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Le streghe del Mezzanotte. Intervista a Davide Sarti

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Uscito per Edizioni Corsare nel 2021, Le streghe del Mezzanotte segna l’esordio di un giovane narratore bolognese nel campo della fiction per ragazzi. Davi Sarti ha voluto creare con questo romanzo un mondo, che ha sì forti debiti con tutta una schiera di testi fantasy contemporanei e con molti manga e anime, dove la realtà è paritaria all’elemento fantastico anzi, forse ha maggiore presenza ma con una leggerezza inusitata.

Dentro i capitoli del libro si scopre una società, la nostra, che ne ospita un’altra: quella delle streghe. Un universo in cui i maschi non sono ammessi, non hanno poteri magici, non esistono. Tranne Finnicus, il personaggio principale. Un ragazzo con una serie di timidezze e titubanze che lo fanno apparire imbranato.

Finnicus pare essere dotato di poteri magici, unico fra tutti i maschi, ed è spinto dal desiderio di scoprire chi ha causato la morte di sua madre, che strega lo era sul serio. Anzi, era una delle massime esponenti del mondo delle streghe.

A una trama di detection Sarti alterna l’idea di un romanzo di formazione, dove ogni prova porta il personaggio più vicino ad avere coscienza di sé, dei suoi poteri e del suo valore.

Ne abbiamo parlato con l’autore via mail.

Sergio Rotino

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Nel tuo romanzo si parla di streghe. Ma quanto c’è di Harry Potter?

Sono cresciuto leggendo Harry Potter ed è innegabile che un’opera tanto bella e famosa abbia influenzato tutti i romanzi fantasy che l’hanno seguita. Infatti, ci sono alcuni topos tipici del fantastico e delle fiabe che sono presenti in Harry Potter e che ho utilizzato a mia volta in Le streghe del Mezzanotte. Allo stesso tempo, però, la storia che desideravo raccontare era molto più intima e quotidiana. Non volevo parlare di grandi magie che salvano il mondo e di immensi castelli adibiti a scuole, bensì di un quartiere di periferia, di un ragazzo che vive con sua nonna e dell’odio e della discriminazione che serpeggiano tutti i giorni nelle nostre strade.

E quanto c’è di Kiki, il bellissimo anime firmato Myazaki?

Di Kiki nello specifico, non saprei. Ma essendo laureato in lingua giapponese e provenendo dal mondo dei manga, ho sempre provato una profonda stima nei confronti di Miyazaki, delle sue forti protagoniste femminili e del suo approccio alla mitologia.

Anche Finnicus, il mio protagonista, parte alla volta di un mondo nuovo e si trova a superare dure prove.

Allo stesso tempo, durante la stesura del romanzo ho prestato grande attenzione nel recuperare miti e creature tipiche del folklore nostrano, mio grande amore (quasi sempre soffocato da quello anglosassone che spadroneggia nella letteratura fantasy), per dare un tocco unico e originale alla storia.

Almeno fino a metà romanzo, parli fra le righe di “discriminazione ribaltata”, andando in controtendenza con chi scrive romanzi di formazione di puro riscatto per il genere femminile. Come ti è venuta l’idea di stravolgere questo assunto?

Un aspetto che ho sempre amato del fantasy è che permette di parlare di problemi reali tramite metafore. Nel mio romanzo volevo affrontare il tema della discriminazione, argomento a me molto vicino in quanto omosessuale. Eppure, desideravo farlo in maniera diversa dal solito.

E così, con grande spontaneità, la mia mente ha imbastito questo mondo in cui la magia è appannaggio esclusivo delle donne e dove gli uomini sono visti come nemici, inquisitori, distruttori.

Devo ammettere che, durante la scrittura, talvolta mi sono stupito di quanto suoni irrealistico rivolgere a un personaggio di sesso maschile frasi denigratorie che siamo, invece, abituati a udire nei confronti di donne, ragazze e bambine. Spero per questo di aver fatto un buon lavoro.

Da dove nasce un personaggio come Finnicus? Italiano fra italiani, ma unico con un nome straniero.

Il nome Finnicus ha un’origine magica e storica. Ma temo che la sua motivazione resterà un segreto fino a quando (e solo se) uscirà un seguito del romanzo.

Quanto ti ha aiutato nella scrittura del romanzo l’esperienza fatta nel campo della sceneggiatura?

È stata sicuramente di grande aiuto.

Dopo aver seguito per due anni i corsi di Bottega Finzioni, scuola di sceneggiatura e scrittura con sede a Bologna, ho imparato come strutturare una storia, come svilupparne il tema, come far evolvere un personaggio e come gestire i ritmi narrativi. Nello specifico, ho adorato scrivere i dialoghi del romanzo: mi sono scervellato a lungo per renderli sempre frizzanti e arguti. Di certo, però, ho ancora molto da imparare.

Perché hai deciso di esordire con un romanzo per ragazzi?

Qui la risposta è molto semplice. Se c’è una cosa di cui sono assolutamente certo è che io voglio scrivere per ragazzi. Poco importa che siano romanzi, racconti o fumetti, o che il target siano bambini, ragazzi o adolescenti. Il mio cuore appartiene a questo mondo.

Le streghe del Mezzanotte, Davide Sarti, Edizioni Corsare, pagg. 226, € 12,00

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