Benvenuto su Satisfiction   Click to listen highlighted text! Benvenuto su Satisfiction

Quello della libraia è un lavoro di relazione. Intervista a Daniela Girfatti

Home / L'intervista / Quello della libraia è un lavoro di relazione. Intervista a Daniela Girfatti

Daniela Girfatti, libraia ed editrice di Read Red Road, è nata a Caserta 49 anni fa. Ha vissuto ad Aversa fino alla laurea in Lettere classiche conseguita presso la Federico II di Napoli, per poi trasferirsi a Roma, dove ha frequentato un master in Relazioni Pubbliche europee e dove vive tuttora. Prima di sognare la libreria e progettare la nascita della casa editrice ha seguito la direzione clienti di Estrogeni, curando in modo particolare il mondo del terzo settore e ho contributo a fondare Own Air società di produzione e distribuzione cinematografica.

Mario Schiavone

#

Ci vuol coraggio a svolgere il doppio lavoro (editore e libraia) senza perdere l’anima. Da quanti anni fai questo lavoro, come hai cominciato e perché?

Quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande dicevo la correttrice di bozze. Non avevo idea di cosa fosse un editor ma sapevo che volevo un lavoro tra i libri. Così ho studiato lettere classiche e poi sono venuta a Roma per un Master in comunicazione e intanto guardavo il corso per archivisti e bibliotecari, senza avere mai il coraggio di iscrivermi. La passione è rimasta lì per qualche anno, finché un giorno, diventata mamma, ho sentito profonda l’esigenza di creare uno spazio, un luogo, in cui poter coltivare la passione per la lettura e la condivisione con le persone. Era il 20 novembre 2015 ed era nata Read Red Road. Avevamo scelto un nome paradigma con dentro le mie tre passioni: il rosso, la lettura e la strada. Nel 2018, per quella inesauribile voglia di imparare e confrontarmi con cose nuove nasce la casa editrice. Il desiderio era ed è raccontare storie quotidiane, preferibilmente italiane, magari locali, ma che potessero parlare di temi universali, restando attuali nel tempo.

Secondo te cosa manca alle librerie indipendenti italiane, per far fronte alla crisi di lettori fisici?

È una domanda che mi faccio spesso e dopo aver scandagliato tutte le mancanze e migliorie che potremmo mettere in campo ti direi che la mancanza più importante è fuori da noi, ed è quello che invece contribuisce alla creazione di lettori negli altri Paesi. In Italia manca un piano nazionale di promozione della lettura che sostenga la diffusione e la pratica quotidiana della lettura, la diffusione capillare di libri e la creazione di luoghi dedicati in tutto il territorio.

Manca, poi, un albo dei librai che riconosca il valore di consulenza che offriamo a chi entra in libreria. Non siamo riconosciuti come professionisti del settore, per quello – molto spesso – ci sostituiscono, su indicazione istituzionale, le associazioni nate ad hoc. Ed è una cosa che trovo assurda.

Manca una politica che tuteli il nostro mestiere e metta un freno ad Amazon.

Manca una rete tra noi librai. Abbiamo ancora poca dimestichezza a fare network, anche e soprattutto tra i piccoli. Accade con alcune felici esperienze, ma sono eventi rarissimi.

E infine manca la percezione del valore e della caratteristica principale per cui ci distinguiamo dalle catene: noi siamo librai che leggono, siamo spazio culturale attivo sul territorio.

In un’epoca in cui non esistono più luoghi di aggregazione (sono sparite le piazze, le sedi dei partiti, i luoghi di incontro, i cineforum) noi manteniamo vivo il quartiere in modo sano e con ricadute di benessere per chi partecipa. Dico sempre che invece del fatturato dovremmo presentare un bilancio di benessere, quanto abbiamo inciso nel miglioramento della vita delle persone che ci frequentano.

Quanto contribuiamo a dare un luogo di pensiero e dibattito democratico, quanto alleniamo il pensiero critico, la capacità di leggere la realtà.

A distanza di anni dalla sua approvazione, cosa pensi da libraia della Legge Levi?

Senza le premesse del punto due e senza una chiara presa di posizione nei confronti del grande player online nulla serve, secondo me. Si pensava che con la legge Levi tutto sarebbe cambiato ma non bastava perché intanto la situazione era già trasformata.

Il modello Amazon ha alterato e modificato le abitudini di acquisto, in peggio. La scontistica è data come richiesta attesa e quasi scontata, scusa il gioco di parole. Il valore del nostro lavoro di scelta, di selezione, non è valutato. Probabilmente non si riflette abbastanza sul fatto che il nostro prodotto abbia un prezzo imposto e che il margine sia davvero basso e non sufficiente a mantenere in piedi un esercizio commerciale.

Parlaci, da lettrice, di un libro che ti ha fatto scoprire il buon piacere di perdersi in una grande storia.

Questa è sempre la domanda più difficile a cui rispondere.

Negli anni ho scoperto che amo perdermi tra le parole belle e scritte con cura. Che la storia, in fondo mi interessa meno.

Da lettrice per ragazzi e per adulti ho il vantaggio di poter godere di un’offerta doppia.

