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Mauro Tonino. Belve in fuga. Le vie di salvezza dei nazisti

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E’ estremamente interessante questa fuga in avanti del saggio di Mauro Tonino uscito lo scorso marzo per Arkadia editore, nella collana Historica. Belve in fuga – Le vie di salvezza dei nazisti, parte dalla fine, dalla sconfitta del nazismo – ad opera degli Alleati di allora – e si concentra su quello che è avvenuto dopo, negli anni successivi, dove le leggende e le verità su i nazisti che scamparono alla giustizia vengono esaminati utilizzando un’altra lente di ingrandimento, una ricerca che rende finalmente “onestà intellettuale” a quelle apparenti fughe rocambolesche, al livello che aveva raggiunto la scienza nazista, alle connivenze e alle coperture insospettabili, fino ad arrivare all’oro nazista. Una ricerca che facendo luce sul passato ci permette, se si vuole, di osservare alcune pratiche politiche attuali in un mondo di certo sconcertato, ma ben saldo nelle mani di poteri politici e nelle loro capacità di ripetere errori imperdonabili.

Ma andiamo con ordine. La ricerca di Mauro Tonino è una sfida, oltremodo documentata, dalla fine del III Reich, il processo di Norimberga, alla Guerra Fredda, la Via dei Conventi, l’oro trafugato dai nazisti, ma soprattutto come dice lo stesso Mauro Tonino capire come, perché e quale fine hanno fatto i nazisti … “questi, e altri, gli argomenti trattati nel volume, mi hanno riportato indietro nel tempo in un periodo storico complesso e per certe parti ancora poco conosciuto, ma particolarmente importante, perché se oggi siamo in questo contesto storico/politico è frutto delle scelte fatte allora”.

Strutturato in piccoli capitoli, Belve in fuga ci offre un quadro analitico eppure intrigante dove possiamo inoltrarci senza temere incontri indesiderati, piuttosto leggendo, capiamo quanto i conti con la Storia non siano mai stati chiusi davvero, ma solamente, a volte, attraverso una propaganda ben orchestrata, archiviati negli angoli più oscuri delle nostre coscienze.

Mauro Tonino è stato sindacalista di livello regionale e nazionale, animatore e presidente di circoli culturali. Come ricercatore ha curato, per un’emittente televisiva del Nord-est, un lungo ciclo di approfondimenti storici sulle vicende del confine orientale (1943-1945). In questa ottica di “divulgatore”, con questa ultima sua fatica intraprende una sfida ulteriore, così come si legge nella introduzione “la grande storiografia tende a minimizzare il fenomeno della fuga dei criminali nazisti, ma non furono pochi quelli che riuscirono a scappare, e tra essi spiccavano figure che, per gli atti compiuti, non erano state certamente di secondo piano, anzi. È proprio su questo argomento che la storia si tinge di colori sfumati, di punti poco noti, di percorsi sotterranei, di vie di fuga impensabili, di fatti per certi aspetti ancora oscuri che, per la scabrosità, ma soprattutto per l’ambiguità dei soggetti coinvolti, rischiano di perdersi nell’oblio della storia stessa.”

Lavorando su piani diversi di narrazione, attraverso documentazioni specifiche, Belve in fuga ci racconta, dell’oro nazista, i rapporti internazionali, la necessità di utilizzare la scienza e gli scienziati nazisti da parte degli alleati, la Guerra Fredda e lentamente, ma inesorabilmente ci fa comprendere perché molti criminali nazisti la fecero franca e quanto di quelle responsabilità di fuga siano anche le nostre.

Queste le parole di un funzionario dell’intelligence USA (nel caso Reinhard Gehlen) … “L’intelligence americana è un ricco uomo cieco che usa l’Abwehr (i servizi segreti militari tedeschi) come un cane guida. L’unico problema è la lunghezza spropositata del guinzaglio.

E se pensiamo che nel processo di Norimberga furono processati e condannati tutti i principali responsabili delle azioni criminali naziste, Belve in fuga ci spiega invece perché i vincitori, gli Alleati e altri Stati complici, non si impegnarono poi così tanto a dare la caccia ai criminali nazisti, ma molto spesso li utilizzarono senza nessun pregiudizio morale, per creare delle strutture sociali “dispotiche” che oggi potremmo anche definire “distopiche” poichè negando la capacità dell’uomo di pensare in maniera utopica ad una società ideale, più giusta, stanno producendo o forse hanno già dato vita a una società a tratti spaventosa, inferiore di animo e più ingiusta.

Maria Caterina Prezioso

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Belve in fuga – Le vie di salvezza dei nazisti/Mauro Tonino/Arkadia editore/pp.122/17,00 €

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