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Orlando Donfrancesco. Sulla cima del mondo. Il romanzo dei ribelli di Fiume

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Mi sembra che d’Annunzio sia sempre più interessato a sollevare rivoluzioni nel mondo piuttosto che ad annettere semplicemente Fiume al Regno d’Italia”.

Quando mi avvicinai per calzarle il fez, il riflesso del suo sguardo ardito mi sferzò a tal punto che dovetti abbassarle i pantaloni e prenderla così, incollata allo specchio”.

Lo specchio, riflesso dalla doppia anima celeste e oscura allo stesso tempo. Varco temporale tra due mondi, il reale e il fantastico, quasi ai confini della realtà. Ecco l’opera tanto attesa pubblicata in occasione del centenario dall’inizio dell’impresa fiumana, necessaria, ardita, passionale e travolgente. Orlando Donfrancesco nel suo libro intitolato Sulla cima del mondo (Historica) romanza la ricostruzione storica di sedici mesi pazzeschi, cavalcando a piè sospinto quel tempo così vicino e così lontano, lasciandosi annientare e travolgere dai resoconti di alcuni protagonisti (Comisso, Carli, Kochnitzky) giunti sino a noi per srotolare un tappeto di armoniche memorie fuori dal tempo.

Anarchici, futuristi, socialisti, libertari, repubblicani, bolscevichi, sindacalisti, rivoluzionari, il vero ’68 nasce molti anni prima. La storia è narrata in prima persona dal tenente Saverio Gualtieri, reduce di guerra che ripudia la vita borghese romana per accasarsi nell’enclave italica e, come lui, tanti altri giovani dell’epoca scelgono di abbandonare le (in)sicurezze per agganciarsi alle (in)certezze fiumane. Da romanzo storiografico a romanzo di formazione il salto è immediato.

Quale magia avvolge i convitati? Cosa spinge gli uomini e le donne ad arruolarsi per la causa? L’ardito fu colui che a dispetto delle etichette revisioniste contemporanee riuscì a coniugare la virulenza emotiva all’azione istintiva, l’uomo naturista selvaggio e disinvolto, sovversivo e galantuomo, idealista quanto basta per sorreggere uno scheletro architettonicamente compulsivo e solido allo stesso tempo.

In estrema sintesi, lungi dal passare per revisionista o nostalgico, la struttura alchemica ideale per l’esaltazione massima della natura umana unita ad una sana motivazione sociale di ribaltamento delle convenzioni. Essere nel proprio massimo splendore, in piena libertà, con disinvoltura e in assenza di pregiudizi. Il rispetto per il prossimo di pari passo con l’amore per il prossimo, l’alternanza di azioni goliardiche tinte di cameratismo funzionale, l’uso disinvolto di droghe fino al sesso libero, tatuaggi feste e divertimento per accendere il fuoco e disprezzarne lo spegnimento. E le donne, tante, dal cuore incandescente dietro un sigillo di ferro, ammalianti e testarde, arruolate per gli esterni, calde e focose per gli interni. Nulla è lasciato al caso, Orlando Donfrancesco vive e respira le gesta di questi anti-eroi grazie ad una minuziosa ricerca storica che lo ha portato a sfogliare archivi impolverati e svestire l’eredità di quel muschio umidiccio logorato dal tempo.

– … fu proprio l’Unione Sovietica di Lenin, che definì D’Annunzio “l’unico vero rivoluzionario presente in Italia”) –.

Come fu possibile tutto questo? Gli ideali anti-borghesi che fecero seguito all’epilogo della Prima Guerra Mondiale spinsero i più arditi sopravvissuti a indagare sul significato della propria esistenza lontano da stereotipi o freni inibitori sociali, per certi versi con molte analogie della nostra attualità post-covid. La ricerca del Sacro Graal altro non era che l’assoluzione per il peccato originale: la finzione. Fingere di essere qualcosa imposto dagli altri, sostare nella propria zona di comfort nonostante le mura si stiano sbriciolando, credere in valori bombardati dal vicino di casa. Come potremmo sintetizzare Fiume in poche parole? Un viaggio iniziatico. Il Vangelo secondo D’Annunzio, il Purgatorio delle anime felici libere da ogni turbamento. Orlando Donfrancesco rianima tutto questo come se fossimo nell’Overlook Hotel, i fantasmi prendono vita perché mai domi nonostante si siano persi tra le nebbie del tempo. La romanzata ricostruzione storica non sigilla in uno scrigno dei ricordi l’impresa fiumana, apre il sipario ad una folta schiera di beati, desiderosi di rivivere quelle emozioni seppur in un piccolo antro cavernoso della propria stanza.

Samuel Chamey

Recensione al libro Sulla cima del mondo. Il romanzo dei ribelli di Fiume di Orlando Donfrancesco, Historica Edizioni, 2019, pagg. 251, euro 18.

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