Di seguito non leggerai poesie ma poscienzìe, ossia ripercussioni scientifiche nel quotidiano poetico: un quotidiano dove la parola è densa, disposta entro la percezione integrale della realtà, nella corporeità dei luoghi , nel respiro multiforme dell’ambiente, pronta a mettere insieme le istanze del sentire scientifico e quello poetico. L’umanità, da sempre in viaggio su traiettorie incerte, da sempre tesa verso nuove intuizioni dell’architettura cosmica, è parte di un mondo in cui immaginazione e scienza non possono che camminare su un unico sentiero . La ferma convinzione che la scienza sia un’attività della nostra capacità simbolica così come la scrittura poetica, vibra e si assesta tra i versi di Roberto Maggiani, riflettendo pienamente anche la filosofia della casa editrice, ossia una visione integrata del mondo.
POSCIENZA allude alla possibilità di una scienza rifondata, aperta alla probabilità, lasciando che nella sua esperienza rigorosa si condensino momenti onirici, esperienziali, poetici, coagulati in una piccola nebulosa incastonata. Poesia è il mondo stesso che prende la parola, che si fa parola. Nessun misticismo, solo la scoperta feconda di nuove connessioni, di nuovi strumenti concettuali che contribuiscano ad una rifondazione del sapere.
Il suono [ ogni suono] può_essere parola che trasporta significato{ ma le parole possono_essere suoni senza significato} tutto nel cosmo può_essere alfabeto_e_lingua: le disposizioni degli astri le combinazioni molecolari le fluttuazioni luminose| ogni variazione di qualsivoglia grandezza → un discorso ampio con un solo significato.( pag. 30): questo incipit è una porta d’entrata che ci spalanca un universo fantasiosamente dettagliato, frutto di un estro creativo straordinariamente carico di vita e movimenti vertiginosi. C’è qualcosa dello stile di uno scienziato che può essere preso a prestito dal poeta, magari proprio a partire dai segni della matematica utilizzata come lingua? Il numero, in matematica, non è che l’equivalente della parola per il linguaggio. I segni utilizzati in questa raccolta non appaiono come elementi incollati, aggiunti con grazia estetica ai versi, ma elementi di nuovo sentire umano, in modo che ogni particella di linguaggio produca il massimo significato e la massima visione di schemi che altrimenti ci sfuggirebbero, senza la dovuta attenzione. Leggere attentamente una poesia significa infatti vedere le piccole cose, ad esempio il modo in cui una particolare interruzione di riga può liberare un nuovo significato. Segni e formule non sono stati trascinati forzatamente nei versi poetici ma sono il frutto della raggiunta convinzione che la poesia possa e debba confrontarsi con le grandi sfide che la scienza contemporanea pone su più livelli e che da questo confronto possa derivare un nuovo ed utile contributo alla nostra conoscenza.
Fluttuazioni del reale, rifrazioni gnoseologiche , interruzioni di senso logico: la poesia scivola in una danza avvolgente della penna, tra le suggestioni di una società distopica, abbagliata, tra sonorità e armonie appuntite, dense di musica urbana, brulicanti di vita onirica e febbrile. Il reale è coagulato in spessori e cifre a volte sensuali, ([…] siamo gonfi di piacere/:così tanto da inondare/ la città e sommergere /le bestie deliranti /{che in cerchi sempre più stretti /la stringono e la divorano}) […] pag. 83), a volte dissacranti ([…] La madonna è apparsa_/_nel monitor del [mio] computer/:ha scritto molti post/ {ma nessuno ci crede↓ […] (pag39) , a tratti visionarie […] dal pari universo dei miei cassetti /della camera da letto giungono / eserciti potenti e vaghi /di creature senza nome↓ […](pag36).
