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Da millenni gli uomini sono soliti avere qualcuno che li governa, a volte hanno un Re e una Corte di nobili, altre volte una Repubblica, un Presidente e un Parlamento.

Nell’ultimo caso bisogna decidere quali uomini rappresenteranno gli altri in Parlamento e per questo si vota.

In Italia si fanno elezioni ogni cinque anni e in questa occasione ogni candidato cerca di convincere gli altri cittadini a votarlo.

Per questo si sono sperimentati diversi metodi: dazioni in denaro, pagamento di bollette, promesse di posti di lavoro, appalti o incarichi vari.

Le promesse elettorali sono un genere letterario per il quale l’ispirazione non manca mai, quelle fatte genericamente a tutti si concretizzano nei programmi elettorali, compendi omnicomprensivi con cui gli schieramenti giustificano la bontà della propria proposta.

I periodi preelettorali sono caratterizzati dall’euforia dei politici che tentano in ogni modo di ottenere abbastanza voti da essere mantenuti cinque anni dall’erario.

Questa frenesia in quei momenti contagia tutti, la gente nei locali, per strada e nei mercati parla di politica e azzarda pronostici su quel che accadrà.

Nessun luogo è risparmiato e anche qui da noi nel Bar Bianciardi, nell’estate del 2022, siccome a Settembre si sarebbe andati al voto, si potevano sentire degli avventori discutere così:

<<Allora a Settembre tutti al voto, eh?>> dice Tony avvicinandosi al bancone.

Mirco seduto al tavolo sta leggendo il giornale e risponde: <<Arrivarci a Settembre…>>.

Tony si mette a ridere: <<Dai, non fare così! Questa volta vince la destra e cambia tutto!>>.

<<Cosa cambierebbe secondo te?>>

<<Si faranno le riforme>>.

<<Se si faranno sarà perché non servono>> dice Mirco.

<<Ma come fai a saperlo?>>.

<<Perché, qualunque cosa si debba fare, bisogna che qualcuno la faccia e siccome quel qualcuno preferisce non far nulla alla fine non si farà niente>>.

Tony guarda sbigottito: <<Ma perché?>>.

<< Perché quando si iniziano a fare le cose che servono poi bisogna continuare a farle e non si può più smettere >>.

<<E allora?>>.

<<Allora finirà che quelli che devono fare quel che si deve fare non faranno nulla e si faranno perdonare facendo ogni tanto quello che non va fatto>> risponde Mirco.

<<Non credo in questo modo di ragionare. Io credo che oggi abbiamo la possibilità di cambiare la classe politica e migliorarla>>.

<<Puoi credere in quello che vuoi ma ormai la nostra classe politica è diventata inutile>>.

<<Perché inutile?>>.

<<È inutile perché non ha una visione di paese, non ha obiettivi e i suoi obiettivi sono individuati da soggetti che sono al di fuori della politica>>.

<<Non è vero decidono eccome>>.

<<Decidono solo come attuare le decisioni degli altri, con pochi margini, tra l’atro>>.

<<E chi sono gli altri?>>.

<<Ci sono società di Internet e dei settori tecnologici più influenti degli Stati e con maggiori fondi a disposizione>>.

<<Tu pensi quindi che se vincesse la sinistra sarebbe meglio?>> chiede Tony

<<Non ho detto questo>>.

<<Che cosa hai detto?>>.

<<Ho detto che la politica non fa più politica>> ribatte Mirco.

<<Ma non è sempre stato così forse?>>.

<<Non sempre, molto di quello che abbiamo è il risultato della classe politica della Costituente che ormai è estinta>>.

Tony lo guarda e gli chiede <<Ne sei convinto?>>

<<Pensa che senza De Gasperi non ci sarebbe potuto essere Mattei e comunque non sarebbe riuscito a fare quel che ha fatto>>.

<<E che avrebbe fatto?>>.

<<Hai mai sentito parlare dell’Eni?>>.

<<Quella dei distributori, che è stata privatizzata?>>.

<<L’ha creata Mattei e un tempo era nostra, dello Stato>>.

<<E cosa cambia?>>

<<Te ne accorgerai a ottobre quando spenderai mille euro al mese per riscaldarti>> dice Mirco.

<<Ma cosa dici?>>.

