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Robert Louis Stevenson. L’isola del Tesoro

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Se non sapete come fare ad interrompere le capricciose tirannie dei ragazzi che a volte si agitano come le diomedee ed urlano e protestano nelle vostre case, potreste lanciare un sasso dell’avventura in quel mare agitato e far uscire il sole e gonfiare le vele e mettere un cappello sulle loro teste e rapirli per diversi minuti e piantare dentro loro un sogno come un forziere pieno d’oro,  un grandissimo sogno, che se vorranno riusciranno a far crescere ed ascoltare per tutta la loro vita. Il braccio che infileranno in quel forziere, facendo increspare la superficie delle monete come le onde di un mare tropicale, sarà la più grande scoperta di quella avventura: la lettura.

La realizzazione di questo sogno io mi auguro potrà avvenire con questo libro. L’abbrivio della loro vita di navigatori di pagine potrebbe compiersi partendo da questo adattamento del capolavoro di Robert Louis Stevenson, L’isola del tesoro,  (traduzione di Francesca Mazzurana) con le illustrazioni di Etienne Friess, edito da Rizzoli, in questa straordinaria, e non smetterò mai di ricordala, collana diretta da Benjamin Lacombe.  

Un giorno un ragazzo navigando nel freddo delle Orcadi, destinato dal padre a diventare un ingegnere del mare, visitando ed ispezionando delle isole selvagge e dei fari in costruzioni, girò il suo sguardo, apprezzò il vento che soffiava dietro di lui, allargò il sorriso e capì che quella non sarebbe stata la sua vita. Sentì la calma scendere in lui, sentì il desiderio di leggere ed ordire storie e scrisse alla madre che sarebbe stato “ più o meno un nomade fino alla fine” dei suoi giorni.

Robert Louis Stevenson trasmise ai suoi romanzi, come ha scritto perfettamente Pietro Citati “ quel sapore di aria fresca , di venti che sferzano il viso e di sole che abbronza la pelle, quel senso di spaziosa avventura, che respiriamo soltanto nella sua prosa”.

In questo romanzo dove tutto, personaggi e cose hanno il loro doppio, i vostri ragazzi, maschi o femmine che siano, ascolteranno la voce Jim Hawkins e ne seguiranno lo sguardo, saranno con lui e sosteranno le sue confidenze. E’ probabile che avranno paura di fronte al male che si incarnerà in una vesta inaspettata, in John Silver, il quartiermastro, “l’uomo da una gamba sola”, il gentile e sorridente cuoco di bordo, il temibile pirata che agitava lo stesso capitano Flint, lo spietato bucaniere, fiammeggiante ed oscuro come un dio. 

Ma è certo che pagina dopo pagina il coraggio si ingrandirà dentro di loro e la storia cadrà nel loro intimo per sempre. Gli anni passeranno, ogni cosa attorno cambierà, ma un giorno, un giorno che nessuno può prevedere, si leverà di nuovo quel vento, le urla correranno sul ponte de l’Hispaniola, e quella sopraggiunta folata la sospingerà ancora controcorrente e le mani sentiranno la gomena allentarsi nel pugno e lo sguardo tuffarsi un secondo nell’acqua, e gli occhi saranno puntati a cercare l’isola e di notte ancora quel canto si innalzerà come le scintille del fuoco di un accampamento : “Quindici uomini, quindici uomini sulla casa del morto…

Yo-ho-ho, e una bottiglia di rum!”.

Edoardo M. Rizzoli

dal romanzo di Robert Louis Stevenson

L’Isola del Tesoro

Illustr. Etienne Freiss

trad. Francesca Mazzurana

ed. Rizzoli

 

 

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