Allora ti direi i titoli che mi hanno accompagnato negli anni e che hanno segnato: tutto Rodari da piccola, La storia infinita di Michael Ende, La più grande di Davide Morosinotto, La fonte meravigliosa di Ayn Rand e non posso non aggiungere il bellissimo Io sono Nina di Pina Irace, pubblicato dalla mia casa editrice. Il filo conduttore di tutti questi libri, a guardarlo adesso, è la ricerca. Quello stimolo alla crescita, alla felicità, quell’affermazione di identità che muove i protagonisti, nonostante i mille ostacoli la vita ti ponga davanti, quella sete di conoscenza che mai si placa. Io sono proprio così.

Esiste un titolo che da libraia non venderesti mai a un lettore?

Non uno, ma tanti. Chi arriva qui viene per una fiducia, per un passaparola costruito negli anni, per un ascolto attento. Non venderei mai una cosa che non sento giusta per te. Non ti proporrei cose scritte male o banali.

Per come la intendo io, il nostro è lavoro di relazione. Tu arrivi qui e cerchi qualcosa di bello per te, che sia di svago, di compagnia o di sollievo per un momento faticoso. A me il compito di cogliere la domanda più profonda dietro quel “cerco qualcosa per me” e proporti il libro giusto in quel preciso momento.

Cosa diresti ai lettori adolescenti se ti ospitassero su tik tok per parlare di libri?

Direi che i libri mi hanno salvato la vita. Che da piccola, mentre vivevo in una terra che percepivo non bella mi davano la speranza di poter essere altrove. Da adulta, ora che sono al centro della mai vita, diventano occasione di incontro e cambiamento. 
Sono una personalissima forma di resistenza, un elisir di giovinezza, uno sguardo aperto sul mondo, un non accontentarsi mai.

L’incontro più bello che hai organizzato nella tua libreria: quale poeta, scrittore o intellettuale ti è rimasto nel cuore?

Nel mio cuore ci sono gli amici della libreria. I lettori del Divano rosso, quelli che da lettori sono diventati talmente di casa da arrivare qui e fermarsi per due chiacchiere, per un caffè, per una confidenza. Gli incontri più belli sono quelli che realizzo con loro. Quelli in cui una comunità di lettori attivi e partecipi si incontra e confronta a partire da un libro. Accade spesso, almeno tre volte al mese con i gruppi di lettura, ogni settimana con i piccini con le letture ad alta voce.

Cosa pensi del boom che ha vissuto l’editoria fumettistica negli ultimi anni?

La vivo da due punti di vista. C’è ancora una resistenza da parte di tantissimi genitori e di molti insegnanti, soprattutto dei ragazzi della scuola primaria, che fanno fatica ad accettare che il fumetto sia un libro a tutti gli effetti. Spesso, invece, soprattutto per chi impara a leggere il font maiuscolo, il rapporto testo immagini rende il fumetto proprio il libro di passaggio da una lettura condivisa ad una lettura autonoma. L’altro punto di vista, invece, è quello più ampio del catalogo e della vendita non solo dei fumetti ma dei manga. Per motivi di spazio l’ho vissuta poco in libreria. Sono andata avanti con le prenotazioni, senza avere – ancora – uno spazio dedicato. Non è il mio genere preferito e ho scelto di non avere uno scaffale perché non sento di avere ancora una competenza adeguata per fare una selezione e poter offrire. È un limite, lo so, su cui entro fine anno faremo un cambio di passo. Aggiungo solo, con uno sguardo esterno che vedo un mercato che va verso la saturazione e che la bolla pian piano stia per esplodere. Resteranno soltanto le cose belle. Le prossime uscite saranno fatte da molti autori italiani con nickname giapponesiggianti, qualcosa che sembra fake e invece è vero e mi lascia sempre un po’ perplessa.

Se potessi vivere un giorno da persona influente di governo, cosa faresti per incentivare la lettura in Italia?

Varerei un piano nazionale di promozione della lettura, creerei i dieci minuti di lettura quotidiana, in tutti i luoghi. Creerei biblioteche e aumenterei il numero dei bibliotecari.

Istituirei le librerie comunali come esistono le farmacie. Garantirei prezzi di copertina bloccati.

Creerei la figura del bibliotecario per le scuole, non un docente dedicato ma proprio un bibliotecario.

Farei un albo del libraio, ma non come quello delle librerie di qualità in cui ci siamo finiti un po’ tutti senza un vero senso ma proprio un albo, con un esame, un titolo, un’esperienza basata sul campo.

Abolirei il CEPELL, posso dirlo?

Perché un lettore dovrebbe scegliere di comprare libri in una libreria indipendente come la tua?

Questo toccherebbe chiederlo ai lettori, di certo posso dirti che quando l’offerta è troppa, il rischio di perdersi è altissimo. E invece in una libreria indipendente hai la certezza di incontrare qualcuno, formato e appassionato di lettura, che tra i titoli presenti a scaffale e quelli nell’infinito magazzino della memoria e dell’esperienza sarà capace di trovare il libro giusto per te.

Oggi ero in una scuola e parlando con i ragazzi di quinta elementare mi dicevano che loro non sapevano scegliere. Che entravano nelle grandi catene pensando di trovare più scelta e tornavano a casa con libri che abbandonavano dopo poco. Il less is more diventa sempre più reale, quindi apparentemente meno fornite, per motivi oggettivi di spazio, le librerie indipendenti, come la mia, garantiscono la certezza di un acquisto sicuro e la conoscenza di un luogo in cui poter sempre tornare per un nuovo libro e un confronto con un libraio esperto.

Click to listen highlighted text!