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Francesco Permunian inedito. Emicranie

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Dopo aver festeggiato i 20 anni di attività di Satisfiction insieme a scrittori come Enrico Remmert, Stephen King, Vitaliano Trevisan, Raul Montanari ed Enrique Vila Matas, in occasione dei 22 annni della rivista pubblichiamo i racconti di autori che da anni contribuiscono a creare Satisfiction.

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Emicranie

Anche se nessuno lo sa e per nessuna ragione al mondo lo verrà mai a sapere, sia chiaro, ciò nonostante io continuo ad operare attenendomi sempre alle due sole regole auree che presiedono a questa mia sordida e solitaria attività, ovverosia osservando sempre e comunque il massimo riserbo e la più assoluta segretezza. E quindi anche se nessuno lo sospetta – manco i colleghi di lavoro, né tantomeno i miei famigliari (a cominciare da quell’oca di mia moglie Clorinda), in realtà io sono uno stupratore.

Uno stupratore seriale, per la precisione. E, ci tengo a sottolinearlo, non mi sento per niente in colpa. No, io non ho mai avuto il benché minimo pentimento riguardo a certi “orribili e abominevoli delitti”, come amano definirli quei tromboni della carta stampata. Specie quelli della stampa scandalistica.

La vera colpa, se volete saperlo, è solo e soltanto di quelle stramaledette e insopportabili emicranie che sempre più spesso mi assalgono a tradimento: sì, così, ex abrupto, senza alcuna possibilità che io possa difendermi in quanto, a tutt’oggi, non esistono cure o medicine in grado di debellare un simile mal di testa. Una simile corona di spine, dovrei dire, letteralmente conficcata nel mio cranio. O meglio, nel mio cervello ridottosi ormai, di conseguenza, a un devastato e sconquassato crivello pieno di buchi e di falle.

L’unica via di fuga da un tale atroce calvario (adesso capisco il dolore di Gesù Cristo con quella ghirlanda di spine sulla testa, eccome se lo capisco e lo compatisco, quel povero diavolo sulla croce!), l’unica via di scampo, dicevo, consiste nell’uscire immediatamente di casa o dall’ufficio, salire in auto e mettermi subito in cerca di qualche donna da violentare. Non ho una lista di preferenze. Che sia giovane o vecchia, non ha poi troppo importanza, basta che sia una femmina. Meglio ancora se vecchia, dato che le vecchiette di solito oppongono meno resistenza. Fanno meno casino, ecco. Normalmente le prendo da dietro, per non guardarle in faccia. Per non assistere allo spettacolo, veramente osceno e disgustoso, credetemi, delle loro brevi agonie.

E’ incredibile come tutte crepino in malo modo, quelle vegliarde, senza un briciolo di decoro o di eleganza … Certune arrivano perfino a farsela addosso mentre io sto operando, ma vi rendete conto? E perciò mentre le violento, sono costretto a chiudere gli occhi e a stringere sempre più forte la corda con la quale le tengo legate al collo, manco fossero delle vecchie manze da condurre al macello! E’ la mia tecnica, più volte collaudata. Il mio modus operandi, direbbe un giudice o un poliziotto. In realtà, più semplicemente, è la sola e unica “pastiglia” che funzioni contro la mia emicrania. Tant’è che al momento della eiaculazione, tiro un gran sospiro di sollievo perché sento che il mal di testa mi sta finalmente passando. E a quel punto, necessariamente, do un ultimo e violento strattone alla corda (un ultimo e definitivo “girocollo”, per capirci) in modo da sbarazzarmi di quella pastiglia ormai scaduta.

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