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Kevin Huizenga. Glen Ganges e il fiume della notte

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Apparentemente è come leggere un graphic novel dove il quotidiano la fa da padrone, rendendo tutto il racconto ipoteso, brachicardico. In realtà, Glen Ganges e il fiume della notte si avvicina, per intenti e risultati, a un certo modo di intendere il fumetto da noi già apprezzato. Un lavoro sul racconto grafico che già ci ha fatto meravigliare seguendo autori come Chris Ware o Scott McCloud, per dire i primi che vengono alla mente.

In questo caso, Kevin Huizenga lavora sull’uso del tempo all’interno della narrazione, proprio come hanno fatto e fanno i suoi illustri colleghi. Ma preferisce farlo preponendoci la sua visione (o la sua filosofia) attraverso una patina di normalità quotidiana.

Infatti Glen Ganges, il personaggio assoluto di questo graphic novel, la sua voce monologante, il suo corpo agente oltre che l’emissario del pensiero di Huizenga fa cose normali. Non solo: gli accadono cose normali, ragiona su cose normali. Almeno in apparenza. In realtà è come se raccontasse quanto il concetto di normalità non abbia ragione di esistere, nel momento in cui ogni evento porta a ragionare attorno a esso via astrazione.

Per dire, in apertura di libro, proprio nelle prime inquadrature, troviamo Ganges che si dirige in biblioteca. Cosa c’è di più banale e normale?

Però in questo andare Huizenga inserisce un ragionamento sul tempo, sulla ripetizione dei gesti all’interno di quantità di tempo, all’interno di una costante ripetizione mai totalmente uniforme (e come potrebbe essere). Non solo, è da qui che l’autore indica il suo come un personaggio che agisce unicamente nel flusso (sempre temporale) dettato dai suoi pensieri.

I pensieri di Ganges non cessano mai, che sia sveglio o dorma o…

Molto presto si trasformano per il lettore in un incessante flusso di coscienza, una dichiarazione a volte leggermente ironica di quanto il cervello non riposi mai e di come il tempo, in questo flusso, si espanda.

Il tempo nella sua onnipresenza, nella sua dittatura, va a dilagare penetrando in dimensioni che superano le canoniche.

Queste ultime sembrano essere però considerate come qualcosa di fondamentale, necessario: un ancoraggio capace di non farci perdere nei vasti oceani del pensiero e del suo divagare.

Confessiamo che non è un graphic novel da leggere tutto d’un fiato. Le considerazioni, le supposizioni, le storie che Huizenga mette in campo attraverso Ganges, non permettono questo.

Bisogna centellinare le pagine, rifletterci sopra prima di andare avanti. Anche perché dentro questo romanzo trovano posto secoli di filosofia e di narrativa incentrata sul tempo, sul suo fluire: da Platone a Kant a Wittgenstein a Einstein a Heidegger a Rovelli ecc., via Proust, Dick, Calvino.

Un muoversi inarrestabile di concetti, che si ammanta delle funzioni notturne di sonno e sogno.

In questo modo viene reso evidente al lettore, permettendogli di adagiarsi nell’alveo di un continuo andirivieni da accadimento quotidiano a riflessione del tempo che agisce al suo interno.

Sergio Rotino

Recensione al libro Glen Ganges e il fiume della notte di Kevin Huizenga, Coconino Press 2021, pagg. 216, € 27,00

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