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Marco Vichi recensisce in esclusiva per Satisfiction “La verità a pagina 31”, nuovo romanzo di Paolo Cioni edito da Elliot

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La verità a pagina 31, Paolo Cioni

Molti anni fa Paolo Cioni mi inviò un romanzo, scritto da un suo amico (non ricordo il nome). Ricordo bene però che rimasi affascinato dalla scrittura, dall’atmosfera, dai personaggi, dal velo di nostalgia dolorosa che ammantava la storia. Ricordo la telefonata in cui gli dicevo quanto mi fosse piaciuto il romanzo e di far sapere all’autore che avrei voluto conoscerlo… e ricordo bene quanto ridemmo quando Paolo mi disse: “L’ho scritto io, ma non volevo influenzarti.”

Be’, ci ero cascato in pieno, ma per lui era un inganno “rischioso”, un po’ come origliare dietro una porta dietro la quale stanno parlando di noi. Gli è andata bene, molto bene: La verità a pagina 31 mi aveva colpito nel profondo. E tutto quello che gli dissi era sincero fino in fondo, visto che non stavo parlando di lui.

È un romanzo che si legge con la sensazione di avere una lacrima appesa alle ciglia, ma con il sorriso sulle labbra. Un romanzo struggente e “divertente”, intriso di nostalgia ma anche di delicata ironia… Che è forse l’elemento più magico e potente della letteratura, capace di combinarsi con ogni altro elemento per dargli maggior forza.

È un romanzo i cui “componenti” sono amalgamati nel modo più bello e dunque non si possono scomporre, un romanzo in cui la scrittura non vuole fare la prima donna, non vuole sfoggiare noiosamente se stessa, ma anzi si fa dimenticare per offrire la storia a chi legge. Una scrittura che serve come corridoio per entrare in un “mondo”.

È un romanzo che immerge, e per certi versi annega, il presente nel passato. Che fa sentire con chiarezza quanto il passato non sia una roccia ormai scolpita, ma una nebbia dilagante che può raggiungerci ovunque. La vita avanza creando un sentiero, lungo il quale ci trasciniamo dietro tutto quello che abbiamo vissuto e magari dimenticato. Le sensazioni vissute, i ricordi, si combinano con quello che stiamo vivendo, dando al nostro sguardo profondità sempre nuove e la magica possibilità di “allontanarci”, come quando leggiamo un romanzo.

È un romanzo che avanza come una bella camminata in un bosco, che ti accompagna anche dopo aver letto l’ultima pagina. Un romanzo da leggere.

Marco Vichi

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