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Michael Bible. L’ultima cosa bella sulla faccia della terra

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Un romanzo corale e ambiguo nella sua folgorante attualità trova forma e voce in questo esordio di Michael Bible pubblicato da Adelphi e tradotto magnificamente da Martina Testa. Una scrittura, quella di Bible, capace, con frasi ridotte all’osso, di portarci dentro una storia non nuova, ma che riesce a farsi eco lentamente dentro di noi con una tensione e al contempo una malinconia del tempo perduto, del tempo vissuto e del tempo che verrà.

Harmony, una cittadina nel Sud degli Stati Uniti, una delle tante, dove non succede nulla, dove il mondo è fermo e si ha voglia solo di scappare oppure di tenersi stretta la monotonia di vite vissute nel nulla… ad Harmony in una domenica d’estate all’interno di una chiesa, durante la messa, scoppia un incendio che causa la morte di venticinque persone. Iggy ha dato fuoco o voleva darsi fuoco, non ha importanza. L’evento sconvolge la cittadina e il romanzo si apre con le voci del coro, un coro greco che lamenta la sua impotenza… “C’è chi gli ha dato del mostro, del terrorista, dello psicopatico, ma era anche solo un ragazzino. Per noi è stato impossibile conciliare le due cose. Negli anni a seguire ci siamo chiesti perché Iggy disprezzasse a tal punto la vita. Ciascuno di noi ha perso qualcosa quel giorno ed è un lutto che ancora ci portiamo dentro. Ma la cosa che più ci ha fatto male è stata la nostra ignoranza, la nostra incapacità di concepire un gesto così brutale”.

Un romanzo corale perché le voci del coro si allontanano e lasciano spazio alle parole, alla stessa storia raccontata da angolazioni diverse. Iggy narra la sua vita tra le mani del braccio della morte e racconta quello che è stato e quello che voleva che fosse e così facendo apre, a sua volta, la strada alla voce di Cleo e di Paul: i suoi amori, la sua necessità di attraversare l’esistenza al loro fianco, alle parole che ha sussurrato e scoperto di avere in gola da offrire in pasto senza aspettare di vedersi invecchiare invano. La scrittura si fa lentamente sempre più alta perché Michael Bible attraverso le voci di Iggy, Cleo e Paul riesce ad afferrare con tenacia le parole e costruire un canto polifonico dove l’indolenza inesorabile del tempo che passa è sovrana indiscutibile.

Altri personaggi, per così dire minori, fanno da sfondo a questo dramma incompiuto, a questa latitanza, nessuno è migliore o peggiore dall’altro, ciascuno rappresenta se stesso nelle proprie incapacità, nei propri errori dell’anima… Trudy e suo figlio Johnny Belladonna, Jamie della setta dei Figli gialli di Dio, Farber, il piccolo Joe McCloud nessuno escluso lascia un segno nella scrittura di Bible.

E poi c’è la vera protagonista di questa storia, quella che nessuno osa nominare, ma che rappresenta la perfetta identità di una Nazione “grande” che si fa sempre più “piccola” davanti alla potenza della Storia. La Costante. “E’ una cosa a metà fra uno struggimento continuo e un terrore improvviso, disse. Come un pomeriggio di pioggia con il sole che splende o il ronzio misterioso di una strada deserta di notte”.

E pare che a La Costante non ci sia rimedio se non provare a far finta di essere felici come chiedono o meglio impongono gli adulti. Gli adulti di un mondo abbandonato a se stesso, un mondo dove non c’è tolleranza per la diversità, ma solo necessità di appiattire, schiacciare quella differenza esistenziale in una malridotta normalità con il sapore acido della banalità del male. “Dicevano che avremmo dovuto essere felici. Io non ho mai capito la felicità. L’idea stessa sembrava oscena. A Harmony nessuno sapeva lontanamente cosa fosse. La gente non faceva altro che lavorare e andare in chiesa”.

Michael Bible cerca di non dare giudizi, ma di raccontare attraverso una scrittura che adopera la lente della ambiguità e riuscire a raccontare la molteplicità di significati che possono rappresentare la stessa azione; così la voce dei protagonisti si fa a volte memoria incerta, a volte il sogno di un mondo nuovo dove c’è spazio affinché “l’ultima cosa bella sulla faccia della terra” possa fiorire come l’albero di un corniolo solitario.

Maria Caterina Prezioso

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L’ultima cosa bella sulla faccia della terra/Michael Bible/Adelphi /trad. Martina Testa/pp.136/16,00 €

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