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Alessandro Galano. Scuola di santi

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Scuola di santi” di Alessandro Galano (Les Flâneurs Edizioni, 2024 – Collana Montparnasse, pp. 200 € 16.00) è un sorprendente e convincente elogio di racconti, narrati attraverso lo sguardo malinconico e rarefatto di chi conserva la densità emotiva della lezione esistenziale e protegge la cifra resistente e segreta della materia umana. L’autore tramanda una versione romantica e spregiudicata della quotidianità, concede al profilo introspettivo delle storie di animare la struggente e inesorabile attrazione per l’estensione mistica e silenziosa della vita, inquadra l’intreccio romanzesco nella superficie dolorosa dello squilibrio tra la necessità e la libertà, ricostruisce, sull’orizzonte delle possibilità, il destino delle creature, riconosciute nella volontà tangibile delle aspirazioni, nell’accento sensibile della fragilità.

Alessandro Galano adotta l’essenzialità di un linguaggio contemplativo e attivo nel flusso ininterrotto della complessità delle anime, consacra l’interpretazione dei comportamenti nell’esercizio continuo di una riflessione intuitiva e schietta che affonda le radici dell’umanizzazione nel valore illuminante degli eventi e nell’assunzione pagana di ogni presenza relazionale. I racconti di Alessandro Galano percorrono un itinerario intimista, carico di suggestioni, compongono una narrativa di frontiera che rimarca il confine tra lo spiraglio di luce e l’inequivocabile inquietudine delle perplessità. Definiscono la prospettiva della vertigine intorno al mistero dell’uomo e dei suoi legami, nella screpolatura amara delle esitazioni, nella fragranza pungente e disperata dei dubbi. Promuovono la maturità letteraria e la padronanza di una scrittura immaginaria e visionaria, rappresentano, con il sentimento di un’ironia trasversale, il copione di una attualità definita come una continua, incessante e ipnotica accuratezza dell’esperienza e della partecipazione. Prendono vita nell’universo spietato e commovente dei protagonisti, nella durezza profanata delle identità, nella comprensione di una pulsione morale universale, sorreggono la linfa vitale e filosofica dei sentieri lusinghieri delle trame, incrociano la premura carezzevole e il tessuto impalpabile della coscienza. “Scuola di santi” immerge l’atmosfera crepuscolare ed elegiaca della sincerità nel labirinto indefinito dell’ambiguità lacerante delle emozioni, asseconda l’energia viscerale dell’immediatezza e il lirismo confortevole del racconto.

Il libro congiunge frammenti di vita nell’insegnamento compiuto di ogni frase, specchio lucido e responsabile dell’intonazione confusa dell’universo, concentra la potenza dell’ordinario nel fondamento smarrito dell’umanità, nell’inarrestabile urgenza interiore di spiegare la pagina bianca dell’irrequietezza e di dirottare il senso della scrittura nella magia istintiva di ogni viaggio sentimentale, nell’invisibile e autentica solidarietà delle storie. Alessandro Galano dirige con uno stile impeccabile e intensamente poetico l’esplorazione di un mondo che parte dall’infanzia e consegna una coraggiosa e ostinata collezione di personaggi che trovano la loro speciale vocazione divinatoria nelle parole, santificano la consapevolezza del proprio vissuto, adottano l’ambiente evocativo dell’innocenza per riscattare la verità e la frontiera più remota del disincanto. L’autore alterna il registro morbido della delicatezza al resoconto cinico della durezza, proietta l’itinerario imprevedibile delle vicende, sospese tra inconsistenza e oggettività, assorbe l’incantesimo dei dettagli e delle sfumature, orienta la dignità tra l’incisiva e inevitabile sfida della vita e della morte, l’insistente efficacia della persuasione nell’esigenza di ogni miracolo. La destinazione narrativa di Alessandro Galano, affollata da riferimenti letterari, compie il suo approdo nella chiarezza di una frase, suggerimento di un’iscrizione celebrativa che onora il contenuto migliore per tracciare la sensibilità di chi scrive: “Le parole sono tutto ciò che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste” (Raymond Carver)

Rita Bompadre

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