Dopo la cucina nei libri di Stephen King e le rockstar a tavola, Luca Fassina torna con Gusto/Disgusto. Il cibo diventa cult: dal cinema alla tavola, sempre pubblicato da Oligo Editore. È lo stesso autore, nell’introduzione, a dire che il cibo è un “protagonista utile, se non necessario, alla narrazione cinematografica”, assumendo di volta in volta “funzionalità” e valenze differenti, esprimendo emozioni, risvegliando identità e ricordi, suscitando emozioni e sentimenti a volta contrastanti. È il caso di due scene ormai entrate nella storia del cinema. La prima è quella che, in Miseria e nobiltà, vede Totò insieme alle due famiglie che abitano nello stesso appartamento attorno alla tavola imbandita avvicinarsi famelici e furtivi alle squisitezze fumanti, con il grande attore napoletano che poi salta sulla tavola ficcandosi gli spaghetti nelle tasche. L’altra è quella in cui compare Michele Apicella che, nudo, attinge a una nota crema spalmabile da un gigantesco barattolo, nel film Bianca.
Le scene evocate per ricostruire questo profondo nesso tra azione cinematografica e cibo sono numerose, e scandiscono tutto l’andamento del libro, secondo partizioni di volta in volta relative ai diversi temi individuati dall’autore come esemplificativi di questo aspetto. Ecco che dalle pagine riemerge il trionfo della cucina come dimensione culturale proprio de Il pranzo di Babette, le sequenze a sfondo erotico-alimentare di 9 settimane e ½, la dimensione ludica del cibo in La febbre dell’oro di Charlie Chaplin, o la comicità che ruota intorno al pranzo di Hollywood party di Peter Sellers. I riferimenti filmici sono innumerevoli, e contribuiscono a costruire un appassionante Blob in cui le scene si susseguono cucite inseme da un discorso estremamente preciso e rappresentativo dell’idea che sta alla base del libro. Come recita il titolo, inoltre, il tema del gusto è affiancato da quello del disgusto, passando in rassegna il versante “oscuro” del cibo, che arriva anche allo strudel usato per sottolineare la crudeltà nazista in Bastardi senza gloria, ma anche da quello del cibo “immaginario”. Come nei volumi precedenti, il testo è intercalato da una raccolta di ricette ad hoc: Cervella alla Lecter, Enchiladas di pescegatto, Pomodori verdi fritti…
Un libro saporitissimo, non c’è che dire. Da assaggiare.