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Ivan Turgenev. Alla vigilia

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…Che cos’è che voglio? Perché ho di nuovo questo peso sul cuore, questo languore? Perché guardo con invidia gli uccelli che volano in cielo? Mi sembra di voler volare via con loro, volare, dove non lo so, ma lontano, lontano di qui. E non c’è peccato in questo desiderio? Qui c’è mia madre, mio padre, la mia famiglia. Forse che non li amo? No, non li amo come vorrei amare. Ho orrore ad ammetterlo, ma è la verità.” ”Alla vigilia” di Ivan Turgenev (Carbonio Editore, 2023 pp. 240 € 17.00), nella traduzione di Mario Caramitti, dipinge il ritratto inquieto e insoddisfatto della società ottocentesca, cattura la sostanza espressiva dei comportamenti umani nella percezione poietica dell’attesa, rivela l’irrequietezza instancabile dell’anima, impressa nella romantica sospensione emotiva dei personaggi. Risveglia gli interrogativi esistenziali, raffigurando, con un’impronta narrativa elegante e realista, il tormentato scenario ideologico e sociale, nella labirintica e apprensiva incertezza di un vissuto esitante.

Turgenev concede, con lungimirante padronanza interpretativa, l’approfondimento letterario e psicologico dei personaggi, animati da un’attitudine interiore profondamente vitale, nella travagliata indeterminatezza dei loro ruoli. Omaggia la volontà e la tenacia dell’affermazione, nell’emozionante parabola della gioventù, mossa da fervide aspirazioni e intense, nobili resistenze, ma al contempo sottolinea la rovente frustrazione, l’incapacità di inquadrare la propria collocazione sociale all’interno della concezione disincantata della realtà, narrata nella commovente e impetuosa esaltazione della libertà. “Alla vigilia” dipana le spinose sfumature dell’animo umano, scopre, attraverso la protagonista Elena, l’evoluzione introspettiva e il processo di crescita e formazione della giovinezza, intensifica l’entusiasmo delle aspettative, l’infatuazione dei comportamenti e l’intreccio delle esperienze per affrontare la sfida emotiva nella prospettiva dinamica di un mondo che affonda l’abisso delle sue tensioni storiche. Nella descrizione profetica degli ambienti infatti, nella Mosca del 1853, spira l’alito di un vento sinistro che incombe sulla guerra di Crimea e aleggia nella trama della contemporaneità.

Turgenev spinge il lettore alla riflessione di una condizione legata fortemente all’inesorabile attualità, animando il contesto storico influenzato dall’irragionevolezza della guerra e dai suoi scellerati scopi. Il libro comprende l’appassionata educazione sentimentale ed etica dei personaggi che incarnano la complessità e la contraddizione dei sentimenti umani, muovono la finalità idealista, incrociando l’incastro spirituale delle opposizioni, incarnate nella linea dei dettagli, nel confine tra la fede incrollabile e l’esito passionale, tra la spregiudicatezza e la coscienziosa premura. Elena vive in tutti i suoi slanci vitali la partecipazione del proprio appassionato innamoramento con il rivoluzionario bulgaro Dmitrij Insarov, affronta la solitudine morale e la crisi dell’adolescenza, nell’urgenza di allontanare la propria infelicità. Possiede la sincera caparbietà e la sensibile dedizione allo spirito di sacrificio, esprime la sua contrarietà verso l’esistenza rigida dei genitori, imprigionati nel finto conforto delle convenzioni sociali aristocratiche. Insegue la combinazione perfetta per riconoscere la vita e destreggiare la coscienza e i desideri del cuore. Turgenev distende il proprio maestoso patrimonio culturale negli elementi romanzeschi del racconto, nella veglia delle domande sull’essenza della felicità, sulla sua immediatezza, sul dono delle opportunità. Elabora, con la sua persistente abilità analitica, il lineamento enigmatico delle esistenze, i turbamenti della provvisorietà, il contrasto di un’epoca tra luci e ombre. L’eroismo utopico si confronta con l’estrema e coraggiosa finalità di riscatto, rivoluziona la combattiva autorità delle nuove generazioni, in linea con la modernità, emana la risposta determinata delle scelte. Il libro attende la vigilia, intesa metaforicamente come l’indugio necessario per compiere il proposito delle speranze, nella celebrazione di una visione poetica che insegue distintamente e intuisce, oltre l’esultanza e lo sconforto, il destino e il cambiamento.

Rita Bompadre

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