Ci sono luoghi da cui fuggiamo ancor prima di partire. Luoghi che non ci appartengono nonostante siano stati terreno fertile per le nostre radici; da cui prendiamo le distanze, che non ci rappresentano, eppure ci rimangono addosso come abiti stretti. Nonostante tentiamo di spogliarci per vestire panni più comodi, sentiamo la costrizione di un passato che nostro malgrado fa parte di noi. Quei luoghi ci hanno formato, ammonendoci su quello che non avremmo voluto essere e gettando in noi il seme di quello che saremmo stati. In quei luoghi, proprio per l’impatto che hanno avuto nella nostra vita, ci ritorniamo spesso con la memoria. Questo libro ci dona fotogrammi sbiaditi che non sempre l’autore riesce a decifrare e che ricostruiscono la realtà in maniera parziale, lasciandola sospesa tra fantasia e ricordo.
La storia che Roberto Cotroneo ci racconta in “La nebbia e il fuoco” (Feltrinelli, 2025, 144 pagine, 15,20 euro) prende vita ad Alessandria, sua città natale; Alessandria appare come uno dei personaggi principali della vicenda: una donna pigra, diffidente, misteriosa. Si ritrae da sguardi indiscreti nascondendosi in una nebbia fitta che a tratti si dirada, lasciando che lo sguardo scruti lì dove non è concesso. L’autore ne parla come di una città schiva, non le risparmia critiche pungenti ma nello stesso tempo dona al lettore una prospettiva da cui guardarla, quella della Resistenza. Un luogo che ha sussurrato invece che urlare, che ha preferito nascondere piuttosto che mostrare. Cotroneo non forza la mano, aggirandosi tra quelle che sono strade che conosce fin troppo bene, facendo attenzione a non invadere spazi che da sempre sono rimasti inesplorati. Non fa sconti alla sua città, anzi, è come se le presentasse il conto del suo essere stata poco generosa verso i suoi figli, incapace di tenerseli vicini e di apprezzarne il valore. Eppure, la rispetta, ne rispetta la riservatezza.
Si ha l’impressione di essere davanti ad un’indagine discreta che l’autore attua rievocando il passato quasi in punta di piedi, per non rompere gli equilibri di un luogo che pare aver taciuto molte verità nel tempo. L’indagine di Cotroneo nasce da un attentato dei Gap nel 1943 che sembra coinvolgere Aldo, suo professore d’inglese e figura preponderante del libro. Aldo si prende immediatamente la scena, sin dalle prime pagine si intuisce l’importanza che ha avuto nella vita dell’autore. Uomo di 51 anni che non si limita a trasmettere nozioni ma che educa alla bellezza. Un uomo che incontra l’autore all’età di quattordici anni e che rimane impresso nella sua memoria per tutta la vita.
Aldo è indipendente, libero da retorica, un insegnante che fa il suo lavoro come dovrebbe e che direziona la curiosità dei suoi allievi verso la cultura. Grazie a lui quei ragazzi vengono a contatto con la letteratura, e lo fanno anche i lettori che si trovano a incontrare diversi riferimenti letterari disseminati tra le pagine del libro. Cotroneo, come Aldo, ci insegna a guardare la bellezza delle parole mentre cerca di ricostruire la storia di un luogo e di un uomo, senza porre troppe domande, senza cercare spasmodicamente la verità, aspettando quasi che questa si palesi all’improvviso. Segue il flusso dei ricordi, ricostruendo gli avvenimenti tra confidenze ricevute tra le strade della città e rimembranze di cui non è completamente certo.
Alessandria non lo aiuta nella ricostruzione, occupata a cancellare le tracce di ciò che è stato, quasi a volerne sminuire gli eventi. Andando avanti nella lettura ci si rende conto di come la città da cui si è distaccato anni prima diviene uno specchio in cui l’animo irrisolto di ognuno può riflettersi: nei suoi nascondimenti ritroviamo il celarsi di certe verità, ciò che spesso si è soliti fare quando si è incapaci di gestirle. E se ci guardiamo dentro, svelando le nostre fragilità, capiamo un po’ di più Alessandria che, inadeguata, non ha saputo affrontare alcune sfide che la storia le ha riservato. E nel cercare una giustificazione alla sua ignavia ci imbattiamo nello sguardo di Aldo che invece è stato luce, una luce salvifica, attraverso cui la nebbia finalmente si dirada.
Nancy Citro
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Roberto Cotroneo, La nebbia e il fuoco, Feltrinelli, 144 pagine, 15,20 euro