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Alice Rivaz. Il cavo dell’onda

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Il cavo dell’onda” di Alice Rivaz (Paginauno Edizioni, 2021 pp. 320 € 21.00), nella traduzione e cura di Alberto Panaro, è un libro rianimato dalla memoria letteraria della talentuosa scrittrice del novecento, arricchito da una forma stilistica elegante e affascinante, sostenuto dal richiamo profetico di argomenti ampliati dalla tematica del ruolo della donna nella collettività. Alice Rivaz, nome d’arte di Alice Golay, attraversa l’esperienza dei sentimenti e, da intelligente analizzatrice dell’oggettività, racconta la cronaca di un amore che non manifesta la sua naturale evoluzione e trattiene i protagonisti nell’insidia dell’inganno e nell’agguato degli equivoci, elevando l’ostacolo della diffidenza al cedimento del flusso esistenziale, racchiuso tra le contraddizioni emotive e i timori. Il contesto narrativo sviluppa una trama gioiosa e contemporaneamente dolorosa, sorprende la persuasione assurda e ostinata nel sublimare l’influenza magnifica dell’amore. L’autrice confessa le ombre permanenti nelle sue esplorazioni interiori e la deriva del tempo interiore. La sua maturità artistica comprende le sue intense considerazioni, nel carattere raffinato, essenziale, originale del pensiero, illumina la cultura europea della sua indipendenza intellettuale. L’inclinazione sarcastica e tagliente del linguaggio dispone l’autonomia del sentire oltre gli schemi sociali, dona la qualità descrittiva del disincanto, alleggerisce il tormento, misura la franchezza e coinvolge l’inquietudine, accentuando la transitorietà e la fatalità del destino umano. “Il cavo dell’onda” incrocia il continuo, insanabile smarrimento del quotidiano, la sconfitta irrisolta, il tema dell’emancipazione femminile, esplora i vincoli sentimentali, rivolge la sua riflessione nella testimonianza della storia. Alice Rivaz dichiara la sua eccellente esperienza, colta e accurata, nel diffondere immagini e suggestioni, nel suggerire particolareggiate relazioni con le vive sensazioni nell’epoca drammatica, contrasta le divergenze sociali, esalta la sua voce dilatando il seducente profilo delle donne, ostacolato dalla visione idealista, in conflitto con la coscienza dolorosa della società, vissuta nella restrizione di uno scenario anteguerra. Le vicende dei protagonisti si svolgono nello sfondo europeo della città di Ginevra, assecondano gli intrighi, le passioni e la dottrina politica, ispirano il turbamento dell’amore, approvano il coraggio e la determinazione contro la crudeltà degli uomini. Sul libro “Il cavo dell’onda” aleggia il soffio di una scrittura illuminante e ricercata, insiste la risoluta previsione dell’irrequietezza delle passioni, si sofferma la qualità di un romanzo inatteso e prezioso. Alice Rivaz afferra la desolazione della speranza, combatte l’abbandono dell’anima e il ritardo della sua lontananza, respinge la dispersione delle illusioni, gli accordi poetici della vita con i suoi desideri e congeda le aspirazioni dal sogno romantico. La successione della scrittura scorre disinvolta in un’attitudine intonata e intraprendente, nel naturale fluire del riscontro con il mondo tracciato, regala l’appassionata fermezza nello spazio delle parole: “…il cavo dell’onda non è mai un punto morto. È il segmento più basso di una curva concava, che, poiché si tratta di onde in movimento, è nello stesso tempo il punto in cui prende l’avvio una nuova curva ascendente”.

Rita Bompadre

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