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Yari Bernasconi, Andrea Fazioli. Non importa dove,

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Il progetto Non importa dove consiste in un viaggio attraverso cinquantotto luoghi, raccontati con parole e immagini. Luoghi narrati e indicati come cartoline. Luoghi del passato o del futuro, reali o immaginari, angoli del globo o spazi indefiniti. Cartoline slegate tra loro che possono essere consultate anche in maniera estemporanea eppure unite tra loro dall’essenza stessa del libro, dalla volontà degli autori di rappresentare il mondo, di ieri oggi domani, usando e sfruttando anche la fantasia, l’immaginazione.

Tolkien ha utilizzato due potenti dispositivi per consolidare la sua rappresentazione della Terra di Mezzo e renderla il più possibile vicina alla realtà: le mappe e i paesaggi. Entrambi gli strumenti utilizzati trasformano la geografia epica e virtuale de Il Signore degli Anelli in una concreta rievocazione della situazione europea vissuta dall’autore. La Terra di Mezzo, inizialmente ispirata e derivata da paesaggi europei esistenti, è poi diventata a sua volta fonte di ispirazione per il mondo reale. Non solo Tolkien “imita” i luoghi reali, ma oggi i luoghi immaginari da lui creati stanno, in un paradosso che mescola audacemente fatto e finzione, condizionando la realtà stessa, plasmandola a loro immagine. Si realizzano idee immaginarie di divertimento. In Nuova Zelanda, in un luogo lontanissimo dall’Inghilterra, si possono visitare i “paesaggi della Terra di Mezzo”.1

Il viaggio intrapreso da Bernasconi e Fazioli nel libro sembra incarnare alla perfezione l’idea di Tolkien di mescolanza e influenza reciproca tra luoghi reali e immaginari.

Calvino riteneva prossimo un momento di crisi della vita urbana, e Le città invisibili sono un sogno che nasce dal cuore delle città invivibili.2 Le città di Calvino sono invisibili perché immaginarie, mai esistite, ma non per questo prive di legami con la contemporaneità: sono sogni realistici immersi in una dimensione atemporale, pronti a diventare archetipi primordiali di aggregazione umana. Queste città non trovano posto in nessun atlante, perché sono il risultato di un viaggio interiore di Marco Polo che, nei panni di un novello Ulisse, narra le proprie avventure a un malinconico Kublai Kan, re dei Tartari, maschera orientale dell’omerico Alcinoo, cosciente dell’imminente rovina del suo impero; la sua unica consolazione è contemplare le visionarie città abbozzate dal suo interlocutore.3

Anche le cartoline di Bernasconi e Fazioli sono, per certi versi “immaginarie” laddove, pur illustrando luoghi reali, li raccontano al lettore con i filtri della fantasia e dell’immaginazione. Soprattutto sembra che gli autori abbiano voluto privare, con il loro viaggio, i lettori delle loro certezze. In un libro dove luoghi e non-luoghi si mescolano e si fondono fin quasi a confondersi viene ampliato il distacco dalla realtà quasi come un’invocazione che esorta chi legge a liberarsi dalle prigioni, mentali prima che fisiche, che bloccano la sua esistenza e reprimono sentimenti ed emozioni.

La strada per la liberazione dalle proprie prigioni porta gli autori e, simbolicamente i lettori, attraverso scenari tipici della letteratura di viaggio. Numerosi sono gli esempi di personaggi inghiottiti dalla balena, ma tutti, in un certo qual modo, sembrano far riferimento al racconto biblico del profeta Giona. Smarrimento, disobbedienza e deviazione dal giusto cammino sono gli aspetti più ricorrenti.4 La permanenza nel ventre della balena diventa così un’occasione di espiazione tuttavia non uguale e non la medesima per tutti. Lo sguardo di chi viaggia e il viaggio in chi lo compie non sono mai un qualcosa di univoco.

Nel ventre della balena Bernasconi e Fazioli incontrano anche Geppetto e Pinocchio. Iniziano a giocare a carte e Giona li avverte di stare attenti perché il burattino cercherà di imbrogliarli. Il complesso intreccio di climax utilizzato dagli autori in questa come anche in altre cartoline porta il lettore a interrogarsi non solo sulle parole e sulle immagini evocate quanto, soprattutto, sui loro significati reconditi legati ai luoghi e alle esistenze narrate. Storie di vita immaginarie e immaginate che si intrecciano con quelle reali, esattamente come accade per i luoghi visitati o, semplicemente, immaginati.

Irma Loredana Galgano

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Yari Bernasconi, Andrea Fazioli, Non importa dove, Gabriele Capelli Editore, Mendrisio (Svizzera), 2025.

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1M. Picone, Hic sunt Hobbits. La “realizzazione” di un paesaggio virtuale, in Atti del Convegno di Studi J.R.R. Tolkien: Viaggio ed Eroismo ne Il Signore degli Anelli, G. Picone e L. Scolari (a cura di), Palermo, 2014.

2I. Calvino, Le città invisibili, 1972.

3E. Armentano, La forza invisibile delle città calviniane. Lettura come “provocazione” alla scrittura: il progetto “Itinerari inesplorati tra Le città invisibili di Calvino”, in La Letteratura italiana e le arti, Atti del XX Congresso dell’ADI – Associazione degli Italianisti, Napoli, 2016.

4F. Conselvan, Il cavaliere inghiottito. Il racconto esemplare di Giona nei poemi cavallereschi di primo Cinquecento, in La letteratura italiana e le Arti, Atti del XX Congresso dell’ADI – Associazione degli Italianisti, Napoli, 2016.

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