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Pierre Lemaitre. Il gran mondo

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Un giorno lo scrittore Pierre Lemaitre perde la testa. Autore noir apprezzato in tutto il mondo, lascia la sua zona di conforto e decide di spogliare – espressione sua – il novecento.

Un’impresa titanica e folle. Dieci libri per coprire sessantanove anni di storia, dal 1920 al 1989. La Francia: le sue guerre, le sue aspirazioni, le meschinità e i trionfi. Raccontare vite, è raccontare un paese.

La mania di Lemaitre si sviluppa in trilogie. Romanzi isolati eppure legati tra loro da sottotrame e da personaggi che si ritrovano da un libro all’altro, che si incontrano come pesci nello stesso stagno.

Questi dieci libri sono l’impresa di una vita di un artista che è un classico mentre ancora compone.

Dopo Ci rivediamo lassù; I colori dell’incendio e Lo specchio delle nostre miserie, Pierre Lemaitre apre un ciclo nuovo con Il gran mondo, in Italia edito da Mondadori e tradotto da Elena Cappellini.

Seicento pagine per raccontare il 1948, il conflitto in Indocina, la miseria del Dopoguerra, le rivolte operaie, gli intrighi politici e la nascita di un modo nuovo, apolitico, di fare informazione.

Lemaitre compone un romanzo familiare, complesso, con molti personaggi. La famiglia Pelletier è composta da Louis e Angele e i loro quattro figli: Jean; Etienne; François e Hélène.

Partendo da Beirut, dove i Pelletier gestiscono un saponificio, i quattro figli si muoveranno tra la Francia, il libano e l’Indocina.

Molto diversi, per temperamento, sogni e ambizioni, queste persone si schiuderanno tra le nostre mani e li vedremo crescere, diventare autonomi, sbagliare, cadere e recuperare quota come aironi nel vento.

Lemaitre è eccezionale quando si tratta di tracciare i profili psicologici dei suoi personaggi. Con la lentezza e la perizia del giallista, lo scrittore ci mostra le loro anime attraverso i gesti, soprattutto quelli mancati.

In questo senso il rapporto tra l’inconcludente Jean e sua moglie Geneviève, donna insopportabile e arrogante, è stupefacente. Leggere la loro vita, le sfumature grazie alle quali Lemaitre ci rivela il loro rapporto malato e poi ce lo nasconde, mandandoci in confusione, sarebbe un eccellente oggetto di studio per qualsiasi scuola di scrittura creativa.

E lo stesso si potrebbe dire per Etienne e il mellifluo e ambiguo Vinh, o tra lo stesso Etienne e il sempre sorprendente Loan.

Il romanzo si sviluppa in un fiume di eventi così coinvolgenti che il lettore finirà con il sentirsi parte di questa famiglia.

Il Gran mondo è uno di quei romanzi che sfuggono a qualsiasi classificazione. È un romanzo familiare, certamente, ma anche un romanzo storico e un noir. Alle vicende esistenziali dei suoi personaggi, si mischiano gli omicidi di un serial Killer, il racconto sociale, quello politico. La ricostruzione storica è estremamente accurata. È come se Lemaitre avesse fuso Le correzioni di Franzen e La donna della domenica di Fruttero e Lucentini, la capacità di rendere coinvolgente la Follia tipica di McGrath e il talento nello spiazzare il lettore tipico del duo Boileau e Narcejac. Se pensate che io stia esagerando, vi invito a leggere Il gran mondo e, ne sono convinto, mi ringrazierete.

Pierangelo Consoli

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Il gran mondo, Pierre Lemaitre, Mondadori, 2022, Pp. 624, Euro 23.

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