<<Dico che se hanno rinunciato a dieci stipendi per andare al voto è perché sapevano che nessuna delle forze politiche in campo avrebbe potuto sopravvivere alla crisi energetica delle prossime due stagioni>>.

<<E quindi?>>

<<E quindi hanno deciso di andare subito al voto per farsi confermare per altri cinque anni>> conclude Mirko.

Poi prosegue dicendo che forse, con il livello di deputati che abbiamo è un bene che non abbiano più il potere di decidere nulla anche perché non ne sarebbero in grado venendo scelti per incompetenza e demerito. Al che Tony risponde:

<<Ma la politica non la fanno mica solo i deputati, se tutto va così è perché persino le persone hanno smesso di credere nella politica e di farla>>.

<<Quando i cittadini smettono di fare politica iniziano a subirla e siamo arrivati così avanti che con queste elezioni potremo fare ben poco>>.

<<Cosa vorresti dire?>>.

<<Lo vedi il nulla che abbiamo dentro, questo miserabile desiderio diffuso di arraffare le cose che non ci meritiamo, questa ambizione di accettare ruoli per i quali siamo incompetenti perché si può e perché, se lo ha fatto quello lì, allora lo posso fare anche io?>>.

Tony lo guarda scuro in volto e Mirco prosegue:

<<Questa miseria che abbiamo dentro esploderà fuori di nuovo e si mangerà tutto, le nostre case, i nostri risparmi, il nostro futuro e allora, dopo aver passato anni a glorificare e accogliere quella degli altri, ci accorgeremo di quanto è spietata la miseria, quando tocca a noi>>.

Mentre dice questo Tony si avvicina al tavolo dicendo che la povertà in fondo c’è sempre stata e che nonostante tutto il mondo è andato avanti.

Lo interrompe Mirco: <<Non ho detto povertà, ho detto miseria, che è una povertà anche morale, senza speranza, che non abbiamo mai visto. È la povertà di chi non crede in nulla tranne che nel denaro e si troverà a perdere anche quello>>.

Tony lo guarda pensieroso, e poi gli chiede: <<Ma che differenza ci sarebbe?>>.

Mirco fa un sospiro mi guarda e lentamente si spiega: <<Nella povertà c’è dignità, ci sono valori, tutti sanno che pur avendo poco non devono rubare. Nella miseria no, chi non avrà quel che aveva prima sarà spietato nel depredare gli altri. E saranno tanti, come gli zombi>>.

E ancora: << È troppo facile essere buoni quando si ha tutto, i buoni li vedremo quando non avranno più nulla>>.

Tony allarga le braccia e risponde: <<Non credi di essere un po’ apocalittico? Potranno esserci magari dei problemi ma non credi che si potrà riuscire a trovare una soluzione>>.

<<Hai ragione!>> risponde Mirco <<La soluzione la troveremo e sarà una soluzione che rimetterà tutti al proprio posto senza confusione e probabilmente alla fine torneranno delle classi sociali e culturali ben distinte e distanti>>.

<<Cosa vorresti dire?>>.

<<Intendo che il tabaccaio smetterà di fare il virologo>>.

Poi continua: <<Ma prima questa miseria ci troverà soli, ognuno in una stanza, a rotolarci come vermi senza più la dignità che è l’ultimo lusso di un mondo passato e ostile al nulla che ci guida>>.

<<Non ti capisco>>.

Mirco distratto ribatte: <<Voglio dire che già la politica di suo non può risolvere tutti i problemi del mondo ma solo alcuni, in più, con questi candidati, ci accontenteremo di aiutare seicento famiglie a scaldarsi>>.

<<Quali?>>.

<<Quelle dei prossimi parlamentari>>.

<<Non ti sembra di esagerare?>>.

<<Assolutamente no, seicento famiglie non sono poche e non capita tutti i giorni di aiutarne così tante>> conclude Mirco insistendo nella provocazione.

Ormai si è fatta una certa ora quindi li interrompo e li faccio uscire dal bar ma hanno ancora voglia di parlare.

Infatti, Tony chiede: <<E tutti gli altri?>>

E mentre si allontanano sento che Mirco risponde << Se ancora le faranno, potranno aspettare le prossime elezioni e arrivarci pronti>>.

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