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La Donna e la Scala di Luce. Fiaba ispirata a “Stairway to Heaven”

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C’era una volta, in un regno lontano, una donna molto ricca e molto sola. Viveva in una grande casa adornata di specchi e ori, con finestre che guardavano solo verso l’interno. Il suo nome era dimenticato dagli altri, ma tutti la conoscevano come La Signora del Brillìo, perché tutto ciò che desiderava era ciò che luccicava.

Ogni mattina si svegliava e contava le sue gemme. Ogni sera, si addormentava sognando cose splendenti che ancora non possedeva. Un giorno, sentì parlare di una scala meravigliosa, costruita di luce e mistero, che conduceva al Paradiso.

Se esiste una via che porta al cielo,” disse la donna tra sé, “allora dev’essere lastricata d’oro.”

Così chiamò un mercante di passaggio, un vecchio con occhi profondi come pozzi, e gli chiese:

Questa scala… si può comprare?”

Il vecchio sorrise, con un’espressione che non era né allegra né triste.

Ogni scala ha un prezzo. Ma non sempre si paga con l’oro.”

La donna non comprese, ma pagò comunque una somma immensa, convinta che nulla fosse irraggiungibile per chi possiede abbastanza. Il mercante le diede una piuma d’argento e le disse:

Tienila con te. Ti servirà per vedere.”

Così, la donna partì.

Il primo tratto della scala era facile, luminoso, e dolce musica aleggiava nell’aria — melodie che parevano sussurrare promesse: “Ogni tuo desiderio sarà esaudito…”. I gradini sembravano fatti di vetro lucente, e intorno fiorivano alberi di cristallo.

Ma man mano che saliva, la scala cambiava. Il cielo si faceva più scuro, le note musicali si facevano più gravi, come se ogni passo portasse con sé una domanda.

Sul quarto ripiano, incontrò un uomo vestito di stracci, con un uccello nero sulla spalla.

Dove vai, viandante?” chiese l’uomo.

Salgo verso il cielo,” rispose la donna, orgogliosa.

E cosa ti aspetti di trovare?”

La pace, la verità. E forse… qualcosa che non ho ancora.”

L’uomo la guardò e disse:

Attenta. Ogni nota ha due significati, e ogni scala porta in più direzioni. Ascolta il silenzio tra le parole.”

Lei lo superò infastidita, ma l’uccello gracchiò qualcosa che non poté ignorare.

E per la prima volta, si fermò

Continuando, la donna vide che la scala si divideva. Due sentieri: uno splendente, facile, ornato di statue d’oro e promesse; l’altro coperto di nebbia, dove il suolo era fragile e le voci incerte.

Sentì il cuore esitare. Guardò la piuma d’argento che portava con sé. Sembrava brillare più forte vicino alla nebbia.

Allora comprese: la luce vera non abbaglia. Illumina senza accecare.

Scelse il sentiero difficile.

Salì, inciampando, e ogni gradino era un dubbio, un ricordo, una parte di sé che doveva affrontare. Più saliva, più sentiva una melodia nascosta emergere. Non era la musica dei flauti e delle lusinghe. Era una voce profonda, sincera, che diceva:

La verità non si compra. Si conquista.

Il cielo non è una meta. È un ritorno.

Quando giunse in cima, il cielo era silenzioso. Niente troni, niente porte dorate. Solo un vento lieve e un albero semplice, dove l’uccello nero cantava.

E accanto a lui, il vecchio mercante.

Hai trovato ciò che cercavi?” chiese.

La donna sorrise, e stavolta, non desiderava più nulla.

Ho imparato ad ascoltare.”

Da quel giorno, la donna scese dalla scala con occhi nuovi. Smise di cercare il luccichio e cominciò a riconoscere la luce nascosta nelle cose semplici. Raccontava la sua storia a chi era disposto ad ascoltarla davvero.

E si dice che, ancora oggi, quando il vento soffia nella giusta direzione e un cuore è pronto a sentire, la scala compare di nuovo — non per essere comprata, ma per essere percorsa.

Non tutto ciò che brilla è oro.

Non ogni scala conduce dove immagini.

Ma per chi ascolta con il cuore,

c’è sempre una via che porta alla verità.

Note dell’autore

Questa fiaba, “La Donna e la Scala di Luce”, è una libera reinterpretazione narrativa e simbolica ispirata alla canzone “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin, pubblicata nel 1971. L’intento dell’autore è trasformare in una fiaba moderna i temi profondi ed evocativi del testo originale, rendendoli accessibili attraverso il linguaggio del racconto fantastico e moraleggiante tipico delle fiabe.

La storia si concentra su alcuni concetti centrali presenti nella canzone:

L’illusione delle apparenze (“tutto ciò che luccica è oro”);

La convinzione di poter “comprare” la salvezza o la verità;

La biforcazione dei percorsi come metafora della scelta morale o spirituale;

Il potere dell’ascolto e della consapevolezza;

Il viaggio interiore come vera scalata verso la libertà o l’illuminazione.

La figura della donna rappresenta l’anima umana in cerca di senso, accecata inizialmente dal desiderio materiale ma poi trasformata attraverso un percorso di confronto e ascolto.

Il tono della fiaba richiama elementi delle fiabe classiche europee (es. Andersen, i fratelli Grimm), ma arricchiti da una struttura simbolica più adulta e riflessiva, affine alle allegorie spirituali o fiabe filosofiche moderne.

Fonti e ispirazioni principali

1. Led Zeppelin – “Stairway to Heaven” (1971)

Autori: Jimmy Page (musica), Robert Plant (testo)

Album: Led Zeppelin IV

Brano iconico per la sua struttura progressiva e i suoi significati simbolici.

Testo originale disponibile su Genius.com

Temi interpretativi dal testo:

La frase “There’s a lady who’s sure all that glitters is gold / And she’s buying a stairway to heaven” è il punto di partenza narrativo.

Le successive strofe suggeriscono il dubbio, la ricerca di verità, le scelte morali, il contrasto tra illusione e realtà, e il valore dell’ascolto.

Contesto e controversie:

La canzone è stata oggetto di discussioni per presunti messaggi subliminali udibili se riprodotta al contrario (backmasking), anche se mai confermati ufficialmente.

La sua durata (oltre 8 minuti) e la progressione da folk acustico a rock epico ne hanno fatto un manifesto artistico degli anni ’70.

Stile narrativo:

Influenzato da fiabe classiche e simboliste, come quelle di Oscar Wilde (Il Principe Felice) e Antoine de Saint-Exupéry (Il Piccolo Principe), dove la semplicità narrativa cela temi profondi.

Francesca Mezzadri

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