misteri di sempre: cosa rimane dopo di noi?

Nel nucleo pulsante dell’opera si manifesta una consapevolezza tanto elementare quanto vertiginosa: la morte, condizione comune a ogni vivente, rappresenta al tempo stesso la misura del nostro limite e l’origine del nostro sogno di trascenderlo. Proprio dall’impatto fra la certezza della fine e l’ostinazione del desiderio nasce il tessuto simbolico della civiltà: miti e dogmi, sistemi di pensiero e architetture narrative, visioni religiose e progetti scientifici. Tutte queste forme, pur diversissime, si radicano in una medesima tensione: sottrarre l’esistenza alla dissipazione del tempo, dilatare i confini dell’umano oltre la soglia della sua fragilità.

Testoni non cerca di dissipare il mistero, ma di abitarlo. Il suo discorso non approda a verità ultime: preferisce invece sostare nelle zone d’ombra, là dove l’idea di immortalità non si configura come illusione, ma come una delle più autentiche espressioni del desiderio umano di senso. In un presente dominato dal mito della giovinezza eterna e dall’utopia tecnologica dell’infinito, il suo libro si distingue per la capacità di restituire alla morte — e, di riflesso, alla vita — la complessità di un enigma irrisolto, che continua a interpellare la nostra coscienza e la nostra fragilità.

Essere eterni è un’opera di rara coerenza e coraggio. In un tempo che teme il silenzio e cerca in tutti i modi di rimuove la morte, Testoni invita a praticare un atto di liberazione dalla paura, un percorso di consapevolezza che non consola ma trasforma. Con questo manifesto, Ines Testoni firma una delle riflessioni più radicali e urgenti del nostro presente: un tentativo di restituire alla filosofia la sua funzione originaria — non spiegare la vita, ma insegnarci a non averne paura.

Nancy Citro

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