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Arthur Conal Doyle inedito. Il mare era animato da grandi balene gobbe

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Il 28 febbraio 1880, sette anni prima che la sua creazione più famosa, Sherlock Holmes, apparisse sulla carta stampata, Arthur Conan Doyle lasciò Peterhead a bordo della S. S. Hope, una nave baleniera guidata dal capitano John Gray e diretta verso l’Oceano Artico.

A vent’anni, mentre studiava medicina all’Università di Edimburgo, Doyle si era unito all’equipaggio come chirurgo della nave e per sei lunghi mesi, quando non si occupava dei malati, gran parte del suo tempo in mare fu dominato dalla caccia a balene, foche, narvali, orsi polari e uccelli.

Sebbene fosse incaricato di tenere il diario di bordo per tutta la durata del viaggio, tenne anche un diario personale e illustrato, in cui registrò le brutali realtà di un simile viaggio, spesso in modo molto dettagliato.

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Mercoledì 4 agosto


Stamattina le condizioni sono migliorate, ci sono molti uccelli e molto grasso sull’acqua. Abbiamo osservato i gabbiani di Bosun, che sono pessimi pescatori, inseguire le povere fringuelle fino a quando non hanno rigurgitato il loro ultimo pasto, che i piccoli divorano allo stato semidigerito. Verso mezzogiorno, il mare brulicava di cetacei, che abbiamo raggiunto con due barche pensando che fossero tursiopi, ma si sono rivelati giovani balenottere, bruti inutili e così potenti che avrebbero fatto fuori tutte le nostre cime, così le barche sono state richiamate. Il capitano ha sparato a un “nostromo”. Sono stati avvistati molti edredoni. Sono stati avvistati anche diversi pesci spada. Uno di loro stava inseguendo una balenottera intorno all’Eclipse. La povera bestia usciva dall’acqua e faceva un terribile confusione. Carner ha sparato un proiettile di fucile a un giovane di circa quaranta piedi, che si è allontanato in gran fretta per dire al padre cosa gli avevano fatto. Questo mare da Jan Mayen all’Islanda potrebbe essere chiamato il Mare delle Piume. La superficie è letteralmente ricoperta di piume in molte parti.


Il capitano mi ha chiamato verso le 23 per assistere a uno spettacolo meraviglioso. Non spero mai più di vedere qualcosa di simile. Il mare era semplicemente
animato da grandi balene gobbe, una varietà piuttosto rara, si sarebbe potuto lanciare un biscotto su duecento di loro, e per quanto si poteva vedere non c’erano altro che spruzzi e grandi code in aria. Alcune soffiavano sotto il bompresso, mandando l’acqua sul castello di prua ed eccitando enormemente il nostro Terranova. Sono lunghi 60-80 piedi e hanno teste straordinarie con una sacca pendente come quella di un rospo dalla mascella inferiore. Producono circa tre tonnellate di olio molto scadente e sono difficili da catturare, tanto che non vale la pena inseguirli. Abbiamo calato una barca e sparato con un vecchio arpione sciolto a una di esse, che si è allontanata con un grande spruzzo. Si distinguono dalle balenottere per essere bianche sotto le pinne e la coda. Alcune di loro emettono un fischio particolare quando soffiano, che si può sentire a un paio di miglia di distanza.


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