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John Dos Passos inedito. Si deve lavorare e tumultuare e buttarsi nel turbine

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Lo scrittore e giornalista americano John Dos Passos scriveva questa lettera, indirizzata a Rumsey Marvin, stando a Parigi, il 29 dicembre 1918.

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Non preoccuparti di non avere un obiettivo. Mi sentivo allo stesso modo quando sono andato all’università. Mi ci sono voluti ben tre anni per liberarmi delle inibizioni familiari prima di capire esattamente cosa volevo fare. Quando penso a quanto sono lontano dal farlo, mi terrorizzo. Anche in questo caso soffro di una molteplicità di desideri. Voglio ingoiare l’ostrica del mondo. Voglio sbucciare la scorza dell’arancia. Voglio bere la coppa fino alla feccia – no, voglio ingoiarla e averla ancora da guardare. Voglio staccare la scorza secondo schemi di mia creazione. Voglio dipingere con la buccia immagini di dei e demoni sulle grandi tende bianche dell’eternità.

E non faccio nulla. Do la colpa all’esercito, al tempo, al cibo – se potessi uscire dal vuoto dell’inerzia.

Come te, credo in una vita frugale, senza sprechi… Come te, aborro la vita da cucciolo del college, il crogiolarsi al sole con la pancia piena. La vita è troppo bella per sprecarne un secondo nel grigiore o nella stupidità a bocca aperta. Bisogna lavorare, scatenarsi e gettarsi nel vortice. La noia e l’appesantimento sono i due peccati imperdonabili. Avremo tutto il tempo di annoiarci quando i vermetti bianchi strisceranno sulle nostre ossa nella mezzaluna della terra putrida. Finché siamo in vita, dobbiamo fare in modo che la torcia arda sempre di più, finché non si spenga nella presa. Non dobbiamo fare puzza di bruciato.

John Dos Passos
Parigi, 29 dicembre 1918

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