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Jianwei Xun anteprima. Ipnocrazia

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Un nuovo ordine: “L’Ipnocrazia è il primo regime che opera direttamente sulla coscienza. Non controlla i corpi. Non reprime i pensieri. Induce, piuttosto, uno stato alterato di coscienza permanente. Un sonno lucido. Una trance funzionale.” Il mare della manipolazione: “L’elemento più inquietante è la loro capacità di trasformare ogni critica in conferma, ogni smascheramento in prova di autenticità. È il segno della perfetta ipnosi: il soggetto ipnotizzato interpreta ogni tentativo di svegliarlo come una ragione per immergersi più profondamente nella trance”.

È in libreria Ipnocrazia. Trump, Musk e la nuova architettura della realtà di Jianwei Xun (Edizioni TLON 2025, pp. 128, € 12) con traduzione di Andrea Colamedici. Jianwei Xun è un filosofo e teorico dei media che lavora all’intersezione tra teoria critica, studi digitali e filosofia della mente.

Il libro è un viaggio nel cuore di una civiltà in trance permanente, dove le nostre certezze – e persino le nostre resistenze – finiscono per essere assorbite in un flusso costante di informazioni e suggestioni. È un testo che, con brillante lucidità e una scrittura tesa, immerge il lettore in un mosaico di concetti originali: “trance algoritmica”, “sovranità percettiva”, “economia dell’anticipazione”. Le parole chiave che Xun conia non sono semplici etichette, ma veri e propri strumenti per comprendere come i “sacerdoti mediatici” plasmino la realtà collettiva. Un’analisi filosofica, antropologia culturale e aneddoti storici, svela i meccanismi con cui la “realtà gassosa” di oggi può essere piegata, manipolata e persino moltiplicata all’infinito. La potenza di Xun sta nell’andare oltre le letture semplicistiche sulla “postverità”: mette in scena un vero e proprio regime di induzione ipnotica globale, in cui “l’invasione dell’intimo” e “l’edging algoritmico” diventano pratiche quotidiane di controllo.

A differenza di altre opere che si limitano a diagnosticare il presente, Ipnocrazia non cade nell’errore di rimpiangere età dell’oro perdute. Propone invece uno sguardo consapevole sul modo di resistere dall’interno: non con crociate solitarie, ma sviluppando una “mappa” per restare lucidi in questa trance condivisa.  Il libro si distingue per il rifiuto del tecnopessimismo e della nostalgia per un’età dell’oro della verità oggettiva, ma spinge il lettore a sviluppare una capacità critica per navigare tra diversi sistemi di realtà, mantenendo un nucleo di autonomia percettiva. L’autore non offre soluzioni semplici o consolatorie, ma una guida per comprendere e navigare il complesso paesaggio della contemporaneità. La prima parte del libro analizza l'”homo social”, mentre la seconda parte fornisce strumenti preziosi per orientarsi e resistere all’interno del sistema. Con uno stile narrativo che non solo descrive la realtà ma invita a una sua comprensione attiva, Ipnocrazia è un’opera che rimane impressa per la sua capacità di stimolare una riflessione profonda e critica sulla nostra epoca. Un viaggio intellettuale che non si limita a smascherare l’illusione, ma insegna a conservare la lucidità all’interno di essa.

Carlo Tortarolo

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Gli algoritmi non sono solo strumenti di calcolo e previsione: sono tecnologie ipnotiche di massa. E l’economia dell’attenzione non è solo un modello di business: è un sistema di induzione di trance collettiva.

L’intreccio è totalizzante e opera su molteplici livelli. Le piattaforme social non vendono pubblicità: vendono stati alterati di coscienza. Il loro prodotto non sono i dati: è la suggestione profonda. Non profilano utenti: modulano stati mentali. Non tracciano comportamenti: inducono sogni.

Gli algoritmi di raccomandazione sono vere e proprie tecniche ipnotiche automatizzate. Ogni scroll è un’induzione più profonda. Ogni notifica è un trigger ipnotico. Ogni feed è una seduta di ipnosi personalizzata. La customizzazione algoritmica non serve a mostrarci ciò che ci interessa: serve a mantenerci in uno stato di trance ottimale per il consumo e il controllo.

Il capitale non accumula più solo plusvalore economico: impila stati di coscienza alterati. Le criptovalute non sono solo speculazioni: sono forme di trance finanziaria collettiva. Gli nft non sono solo asset digitali: sono feticci ipnotici. Il metaverso, poi, non è una nuova frontiera tecnologica: è un ambiente di suggestione integrale.

L’economia delle piattaforme, quindi, è un’economia della trance. Ancora con i disvelamenti: Uber non vende corse, vende il sogno dell’imprenditorialità indipendente. Airbnb non affitta case, commercia in fantasie di vita alternativa. Amazon non consegna prodotti, distribuisce microdosi di appagamento dopaminico. L’intelligenza artificiale non emula l’intelligenza umana, perfeziona tecniche di induzione ipnotica. La Gig Economy non è solo precarizzazione, è l’induzione di uno stato di trance lavorativa permanente dove l’autosfruttamento viene vissuto come libertà. Lo smart working, infine, non è solo lavoro da remoto: è la trasformazione di tutta la vita in lavoro.15

La società algoritmica è una società ipnotica dove ogni aspetto dell’esistenza viene mediato da tecnologie di suggestione. Il capitale digitale ha compreso che il vero valore non sta nel controllo dei mezzi di produzione materiali ma nel controllo degli stati di coscienza. Non serve più possedere le fabbriche se si possono possedere le menti. Non serve controllare il lavoro fisico se si può indurre uno stato di trance produttiva permanente.

L’Ipnocrazia è così la forma perfetta del capitalismo nell’era digitale: un sistema dove potere economico, politico e tecnologico convergono nella capacità di indurre, mantenere e modulare stati alterati di coscienza su scala globale.

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