Tutto nella raccolta di Maggiani è canto e dialogo, visione da un punto panoramico. L’indie-rock dei Baustelle (cit. a pag. 30) è la giusta sonorità di un universo dove viaggiano gatti telecinetici, pensieri formulati in forma di funzione algebrica, supereroi in cui ci si riconosce (per una vaga speranza di esserlo), la falena e la lumaca che hanno passato la notte nell’androne a vagare in attesa del giorno , le belle immagini delle piazze e delle fontane di Carrara con la sua forte identità dialettologica . La poesia, per Maggiani, non deve far provare struggimenti, empatia, emozione, ma provocare scossoni al cervello, urti che ci sottraggano all’ordine rassicurante della realtà canonica. La lettura di POSCIENZA stimola, trascina, sorprende, avvolge in una spirale che riporta sempre il pensiero al centro.
Rossella Nicolò
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Oscillazione
Suppongo che il cosmo nasconda certi segreti
nella mia costellazione di tormenti.
È mattino presto e incombe la burrasca.
Il quarto di Luna stenta tra le nubi.
Un sibilo di antenne ondeggia nel ritardo della luce.
Sulla strada umida di piovasco
rotolano foglie contro le caviglie.
La mente oscilla↓↑▪▫
tra un minimo e un massimo
qualsiasi.
Riflession(i*i)pertrofiche
(10201)3
La faccia dei potenti
non è mai come vorremmo che fosse
:non deforme – regolar(e_e)pulita.
(C8)16
Bocca : masticante o parolante
è l’epicentro del caos.
(454)8
Una falena e una lumaca hanno passato la notte
nell’androne a vagare in attesa del giorno –
ora riposano : l’una sul muro l’altra sul vetro.
Non c’è nient’altro da dire se-non-che
la difformità non si normalizza
neanche davanti alla pretesa.
(110010000)2
Un angolo della casa
è stato derubato del freddo
perché ho pagato la bolletta
per chiudere il conto con l’inverno.
(500)10
Corrono per portare i figli
in punto di morte
più sani e benestanti possibile
{vogliono farli morire allegri e grassi
pieni di conoscenza e successo
[con un tocco di vigoroso egoismo]}
(999)11
Il Paradiso don(a_a)lor(o_o)_Signore
riposino in pace [nella tua luce perpetua]
{ma non tutti – solo alcuni} Amen.
Sh
* Sì | rifletto… m(a_a)nche dilago come acqua
:in piano “ o in discesa ( ma(i_i)n_salita /. Perché?
Chi se l’aspetta di trovarmi qui piSvuto
pacifico | disteso-a-evaporare sotto al_sRle_cocente
o~a~scorrere^semicontentohverso la pozza
il fiume oillago (?)| fosse il mare [almeno] !|
Acqua sono anch’io[proprio così] : teso su tuttala~superficie
a coprire languido le cose | a riflettere (su) cielo~e~luce
o a cristallizzare nel~freddT {scivola v tutto su di[o da]me
[ormai assente ne(l_l)etargo dell’inverno (riposo^beatoall’inferno)]}
Acqua ma(i_i)n_salita[sì è così]|se nong¥rg¤gliantenella^spinta_Ý
Il passato
Siamo ancora-a-mille_anni_fa
quando c’erano [sembr(a_a)ssurdo ma c’erano]
:le strade_d’asfalto_con_le_automobili –
i treni costretti sui binari // –
gli aerei fino a quota dodici chilometri
{:nei libri di storia si parlava
sempr(e_e)solo di guerre[ogni tanto del primo uomo sulla Luna]}
Le cas(e_e)rano in muratura
con i portoni e le chiavi
{:scal(e_e)ascensori per salire i piani}
C’erano le radio e le televisioni_
_accese di giorno e di notte
{:sempre a battere sullo stesso chiodo}
I computer avevano i bit un po’ di qbit e molti proibit
non avevano gli strabit i cabit e i gioibit
:c’era una fisica per gli atomi ↓
H|He|Li|…|U|
→ e una per il cosmo ↓
c
C’erano democrazie
sparse_qua_e_là_
[sì] ma con (molte)n → troppe^violazioni di diritti
Il |tremila| er(a_a)ncora di^là^da_venire
con le sue inconcepibili novità
ben_chiuse nel {[(cofanetto)]}__della Storia.