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Zoe Whithall, Gente per Bene, Elleboro edizioni

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Un professore di liceo, una tranquilla cittadina della campagna americana del Connecticut, il professore che diventa un eroe per aver disarmato un folle che ha tentato una strage nella scuola, lo stesso professore che l’anno dopo è accusato di molestie sessuali e tentato stupro su quattro minori: tutto intorno la società Wasp, quella borghese e  puritana descritta dalla canadese Zoe Whithall in Gente per bene, il suo primo romanzo tradotto in Italia ( traduzione di Alessandra Riccardi, pagg. 462, euro 14).
A colpire è su tutto la scrittura: serrata ma poetica, drammatica ma umana, perfetta nel descrivere una società pronta subito a essere colpevolista ancor prima del verdetto. Soprattutto nelle cittadine di provincia, dove non a caso avvengono la maggior parte dei casi di cronaca più pruriginosi: una provincia che “sembra sempre matura per una propria parodia, con le sue perfette aree verdi, i bar che fanno bella mostra di caffè e cioccolata di provenienza equo-solidale, uno studio yoga in ogni isolato e il basso tasso di abbandono scolastico”. Perché come scrive Zoe Whithall “Pronuncia la parola benestante e protestante e avrai dipinto una famiglia”, ovvero la perfetta sintesi di quella che per decenni i migliori scrittori americani hanno cercato di descrivere per ritrarre la società wasp, borghese e radical chic.
La trasformazione del professore George Woodbury da eroe a predatore sessuale avviene in tempi velocissimi che sorprendono anche il lettore più intuitivo mentre il cambio repentino di reputazione  dell’opinione pubblica è qualcosa che conosciamo molto bene, ma che l’autrice riesce a descrivere con somma bravura non nascondendo mai il sospetto che i veri colpevoli sono coloro che giudicano senza sapere. Senza facile retorica leggiamo anche tutta la differenza tra le metropoli e le piccole cittadine: alla Whithall basta una frase, “A New York, potevi avere una trentina d’anni, una vita piena e non essere considerato un fallito per il fatto di non avere una famiglia. Ad Avalon Hills fare figli è ciò che facevi se eri rimasto a vivere lì”.
Oltre alla radiografia sociale di questa “America oggi” la scrittrice canadese è implacabile nel descrivere la società degli adolescenti: i loro ragionamenti inconsci e la loro ribellione già pronta a diventare una “ribellione per bene”.

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