Personaggi:
PADRE UBU – Tiranno mostruoso e infantile, con la panza traboccante e il cervello di senape.
MADRE UBU – Inquietante matrona dalla lingua tagliente.
DONALD TRONF – Ex-presidente, parrucchino parlante, ego smisurato.
VLADIMIR POUTINE – Zar modernista, torace nudo e cranio lucido.
MELANIA – Statua vivente dal sorriso spento.
Un pollo carbonizzato – Rappresenta il popolo.
ATTO I – “AL TAVOLO DELLA STUPIDITÀ GLOBALE”
(Una stanza dorata, tavolo rotondo. Candelabri. Il tavolo è a forma di pizza, ogni spicchio ha una bandiera. Entrano PADRE UBU, TRONF e POUTINE.)
PADRE UBU
(grondando sudore e saliva)
Merdre! Che puzza di diplomazia… chi ha cagato su questo tavolo?
TRONF
(ridacchia, sistema il parrucchino che prende il volo e si posa sul busto di Napoleone)
Dev’essere stato Sleepy Joe. Ma io ho un’idea GENIALE. Africa! Tutta piena di cose lucide: oro, petrolio, bambini col WiFi.
POUTINE
(con tono basso, occhi come fessure di ghisa)
Bah. Africa noiosa. Io voglio Europa. Nostalgico. Mi manca Berlino.
PADRE UBU
(strilla)
Ma chi vuole l’Europa? Che acquisto è? Son tutti in mutande, hanno solo formaggi e burocrazia! È un continente di scartoffie e bidè! Merdre! Prendiamo qualcosa che si mangia!
TRONF
(sbuffa)
Africa si mangia. Io ho letto in un libro (scritto da me): “L’Africa è il frigo della Terra.”
POUTINE
(batte il pugno sul tavolo-pizza, una fetta salta via)
Io voglio Parigi. E i pantaloni attillati dei francesi.
PADRE UBU
Allora facciamo una lista! Chi ha una lista? Merdre! Manca il mio scriba!
(Intanto, su un divanetto dorato, MADRE UBU sorseggia vodka con MELANIA.)
MADRE UBU
E tuo marito? Sempre a parlare con gli specchi?
MELANIA
Quando non parla con sé stesso, twitta con Dio. Ma Dio non risponde.
MADRE UBU
Il mio almeno urla, rutta, e poi invade. Fa tutto in tre secondi. Una gioia animalesca.
MELANIA
Io sogno una gabbia. Ma anche una buona manicure.
MADRE UBU
Ma parliamo di cose serie: le bombe. Chi le sceglie i colori?
PADRE UBU
(rientrando con due polli cotti sotto le ascelle)
Merdre! Nuovo piano! Invadiamo… il Canada. Nessuno se lo aspetta. Hanno sciroppo e orsi polari. E non gridano mai.
TRONF
Lo amo! Ottimo branding! MAKE CANADA MINE AGAIN!
POUTINE
(sbuffa)
Io allora prendo la Finlandia. Sono silenziosi. Mi piacciono i silenzi.
PADRE UBU
Tutti zitti! Si fa come dico io o vi strozzo col mio intestino a fisarmonica
(Calano le luci, si sente un gallo morente. Una voce fuori campo:)
VOCE
E così, tre teste d’uovo – una pelata, una tinta e una putrefatta – decisero di ridipingere il mondo con i pastelli del caos.
ATTO II – “LA PAURA MANGIA IL CERVELLO (E LA GEOPOLITICA)” – Parte II
TRONF
(sorriso tirato, voce bassa)
Diciamo la verità… caro Ubu… non è che stai un po’… esagerando?
PADRE UBU
(sbatte le mani sul tavolo-pizza)
Merdre! Esagerare è il mio diritto divino! Sono nato esagerato, cresciuto debordante e morirò moltiplicato per tre! Il mondo mi deve ogni grammo di sé! E pure l’IVA!
POUTINE
(guardando TRONF negli occhi, senza parlare. Poi a Ubu:)
Ma tu credi che reggerà? Il mondo? Tutto questo peso? Tuo, nostro… di nessuno?
PADRE UBU
(canticchiando)
“Il mondo è un budino! E io ho il cucchiaio!”
(ride, poi si ferma, minaccioso)
Ma sento il sospetto… lo annuso… lo mastico! Traditori!
TRONF
(rapido, allunga una mano verso una mappa, la gira)
No! Ma che tradimento! Solo… tattica! Giochiamo di squadra, no? Team Tiranni!
POUTINE
(freddo, impassibile)
Io non gioco. Io vinco. E tu, Ubu.Perfetto!
parli troppo. Forse è tempo di silenziarti.
(Silenzio pesante. UBU lentamente si alza, la pancia ondeggia come un oracolo gonfio. Si gira verso il pubblico.)
PADRE UBU
(verso il pubblico)
Merdre! Merdre! Merdre!
Vogliono uccidermi! Io, che sono il centro, il circolo, il cerchio e lo spreco!
Ma Ubu è immortale! Ubu rinasce in ogni stupido potente con un bottone e un buffet!
(Luci rosse. Il tavolo a forma di pizza è ora ridotto in pezzi. Mappe strappate, statuine spezzate. TRONF si è costruito una torre di bandierine. PUTINE siede su un globo schiacciato. PADRE UBU indossa un elmo fatto con la casseruola del pollo.)
