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Sibyl von der Schulenburg. Melusine. La favorita del re

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Le donne coraggiose devono esserlo due volte: perché costrette a vincere se stesse, e a lottare contro il mondo intorno.

Come Lou Von Salomé che, anteponendo il piacere all’opportunità, impreziosì di leggende il secolo scorso con le sue scorribande. Intelligente e atroce, rubò il cuore di Nietzsche, di Tausk, si interessò alla psicanalisi e, a trentasei anni, raccontò la sua tormentata storia d’amore con il giovane Rilke in un’opera di grande successo dal titolo Erotica.

Diversi, ma ugualmente dirompenti i no di Rosa Parks, che rifiutò di cedere il suo posto sull’autobus a un bianco nell’America razzista degli anni cinquanta; e poi Grace O’Malley, regina del Mare di Connemara, pirata e rivoluzionaria che, a capo di una ciurma di uomini, lottò contro la corona britannica.

Alla stessa schiera di queste donne che rutilarono di uno speciale fulgore, appartiene la protagonista di Melusine. La favorita del re, di Sibyl von der Schulenburg edito da La Tartaruga.

Ispirato alla storia vera di Ehrengard Melusine baronessa von der Schulenburg, a lungo amante – e mai ufficialmente sposa – di re Giorgio I di Gran Bretagna. Nota come “la Spaventapasseri” perché considerata troppo magra per la moda di fine ’600, secondo Robert Walpole fu “altrettanto regina d’Inghilterra quanto qualunque altra…”

Una donna che andava oltre il suo tempo, dotata di una sua particolare sensibilità mistica (parlava con i defunti e dopo la morte dell’amato Giorgio, immaginò che questo venisse a farle visita sotto forma di corvo nero…), paladina cui stavano strette le restrizioni di genere, al pari di quella Bradamante che compare nei due Orlando, Innamorato e Furioso, oltre che ne Il cavaliere inesistente di Calvino.

Con la Guerra della Grande Alleanza a fare da sfondo e costante richiamo, si sviluppa come un romanzo storico, pur ammantandosi dei colori della fiaba che le garantiscono la giusta dose di fascino e mistero. Le pagine sono molte, eppure la mole non deve spaventare.

Come Alan Moore nel suo mastodontico romanzo Jerusalem, Sibyl von der Schulenburg ha il pregio di far sentire a proprio agio il lettore in epoche distanti con una prosa fluida e particolareggiata.

Si apprezzano molto le descrizioni non solo dei paesaggi, ma anche delle carrozze, dei vestiti, dei palazzi e persino di giardini e fossati, tratto evidente di una ricerca approfondita.

Ulteriore fonte d’interesse sono i dialoghi che la protagonista intrattiene con il filosofo e matematico Gottfried Wilhelm von Leibniz, presso la corte di Hannover dove Melusine fu damigella d’onore. Quando s’incontrano nel laboratorio dello studioso, chi ha amato Il mondo di Sofia di Jostein Gaarder non può non avvertire il solletico di un piacevole déjà vu.

A volte, alcuni personaggi risultano scolpiti nella pietra dura, rimanendo immobili e fedeli alle convinzioni di partenza, ma lo si deve considerare un “difetto” di genere, se si pensa ai romanzi cavallereschi, e ai campioni di Walter Scott.

Al netto di tutte le considerazioni, rimane una lettura interessante e consigliata, che non mancherà d’intrattenere anche i lettori più giovani, fornendo loro spunti per approfondire vicende e personaggi così singolari e avvincenti.

Pierangelo Consoli

 

Recensione al libro Melusine. La favorita del re di Sibyl von der Schulenburg, La Tartaruga, 2020, pagg. 560, euro 20.

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