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Petra Rautiainen. Terra di neve e cenere

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Un esordio strepitoso questo di Petra Rautiainen, nata nel 1988 in Finlandia, una voce giovane eppure in grado di tramandare con la sua scrittura tematiche poco note amalgamandole, sapientemente, attraverso un processo ad incastri perfetti. Terra di neve e cenere è tutto questo e forse qualcosa di più. E’ un romanzo che coniuga una buona letteratura con l’esigenza di riscrivere alcuni passaggi importanti della storia del secolo scorso.

La Lapponia, la seconda guerra mondiale, la cultura sami, il diario di un giovane soldato, tre figure femminili formidabili nella loro autenticità, quattro uomini che hanno vissuto alcuni eventi fissati indelebilmente nella loro memoria, due luoghi e due anni: Inari, 1944 e Enontekiӧ 1947.

E soprattutto la fotografia, la luce, quella luce che nella Lapponia finlandese è talmente potente da doversi riparare nella camera scura delle nostre coscienze per sopravvivere a quanto si è visto, a quanto è stato negato. Vorrei partire da qui.

Nel 1947, a guerra finita, Inkeri si trasferisce in una piccola città della Lapponia finlandese ufficialmente per documentare la ricostruzione della zona con un reportage e le sue foto. Da Helsinki raggiunge Enontekiӧ. In realtà il suo scopo è un altro, ben più personale, rintracciare suo marito Kaarlo di cui non ha più avuto notizie. Inkeri è una fotografa, sa cogliere quell’attimo prezioso e ha la pazienza di aspettare finché la luce si apra nell’obiettivo al momento giusto. Eppure Inkeri sembra non voler vedere. Sulla sua strada incontrerà Piera pastore di renne, Olavi, Koskela, ma soprattutto Bigga-Marja, nipote di Piera che porta un doppio nome finlandese e sami. Per Inkeri, Bigga-Marja diventerà la sua assistente ma soprattutto Bigga-Marja sarà l’altro sguardo di Inkeri. Quello sguardo che le permetterà di conoscere sia il genocidio perpetrato dai nazisti nei confronti di un popolo antico e fiero come il popolo sami, sia come il nuovo governo finlandese pensa di integrarli studiandone le caratteristiche della razza. Inkeri per questo forse decide di restare. “Voglio insegnare arte. E con questo non intento semplici lezioni di disegno – mormorò. Una luce viva si rifletteva attraverso le finestre. Inkeri chiuse gli occhi. Arte”.

Un passo indietro. Nel 1944 un giovane soldato finlandese è inviato come interprete e osservatore in un campo di concentramento a Inari. Väinö è un esperto botanico, una anima gentile che dovrà scontrarsi con le atrocità alle quali assiste e alle quali volente o nolente prende parte. Tiene un diario. Un diario a suo modo segreto. Per non impazzire. Sulla sua strada incontrerà Kalle, un prigioniero molto particolare, Heiskanen un soldato coetaneo che lavora al campo come guardia e cappellano militare. Una figura centrale e decisiva per le sorti di Väinö. Ma, anche in questo caso, sarà una figura femminile ad essere il perno della struttura della narrazione, una donna che porta il nome di Saara. “Insieme al medico è arrivata una donna. Dicono che sia una guaritrice sami, una sciamana. Una strega. Una noaidi … ho notato però i suoi occhi. Hanno un colore strano, non ho mai visto nulla di simile… non sono blu, hanno un altro colore. Un colore che riflette la luce artica e l’intero universo”.

Terra di neve e cenere di Petra Rautiainen, tradotto dal tedesco da Sarina Reina è un romanzo coraggioso, dove il coraggio si misura nella capacità di attraversare la vita dei protagonisti, lasciando a loro il compito di porgere delle domande e a noi il desiderio di darci delle risposte.

Maria Caterina Prezioso

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Terra di neve e cenere/ Petra Rautiainen/Marsilio/ traduzione dal tedesco di Sarina Reina/pp.300/19,00 €

 

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