PADRE UBU
(barrisce)
Merdre! Ora basta! Se volete la guerra… GUERRA SIA! Io sono Ubu il Distruttore, il Divoratore, il Perforatore di Stati! Io vi cancello dalla cartina!
TRONF
(urlando)
Tu sei solo un maiale vestito da re! Io sono il miglior presidente della storia dell’universo! Ho più seguaci di Gesù e Elvis messi insieme!
(Intanto, nel salottino laterale, MADRE UBU e MELANIA osservano la scena sorseggiando qualcosa che sembra champagne ma è probabilmente nitroglicerina aromatizzata.)
MADRE UBU
Vedi cara? Gli uomini alla fine si scannano da soli. Basta aspettare.
MELANIA
(Sorridendo leggermente)
Il potere li gonfia. E poi… esplodono. Come soufflé
ATTO III – “IL FRAGILE ASSE DEL RIDICOLO”
Scena: lo stesso salone ormai devastato. Il tavolo a forma di pizza è frantumato in spicchi bruciati. Le bandiere sono stracciate. Le luci pulsano. Un’atmosfera da farsa apocalittica.
PADRE UBU
(col suo elmo da colapasta, brandendo uno scettro fatto con uno zampone)
Merdre! Merdre! Merdre!
Voi non siete re, non siete zar, non siete nemmeno galline! Siete piume senza pollaio!
TRONF
(in piedi su una pila di valigie diplomatiche)
Io sono l’unico vero imperatore! Ho un bottone rosso per ogni continente! E uno solo per la TV!
POUTINE
(seduto in cima a un globo terrestre deformato, parlando come un condannato che ha scelto la condanna)
Avete parlato troppo. Vi ho ascoltato per un’era. Ma ora…
(estrai un pugnale scolpito in ghiaccio)
…parla il silenzio.
(Improvvisamente il palco vibra. UBU si getta su TRONF, lo copre di sputi e citazioni storiche sbagliate.)
PADRE UBU
La democrazia è un dessert! E io ho finito il secondo!
Preparatevi… al mio regno del ventre!
TRONF
(rincula, sistemando nervosamente il parrucchino)
Tu sei solo un blob medievale! Io ho followers, tu hai solo flatulenze geopolitiche!
POUTINE
(si alza, e con calma glaciale rompe la sedia su cui sedeva)
Finitela. Entrambi.
Io ho già mandato i cloni.
PADRE UBU
(stordito)
Cosa?
POUTINE
(tranquillo)
Tre versioni di me. Una a cavallo. Una in topless. Una in TikTok.
(Le luci si abbassano, si accendono suoni da guerra in playback: tamburi, fanfare, sfiati.)
TRONF
(sgrana gli occhi)
Io ho solo il mio doppio olografico per le convention…
PADRE UBU
(urla, si rotola a terra)
Il fragile asse del ridicolo… si spezza!
Ubu non condivide! Ubu assorbe!
(I tre si affrontano come mostri mitologici. Si lanciano trattati, tweet, pozioni, resti di polli. Il palco collassa simbolicamente. Le luci esplodono in rosso. Rumore di crolli. FINE ATTO III)
ATTO IV – “IL REGNO DELLE CONSORTI”
Scena: calma piatta. Una stanza sobria. Le luci sono fredde, ma eleganti. Sul fondo, una finestra da cui si vede il mondo – in fumo. MELANIA è seduta con la schiena dritta. MADRE UBU entra con una sigaretta accesa e un ghigno da diva del crimine.
MADRE UBU
Sai che ti dico, cara? Abbiamo lasciato il mondo ai maschi per troppo tempo. E guarda qui… un mucchio di cravatte carbonizzate.
MELANIA
(beve lentamente)
Loro avevano il potere. Noi… la pazienza.
MADRE UBU
(sorride)
E adesso… abbiamo tutti e due.
(Entrano due galline con tailleur e tacchi alti. Srotolano un piano d’azione: “NUOVO ORDINE MADRE UBU/MELANIA”)
MELANIA
(calmamente)
Prendiamo il Canada. Sono gentili.
MADRE UBU
E dopo… Marte. Ma con decoro.
(Si siedono sul trono fuso fatto di resti di corone e bandiere. Luci lente. Sipario.)
FINE
(…o solo l’inizio?)
Francesca Mezzadri
Note dell’autore
Satira politica che affonda le radici nell’assurdo jarryano, caricando le figure grottesche del nostro tempo con lo spirito anarchico e scardinante di Ubu Roi. Partiamo da un incipit teatrale nello stile di Jarry: dialoghi grotteschi, deformazione linguistica, assurdità comica e un tocco di ferocia infantile.
Nota a pié di pagina
“Sleepy Joe” è un soprannome dato da Donald Trump a Joe Biden durante la campagna elettorale del 2020 (e anche dopo), con l’intento di dipingerlo come lento, stanco, confuso o poco energico.
È un’espressione derisoria – parte dello stile provocatorio e teatrale tipico di Trump – che usava per sminuire l’avversario politico agli occhi dei suoi sostenitori.
Nel contesto della nostra pièce teatrale, “Sleepy Joe” è quindi Joe Biden, attuale presidente degli Stati Uniti (almeno fino alle elezioni del 2024–2025), rappresentato come un uomo stanco o assente, secondo la caricatura trumpiana.
Francesca Mezzadri