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Angelica Gorodischer. Kalpa Imperial

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Sono in un paese al buio, dentro una villa in campagna, alle cinque del mattino. Non vi dirò come ci sono finito perché non è importante però vi dirò che essendo un pigro ostinato e dormiglione ho sempre creduto che la vita si consumi all’alba e mai al tramonto e, per questo, un crepuscolo dopo l’altro si muore.

Non riuscendo a dormire, mi affido ad Angelica Gorodischer e ai racconti di Kalpa Imperial, raccolta edita da Rina edizioni, introdotta da Loris Tassi e tradotta da Giulia Zavagna.

E forse non esiste un’ora migliore per aggrapparsi ad un libro di quando si va in pasto al giorno, incerti del futuro come i fuggiaschi e gli scrittori e i poeti – soprattutto – dell’America latina che soffiano nel vuoto i loro sogni e i loro deserti.

Perché si nutre di distanza e disagio l’esilio può assumere innumerevoli forme e, certe volte, ci si scopre proscritti in casa propria, immaginando mondi pericolosi e lontani che ci sembreranno sempre migliori di quello in cui viviamo.

I racconti della Gorodischer vivono, secondo me, di questa tensione verso altri luoghi. C’è sempre un narratore, un cantastorie che a volte è epico, altre volte è lapidario, ma sempre si fa carico di ricordare e, probabilmente, la letteratura non è altro che un tizio che racconta e altri che ascoltano se ne avranno la pazienza, che imparano se ne avranno il talento o che fraintendono se ne avranno la fantasia.

Kalpa Imperial non è ambientato nel futuro quanto piuttosto in un tempo altro, laterale come nel Decamerone di Boccaccio opera in cui, questo libro della Gorodischer, sembra specchiarsi sebbene lì ci fossero tanti narratori e un posto solo e qui un solo cantastorie e tanti posti.

Ogni racconto è un corridoio buio, i dialoghi, i personaggi, sono passi verso una luce flebile che si riverbera da mondi distanti e avventurosi e crudeli. Si avverte, talvolta, che ci siano allegorie ovunque, ma questa è una trappola nella quale non si deve cadere. C’era un cartone animato bellissimo di cui conservo un ricordo sbiadito. C’era un ragazzino che viaggiava sopra un treno intergalattico insieme ad una donna misteriosa e molto alta che in realtà era un robot. Sono diretti ad un pianeta dove il ragazzo potrà conquistare un corpo meccanico che gli permetterà di non morire.

Questi due avventurieri, il ragazzo basso e la longilinea donna cyborg, affrontano i mondi dove il treno si ferma, non ricordo come vada a finire questa storia e forse non finisce nemmeno e mentre la notte mi abbandona e mi obbliga a sloggiare, e gli impegni e le scadenze mi fanno sentire accerchiato come un terrorista braccato, penso che Galaxy Express 999 potrebbe stare comodo in questo libro così singolare che deve molto a Borges come tutti noi.

Rina edizioni ce lo consegna, ed è assurdo, poetico ed emblematico che certi capolavori, perché Kalpa Imperial di Angelica Gorodischer è un capolavoro, ce li debbano regalare editori arditi e coraggiosi come piloti di idrovolanti, a proposito di storie incredibili ed indimenticabili che in questo libro avrebbe trovato spazio e, in qualche modo, si rispecchia.

Pierangelo Consoli

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Angelica Gorodischer, Kalpa Imperial, Rina Edizioni 2022, Pp. 334, Euro 18

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