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Penna in testa terra in mano. Intervista a Tito Pioli

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Questa settimana per Le Tre Domande del Libraio su Satisfiction incontriamo lo scrittore Tito Pioli, in libreria dal 26 febbraio con “Penna in testa terra in mano”, pubblicato da Wojtek Edizioni nella Collana Orso Bruno.
Tito Pioli, antiquario, vive nelle colline vicino Parma e ha pubblicato racconti con le case editrici Guanda e Giulio Perrone Editore. Il suo primo romanzo, Alfabeto mondo, segnalato al Premio Calvino è uscito nel 2015 per i tipi Diabasis e a cui hanno fatto seguito nel 2017 il romanzo “Ho sposato mia nonna” e nel 2021 il romanzo ” Se dico sole dico polenta” , entrambi usciti nella Collana Formelunghe di Del Vecchio editore.
Con “Penna in testa terra in mano”, a partire da quello che è stato l’evento pandemico del 2020, Tito Pioli, con la sua prosa lucida e poetica, ci dona, un altro antiromanzo visionario capace, attraverso il resoconto di un viaggio fantastico e di una ennesima rivoluzione, di mostrarci dove sta di casa la vera umanità.

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Tito, ci racconti cosa ti ha ispirato a scrivere “Penna in testa terra mano” e se ci illustri anche il tuo percorso nella scrittura e l’approdo a una casa editrice di progetto come Wojtek?

Per scrivere questa storia mi sono ispirato alla storia di un senzatetto che vive sotto un ponte a Parma, mi è sembrato vestito da indiano e aveva una capanna
Ho pensato che lui come per gli indiani d’America era importante l’acqua e il fuoco e il vento e il cielo non aveva bisogno di altro per vivere
Noi ci circondiamo di macchina come i malati ma facciamo finta di essere sani
Credo che abbiamo perso il contatto con le cose importanti della vita ogni giorno guardiamo le foto della vita i video della vita la TV come vita ma la vera vita sono l’acqua il sole gli animali le piante i sassi e abbiamo gli occhi per la vera vita l’altra è falsa
io ho pubblicato tardi per la prima volta nel 2015 il mio primo romanzo esso è arrivato dopo decine di rifiuti delle case editrici
Poi la Del Vecchio mi ha pubblicato 2 romanzi
Anche quando non pubblicato ho sempre continuato a scrivere per creare storie un mondo altro rispetto alla mia vita
Quindi ho molti testi inediti in casa ho pubblicato il 20% di ciò che ho scritto
Lo scorso anno ho conosciuto lo scrittore Edoardo Savarese e gli ho parlato di questo libro su degli scolari che si trasformano in indiani e dopo un mese Eduardo mi ha contattato entusiasta per questa storia

Nel libro si affrontano temi che riflettono il mondo moderno e il nostro tempo. A partire dal racconto dettagliato della trama, ci spieghi cosa volevi raccontare sulle relazioni umane?

Penna in testa terra in mano è la storia di una insegnante russa che agli inizi della pandemia fa letture di Tolstoj in una scuola media
Maria la Tolstoiana e la sua classe decidono di abbandonare i telefoni e i computer per dedicarsi alla terra e lentamente imparano le usanze degli indiani d’America
Dovranno affrontare l’ostilità dei parenti e delle istituzioni scolastiche
Maria e la sua classe decide anche di non pensare solo alla loro sofferenza data dal confinamento ma penseranno anche alla sofferenza degli altri e quindi ogni allievo scriverà una Ballata per i bambini in guerra nel mondo
Parma è il teatro di questa storia e la città diventa durante la pandemia un grande zoo umano e bestiale in cui oltre agli animali dello zoo esistono gabbie per avvocati senza clienti pusher senza drogati il melomane senza la prima della lirica
Maria la Tolstoiana e i suoi indiani cercheranno di nutrire e difendere gli animali dello zoo di Parma forse i più umani rispetto alle bestie umane
France’ o pazzo e la città Senzapensieri che ha creato è il nemico principale di Maria e i suoi indiani
In questa città Senza pensieri si pratica il divertimento e il sesso e la violenza più sfrenata
Ci saranno scontri violentissimi tra i due gruppo avversari e queste due idee di vedere la vita
Maria la Tolstoiana subirà diverse minacce dai genitori dei ragazzi subirà denunce penali ma lei è i suoi indiani continuano a dedicarsi al fuoco alla terra ai segnali di fumo alle bestie e continueranno a seppellire telefoni e televisori
Maria la Tolstoiana e i suoi indiani pensano che google non valga quanto un ruscello che Facebook valga meno di parlare in cerchio attorno a un fuoco e combatteranno sempre contro i cow boys moderni che vogliono solo comprare gli altri

Tito, quale è stata la sfida più grande nel portare a termine questo libro dal punto di vista formale e se dovessi definire in poche parole cosa rappresenta questo libro, per te, cosa diresti?

Il libro rappresenta una svolta importante nel mio percorso letterario non molto facile che ha goduto dell’attenzione dell’attore Fabrizio Gifuni e questo mi ha stimolato a continuare
La svolta stilistica di questo testo consiste in una contaminazione sistematica tra prosa e Ballate in maniera così forte come mai era successo nei miei libri precedenti
Vi è in questo mio quarto libro qualcosa in comune con il primo Alfabeto Mondo nel proporre una struttura ad abbecedario ma in cui si parte dall’ultima lettera dell’alfabeto come un mondo rovesciato quello degli indiani che sovvertono le priorità non avendo bisogno di macchine ma avendo bisogno di acqua di terra di sole
È un libro per me importante perché per la prima volta utilizzo la Ballata come forma espressiva
Spesso i miei testi sono stati avvicinati alle canzoni ecco questo testo è quello più compiutamente musicale che ho mai scritto

Buona Lettura di ‘Penna in testa terra in mano’ di Tito Pioli

Antonello Saiz

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