Inizia con quello che possiamo definire un sopruso e finisce con la ricomposizione degli affetti negati Anime sperse, romanzo di Pina Ligas, uscito per Iacobelli editore.
La storia è un per aspera ad astra diviso in tre macrocapitoli, che vuole dar conto di eventi e sentimenti cui fanno fronte i vari protagonisti.
Alla sua seconda prova l’autrice torna a cimentarsi con un racconto di ambientazione storica, spostando leggermente lo scenario.
Se in Solo il mio silenzio predominava una ottocentesca Sardegna rurale, qui ci troviamo nell’Italia appena postunitaria, in Piemonte. Questo lo sfondo su cui si muovono i personaggi, colpiti da accadimenti personali che li travolgono e li cambiano.
È quanto accade al personaggio principale, la contessina Costanza De Blanchard, affetta da zoppia e da crisi epilettiche, ma dotata di una voce magnifica. Ma accade anche al padre, Conte Filippo, o alla cattivissima suor Giacinta, che impareremo a conoscere capitolo dopo capitolo.
Tutti fanno i conti con qualcosa di imprevedibile eppure connesso al loro spirito.
Ligas muove il tempo del romanzo in modo cronologico, quasi parattattico, senza flashback, proiettandolo incondizionatamente verso il futuro e spingendo anche il lettore in quella direzione.
È un elemento che la dice lunga sull’incrollabile fiducia dell’autrice verso l’evoluzione e la risoluzione positiva degli accadimenti, verso il ravvedimento di alcuni fra i personaggi e verso la giustizia cui non si sfugge.
Ligas dimostra, proprio attraverso il percorso cui sottopone i personaggi del romanzo, di avere una fiducia incrollabile in quanto riguarda la possibilità che ognuno di loro arrivi a conoscere se stesso, nel bene e nel male.
È perciò logico che Anime sperse parli di un riscatto personale, raggiunto attraverso un lungo periodo di sofferenze.
Anche per questo Ligas non lo adagia su ampie descrizioni utili a focalizzare il periodo, preferisce invece raccontare quanto avviene in scena lasciando ai dialoghi (spesso fitti e articolati) il compito di spingere in avanti storia e personaggi.
Verrebbe da dire che sono proprio i dialoghi a produrre lo sviluppo degli eventi in cui si trovano coinvolti i personaggi.
Le vicende che vedono coinvolti pezzi della famiglia Blanchard occupano circa un lustro per arrivare alla loro risoluzione. Periodo in cui Costanza paga le conseguenze delle sue problematiche fisiche e psichiche, ma anche per quelle legate a un carattere apparentemente non facile. Essere una ragazza che non si piega facilmente, cozza infatti con il pensiero dichiarato da Maria Sole, la matriarca della famiglia Blanchard.
Il prezzo sta nell’essere relegata in un istituto per giovani disagiate, con problemi penali o mentali.
La reclusione risulta un elemento speculare nella evoluzione di Anime salve. Anche al conte padre Filippo tocca una sorte simile. Viene infatti accusato ingiustamente di omicidio, condannato sommariamente, relegato in una cella e dimenticato da tutti, senza che abbia possibilità di far valere i suoi diritti nobiliari.
Questo limbo temporale in cui precipitano figlia e padre permetterà alla prima di formare se stessa e scoprire la capacità salvifica di esprimersi con il canto – grazie all’acume di suor Angelica, la suora che da un certo punto in poi le fa da tutrice sostituendosi alla cattiveria di suor Giacinta.
Per il secondo, invece, il tempo in cattività sarà un modo per avvicinarsi alla meditazione profonda e al pentimento.
Al di là del lieto fine, scontato ma necessario, Anime perse si fa chiara metafora del contemporaneo.
Elemento di cui Ligas è ben cosciente. In un breve scambio di messaggi afferma infatti che «solo il passato mi permette di capire il presente. Il passato mi permette un orientamento temporale».
Dietro le vicissitudini di Costanza, ma anche dietro suor Giacinta e la sua cattiveria così esibita, è chiaro si sviluppi l’idea del diverso quale elemento di disturbo per lo status quo.
Chi non sta dentro i recinti imposti dalla società e dalla visione di una certa società, ieri come oggi non ha diritto di esistere.
Ieri come oggi è vissuto come un perturbante, come qualcosa che infastidisce, preoccupa, fa paura e non come l’altro da noi cui dobbiamo rispetto e solidarietà.
Sergio Rotino
Recensione al libro Anime sperse, di Pina Ligas, Iacobelli editore 2023, pag. 243, € 18,50