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Laura Freudenthaler anteprima. Anne e i fantasmi

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Laura Freudenthaler. Anne e i fantasmiUn romanzo fatto di luoghi, reali e metafisici, in cui la protagonista si muove in maniera fluida trasportando il lettore da un confine a un altro, con spostamenti anche temporali nel corso di tutta la narrazione. Con un effetto a dir poco straordinario. Stiamo parlando del nuovo libro di Laura Freudenthaler dal titolo Anne e i fantasmi che ha vinto nel 2019 il Premio dell’Unione Europea per la letteratura e i cui diritti di traduzione sono stati venduti in diciannove paesi. Il romanzo – di cui Satisfiction presenta un estratto in anteprima – è uscito in questi giorni nelle librerie pubblicato da Voland con la traduzione di Paola Del Zoppo.

Protagonista del romanzo è la cinquantenne Anne, insegnante di pianoforte che decide di prendersi un anno sabbatico dalla scuola dove lavora per scrivere un manuale di musica ed esercitarsi a suonare. Nel corso di questo periodo inizia a sospettare dell’infedeltà del marito Thomas con cui è sposata da oltre vent’anni. Da qui un ribaltamento di prospettiva e l’abbandono delle consuete abitudini. Anne prenderà a girovagare per la città annotando su un taccuino tutto quanto sarà in grado di osservare, fino all’apparizione della presunta amante.

La casa dove Anne vive con Thomas rappresenta da un lato un porto sicuro dove sempre approdare, dall’altro un luogo sfuggente che permette ai “fantasmi” di rivelarsi. Ci sono sussurri, ombre ma anche persone che palesandosi sulla soglia del nuovo presente di Anne, ci fanno vedere quello che anche da un punto di vista esistenziale la abita. “Quando alza lo sguardo vede Thomas nella cornice della porta dell’ingresso. Le sembra di vederlo ormai solo tra le cornici delle porte, sulla soglia della cucina, del soggiorno, o mentre sta uscendo di casa.”

Sono lontani i tempi in cui nei fine settimana la coppia imboccava insieme l’autostrada per fare viaggi in campagna a visitare luoghi sconosciuti. Allora ad Anne non interessava la geografia del paese, i posti che avrebbero visto, aspettava solo l’accelerazione della macchina e la sensazione di mistero che per un attimo la prendeva allo stomaco. Ci avrebbe pensato dopo ad orientarsi, giunta sul posto, così come negli anni successivi ci avrebbe pensato Bach ad orientarla alla fine di una giornata di lezione.

Una storia di ardore e gelosia, dove il lettore senza mai perdere l’orientamento nei numerosi “luoghi” della narrazione, troverà alla fine la voglia di fare ritorno alle pagine iniziali per rileggere questo romanzo appassionante e appassionato di Laura Freudenthaler, considerata tra gli autori più promettenti del panorama contemporaneo.

Silvia Castellani

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Di seguito, un estratto in anteprima da Anne e i fantasmi.

Il lunedì al caffè è tornata la solita quiete. Anne siede davanti al taccuino. Non le viene in mente niente che abbia a che fare con la lezione. Pensa all’investigatore e alla casa in cui un tempo ha vissuto senza sapere quanto fosse squallida la facciata. Le pare che lo squallore dell’edificio sia già una prova sufficiente. Oggi il cantiere è attivo. Dall’altra parte della strada c’è una cisterna con la scritta Silotransport che emette un rombo, ma senza odori sgradevoli. Anne associa la parola silo all’agricoltura e alla concimazione, è enigmatico che sia legata a un cantiere nel bel mezzo della città. In che anno viveva qui? Anne riflette, come fosse importante stabilire chi era l’uomo che le stava accanto indicando in tutte le direzioni. La borsa di studio per l’estero era già finita. Non faceva ancora lezione. Il periodo di mezzo. A volte suonava come rimpiazzo nel caffè di un hotel. A casa studiava libri di grammatica, si era imposta di non leggere giornali né libri francesi. Aveva deciso di fermarsi lì e aveva bisogno di un lavoro, doveva perfezionare la lingua, ma non aveva soldi per seguire un corso. Era andata a guardare un film francese e non aveva guardato i sottotitoli in tedesco nemmeno una volta. Quando era uscita dalla sala si era sentita la coscienza sporca. Anne osserva la casa davanti a cui si trova il Silotransport. Probabilmente era Albert, quello accanto a lei sul balcone. Si chiede se insegni ancora, ma no, ormai sarà da tempo in pensione. Un uomo di settantacinque anni. Qualche master class, magari. Era l’amore della sua vita, le aveva detto, ma lo avrebbe lasciato, era ancora così giovane. Dopo il film Anne aveva bevuto un caffè al bar nel foyer del cinema, e nella calca Thomas le si era avvicinato. Sei l’amore della mia vita. Forse la frase era stata pronunciata nel film che avevano visto entrambi quella sera. Albert avrebbe potuto essere un personaggio del film, diceva sempre frasi simili. E aveva ragione, lo ha lasciato. Anne distoglie lo sguardo dal cantiere. Si immagina Thomas pronunciare quelle frasi. Sei l’amore della mia vita. Ma mi lascerai. Sei ancora così giovane. Dopo tanti anni insieme, Anne è certa di condividere la maggior parte dei ricordi con Thomas. Non gli chiederà però se era lui a indicare, sul balcone, in piedi accanto a lei. Potrebbe irritarsi se capisce che non riesce a ricordare chi fosse la figura maschile lassù.

Aveva flirtato con lui spudoratamente, raccontava Thomas in seguito, e Anne sosteneva di non aver mai flirtato spudoratamente. Con raffinatezza, si correggeva Thomas. Gli aveva fatto girare la testa. È da molto tempo che non raccontano più a nessuno la storia del loro incontro. Quando l’hanno fatto di recente, arrivati a quel punto Anne aveva sorriso come sempre, come se nascondesse un segreto. Thomas è in grado di ripetere cosa si erano detti all’epoca, e come Anne avesse ancora un accento irresistibile. Lei ricorda che nel foyer del cinema c’era chiasso e che faceva fatica a capire Thomas. Al tempo aveva una parlata più dialettale. Ricorda di aver raccontato a una amica di quel suo sorriso che compariva inaspettato, imprevisto sul volto di lui. Quando ancora tenevano fotografie appese alla parete, all’ingresso ce n’era una scattata da Anne. Era arrivata alle spalle di Thomas e gli aveva puntato la macchina fotografica addosso senza che lui lo sapesse. Quando lui aveva girato la testa all’indietro per guardarla, aveva scattato. È di fronte al cinema, che ancora non ha aperto. Si avvicina alla vetrata, scherma la luce con le mani per guardare nel foyer, lo hanno ristrutturato. Il bar non c’è più.

© 2021 Voland

23/07/2021

 

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