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Julia Deck. Proprietà Privata

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Avete presente No surprises dei Radiohead?

La cantilena introduttiva, lo xilofono, a me non è mai sembrata una ninna nanna. Quella dolcezza così ostentata, se leggo attentamente le parole, a me, quella canzone, ha sempre trasmesso una certa inquietudine. Come se fosse la colonna sonora di una storia terribile di ordinaria nevrosi, di una insospettabile, borghese, ferocia.

Adesso, dopo aver letto Proprietà privata di Julia Deck, quella sfuggevole sensazione ha trovato una storia a cui ancorarsi, il libro capace di rendere concreta una paranoia.

C’è un momento, preciso, della canzone, che mi è tornato alla mente per tutta la lettura del libro. Quando Thom Yorke dice:

Such a pretty house
And such a pretty garden
No alarms and no surprises (get me out of here)

Perché quella che ci racconta Julia Deck è la storia di una famiglia borghese, i Caradec, che si trasferiscono in una villetta in un sobborgo di Parigi, lontani dalla città. Sognano una vita tranquilla, con un giardino e dei fiori da accudire. Charles, il marito di Eva, è nevrotico, depresso, ha smesso d’insegnare e ha bisogno di serenità.

Quando si trasferiscono, scoprono di avere dei vicini rumorosi e un pochino invadenti: i Lecoq e il loro gatto, rosso e girovago come quello di Colazione da Tiffany.

Nei miei appunti di viaggio, che tengo sempre quando comincio a leggere un nuovo libro, avevo scritto: questa è la storia di una casa, di una periferia e di una forma sottile di follia che si allarga.

Questa impressione iniziale è rimasta. Attraverso il racconto che Eva fa al marito, l’inquietudine del lettore aumenta. Arriva, a un certo punto, un delitto, un delitto tremendo, una vendetta. Ma per cosa?

Perché questa è la vera domanda? Non tanto chi è stato? Ma perché?

Cosa, ha urtato così tanto questo borgo? Cosa lo ha sconvolto? Cosa facevano i Lecoq di così terribile? Cosa rappresenta quel gatto a un certo punto?

Proprietà privata è un libro coinvolgente, che io ho letto in pochissime ore. Julia Deck ha la capacità, già mostrata ampiamente in un altro romanzo sempre edito da Prehistorica editore dal titolo Sigma, di partire da un episodio marginale, in questo caso il trasferimento dalla città a un sobborgo, per raccontare un mondo, una comunità e tutto quello che si nasconde dietro la vetrosa patina dell’apparenza.

Tradotto magistralmente da Lorenza Di Lella e da Francesca Scala, Proprietà privata è l’ennesima perla in un catalogo sempre più prezioso.

Pierangelo Consoli

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Julia Deck, Proprietà Privata, Prehistorica editore 2025, Pp.180, Euro 17

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