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Lavoro per modo di dire

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I calembour di Maurizio Pansini
“Trovo i calembour di Maurizio Pansini molto arguti e divertenti e creativi. Si leggono con piacere ed allegria”
Renata Prevost (Pubblicitaria)
“Con i suoi calembour, diffusi inizialmente tramite quegli stessi social network in cui gli utenti ricorrono alle faccine per chiarire il registro dei loro messaggi e si sprecano i neologismi dalla vita breve come il verbo “piaciare”, Maurizio Pansini riprende i vecchi giochi di lingua e suoni, noti soprattutto una volta come calembour, e li rende attuali con una grafica accattivante giocata sul lettering e i colori. Si tratta di trovate curiose ma non lambiccate che stupirebbero anche un linguista, e che rispolverano la freddura dei giochi di parole come trovata umoristica leggera, senza fare esercizi di stile o slogan. Maurizio insomma propone più una forma di intrattenimento letterario o un’arguzia testuale che delle suggestioni da copy. Lo fa con una intelligenza sottile che strizza l’occhio all’enigmista e ci fa venire voglia di giocare con le parole anziché limitarci a sfruttarle, servircene, dimenticarle persino”.
Eva Clesis (Scrittrice)
“Maurizio Pansini ritrae con ironia l’universo che ci circonda: con calembour diretti, mai banali, mai scontati giocando con le parole come un Book Jockey”.
Gian Paolo Serino (Critico letterario)
“I Calembour di Maurizio Pansini sono un’ode al surrealismo. Come un funambolo, che conosce bene il significato delle parole, e la loro magia, Pansini si appropria delle tessere del mosaico del linguaggio comune e le mischia a modo suo, con capriole brillanti, tenendosi sempre in equilibrio con grande abilità sul filo del senso compiuto”.
Elisabetta Bricca (Scrittrice)

Gustave Flaubert c’est moi

Gustave Flaubert c’est moi

  Frasi che si mordono la coda, sollevandoci dal peso di essere troppo intellettuali. “Le parole possono dire di più di quel che sembrano dire, tra gioco di parole, lapsus, sogno e invenzione corrono legami sottili” Umberto Eco “Il calembour è un’arguzia legata ad un gioco di parole, ovvero un modo privilegiato di manifestarsi dell’inconscio”…

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